MODA&MODI

Lustrini & colori in tempi bui

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Lustrini & colori dei tempi bui

MODA&MODI – Lustrini anche di giorno. Colori forti. Abiti corti, abiti sottoveste lunghi e oggetti a gogo con cui inondare le giornate e le occasioni in tutte le ore del giorno senza la schiavitù del cliché secondo cui le paillettes sposano bene i festeggiamenti, le serate ma non altro.

E ancora il circo delle merci di vestiario sfoggia piumini e cappotti “uomo” anche over size a non finire.

LUSTRINI E COLORI – Voglia di luce

Segno distintivo di ogni colore. Piumini lucidi-lucidi da sembrare avvolti nella pellicola salva-cibo, gonfi e imbottiti che ricordano “la divisa” paninara degli anni Ottanta con cui i giovanissimi del tempo sfidavano le regole del bon ton e della moda ricca e opulenta della stagione che vide anche gli operai “giocare in borsa”.

Fu proprio in quegli anni che i marchi più glam del “caldo vestire” irruppero negli armadi di molti di noi fecero la loro comparsa (e successivamente la loro fortuna) puntando sulla piuma d’oca (non si era mai vista prima utilizzata così per essere indossata e non per riempire soffici guanciali o trapunte nelle zone di montagna. Via libera alla piuma d’oca molto politicamente scorretti verso le povere oche.

Chi ha conservato il cimelio è in dubbio se reindossarlo perché tante volte oscilla tra il pentimento per la tragica fine dei simpatici pennuti e il segreto orgoglio di essere stata tra i primi a possedere quella che oggi è diventata quasi una rarità o inavvicinabile per il prezzo quasi equivalente a un gioiello di grande valore.

LUSTRINI E COLORI – Bandite le piume. Salve le oche

Della piuma oggi le modaiole più spinte e più politicamente corrette se ne fanno un baffo. Anzi ostentano il messaggio chiaro e netto a nessun animale è stata torta una piuma per realizzare questo capo… con le epoche e le mode cambia anche la morale.

Ora i piumini che riempiono gli armadi e le vetrine dei negozi sono ugualmente gonfi e imbottiti ma questa volta diventa un vanto se la piume sono bandite. Si torna all’imbottitura sintetica per essere adeguati alle nuovi emergenze climatiche. Va poi a vedere se inondare di poliestere il mondo sia un modo per rispettare l’ambiente. Ma è voler conoscere troppo. Non è materia del qui e ora. Sarà storia di domani.

Photo by Kelly Sikkema on Unsplash

Intanto si sfornano milioni di cappotti imbottiti di nylon con lo scopo di tenere tanto caldo per affrontare stagioni che gelide non sono più e che si surriscaldano di anno in anno.

Novità dalle passerelle a parte a colpire di più sono i colori e la luminescenza dei tessuti che colpisce maggiormente. Strategie per non pensare al peggio anche nel look? Sembrerebbe.

LUSTRINI E COLORI – Pensieri tristi alle spalle

C’è voglia di evadere. E se non è possibile sfuggire all’ansia e alla fragilità che è cresciuta dentro non resta che buttarsi alle spalle i pensieri tristi e ricrearsi un guscio appartato nel quale mettere in scena una vita più colorata e meno cupa. Per vincere la noia si arriva perfino a fare un solitario con se stessi. Molto meglio gettarsi nella giostra variopinta della moda.

Da che mondo e mondo il costume è cartina di tornasole, un indicatore sempre affidabile per capire le evoluzioni, le involuzioni e le battute d’arresto del modo di vivere e l’abbigliamento è la parte più esteriore che si nota e dà subito uno spaccato delle mutazioni. Anche le più fantasiose descrivono molto del nostro sentire. E paradosso vuole che sia proprio l’immagine che diamo noi all’esterno che ci denuda nell’interiorità che invece vorremmo celare.

LUSTRINI E COLORI – Abiti caleidoscopici

Non c’è nessuno sfarzo in quegli abiti lucidi quasi caleidoscopici. Non c’è la celebrazione di un’opulenza andata, passata, archiviata e rimasta solo nel bagaglio di pochi.

La moda della pandemia viaggia su un binario del tutto opposto a quello che si è visto negli anni Ottanta nei quali i lustrini sì c’erano come pure c’erano le spalle larghe imbottite a dismisura di bambagia (per uomini e donne). Un aspetto che dava alla figura un segnale di fermezza. Le spalle larghe – si sa – nell’immaginario figurativo che è patrimonio di tutti trasmettono valori di successo di prestanza fisica e anche di un qualificato approdo sociale.

Spalle larghe segnalavano il desiderio di volercela farce (e perché no di avercela fatta e di ricoprire un ruolo di comando) che apriva  lo scenario su un privato fatto di sgomitate, di scalate finanziarie in cui far soldi era l’imperativo della narrazione globale del tempo. Una coperta che metteva in secondo piano i guasti che si stavano mostrando di un mondo pesantemente colpito da uno sviluppo senza regole. Ma questo è un altro tema.

Se tra gli ‘80 e i ‘90 l’imperativo è stato andare avanti con le spalle larghe nonostante tutto, oggi quel messaggio proprio non sta in piedi. E credo non sia lo spirito con cui vada considerata la moda di questi tempi.

Forse perché la pandemia – da cui si pensava di essersi affannosamente liberati – domina ancora le giornate e l’incubo che si pensava passato come la nuvola nera di una tempesta sovrasta ancora le nostre teste e allora ecco che si fa largo lo spirito dissacrante, festaiolo e se è fuori luogo ancora meglio e… ben venga. Quindi lustrini come se piovesse.

LUSTRINI E COLORI – Natale a novembre? No grazie!

Lasciarsi alle spalle i corvi neri è un esercizio per volersi bene. Ma ci sono alcuni limiti da considerare per non scadere nel ridicolo. Uno di questi è il Natale anticipato nel quale pubblicità, promozioni, negozi già illuminati a inizio novembre fanno vivere. Non è un tantino ridicolo tutto questo? Luci scintillanti affiancano nelle passeggiate sulle strade del centro delle città. E’ come se si volesse correre verso uno spazio di serenità (nell’immaginario collettivo il Natale è soprattutto questo) ancora una volta per alleggerire una vita quotidiana che non soddisfa. Carica di incognite per la pandemia ma non solo.

Vestiti, luci, vita spensierata sono l’antidoto utile per i tempi bui.

Oggi più che mai.

info@antonellalenti.it

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Foto della home Photo by Fredrik Solli Wandem on Unsplash

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