MODA&MODI

Reti, strategie per sfuggirle

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Reti, strategie per sfuggirle- MODA&MODI

Farsi prendere nelle reti. Ci sono tanti modi d’impigliarsi e nonostante accortezza e attenzione che possiamo mantenere alte, nell’estate 2022 sicuramente in una rete incapperemo. 

Ce lo dice la moda che di questi tempi sembra vestire il mood del low profile. Per adeguarsi ai tempi per stringere l’occhio alle compratrici che si sono rarefatte…

La trovata dell’estate modaiola forse è spinta dagli stress provocati da due anni di pandemia. Nonostante il quasi liberi tutti alla fin fine a comprare copiosamente sono in pochi. Se si prescinde dai danarosi che però sono materiale da statistiche del tutte esclusive e non certo di quelle su cui si misura l’efficacia del pret à porter ovvero del consumo massiccio.

E poi siamo in un momento di post pandemia su cui si sono innestati anche i venti di guerra.

Moda e guerra? Perché questo accostamento? Non è un po’ fuori luogo?

E’ anche sul business della moda che soffiano pesanti i venti di guerra visto che i grandi compratori dell’Est hanno visto congelate le loro considerevoli capacità di spesa sia in patria sia all’estero. Verificare se questo accada realmente sarà compito degli esperti dei mondi finanziari. Noi gente comune, che non possediamo strumenti raffinati di analisi, ci crediamo perché così ci si racconta.

Restano sempre possibili vie d’uscita dietro le quinte che, noi diventati numeri di un mondo incomprensibile, non possiamo conoscere da vicino.

E poi ci si chiede come nasca il complottismo dilagante… Già, me ne rendo conto e faccio ammenda.ante sfumature non si raccontano e il non detto alimenta la fantasia. Ma questa è un’altra storia che non c’entra con la rete decretata essere di moda per il 2022.

Appurato dalle vetrine, dalle riviste dedicate che nell’estate 2022 va la rete. Come dire infilati qualcosa, – qualunque cosa – purché fitta di buchi.

Una scelta che potrebbe avere tanti significati da scoprire.

Si tratta forse di una doverosa citazione della Rete (intesa come www ovvero World Wibe Web). E’ per noi contemporanei quella la rete di riferimento. Proporla come forma d’abito (o accessorio) cool per l’estate. E’ questa la ragione della scelta? Del resto per tutti noi la Rete è l’habitat da cui quotidianamente siamo confiscati. Diventati quasi internauti impazziti che quasi si rammaricano di non poter gustare un bel caffè distribuito in call? Forse. E citazione sia.

E poi di reti di recente ne abbiamo viste passare sugli schermi televisivi. Sono quelle dei pescatori che di recente hanno incrociato le braccia perché non ce la fanno più a pescare con i costi del carburante… Anche questa un’allusione possibile. Con un po’ di fantasia.

E che non sia anche un segnale che preannuncia le ristrettezze che ci attendono nei prossimi anni? Può essere plausibile. Con la guerra che si fa largo di giorno in giorno l’idea che i cordoni della borsa si chiuderanno per molti di noi è qualcosa che va oltre l’ossessione della paura del futuro. Tutto si restringe insieme alle nostre potenzialità di acquisto.

Anche gli abiti si confezionano con poco spreco di tessuto. Vien quasi da pensare che si può fare da sé utilizzando lembi di tessuto già usato che si possono tranquillamente ritagliare in casa. Et voilà, moda è fatta.  Vestiti a rete dunque come suggerimento per un fai da te dei tempi bui… Forse. Anche questo è possibile.

Viene in aiuto anche l’emergenza climatica. La rete da indossare per far fronte al cambiamento climatico che ci fa le estate sempre più calde? Possibile visto che tra l’altro – per la crisi energetica che aleggia sopra le nostre teste si fa sempre più difficile creare il refrigerio nelle abitazioni delle calde città italiane (periferie o centri in questo caso non c’è alcuna differenza) – ci è stato suggerito “quest’anno scordatevi l’aria condizionata…”

Importante quello che sembra perché le cose reali che accadono da qualche anno hanno ceduto il passo alle percezioni. Sentire una certa cosa è più vero della realtà vera. E un vestito a buchi, inevitabilmente, viene percepito come più leggero e fresco. Sarà.

Camice, pantaloni, abiti lunghi, abiti corti, canotte, scarpe, cappelli e borse a rete potranno portare un po’ di refrigerio, almeno così ci potrà sembrare. Viene alla mente anche qualcosa di già visto nelle estati degli anni Sessanta quando nerboruti giovanotti stazionavano davanti ai chioschi di angurie mostrando i pettorali ben fasciati da canottiere (sì canottiere) talvolta anche magliette a rete. Il già visto nella moda è sempre un must ricorrente. Da apprezzare. Perché se una cosa ha funzionato prima non dovrebbe funzionare anche ora? Corsi e ricorsi sono evocati in eventi ben più significativi per la storia umana di un indumento a rete.

Vestirsi a rete. La nuova moda del 2022. Lo dicono le riviste di moda, lo dicono esibendosi per le strade delle città alla moda che dettano le regole degli stili di vita le signore più seguite sul web. Quelle che fanno tendenza e che se tu non fai come loro prima che per gli altri per te stessa sei una sfigata di prima grandezza.

Bene vestirsi a rete. Ma è impensabile che una rete indosso possa bastare a se stessa. Si rischia di dare scandalo e naturalmente, a parte alcuni tipi da social che vivono di questo, noi non lo vogliamo. Ma tant’è che come ogni volta che i dettami del look lanciano una tendenza qualcosa di quella forma di quel colore finisce prima o poi col farci cadere nella rete. Se no la moda avrebbe perduto il suo intrinseco valore.

Plasmare i costumi ai tempi… O se fosse invece il contrario plasmare i tempi ai costumi?

Cosa non fa la moda, cosa non si fa per essere alla moda. Perfino farsi catturare dalla rete che, gusti a parte, è un vera e propria contraddizione dello stesso gesto di vestire. Che fare? Varrebbe la pena per una volta esibire il coraggio e la determinazione di dire “Rete? No grazie”.

Ne va di una sacrosanta autonomia di pensiero. D’accordo, è cosa di poco conto esibirla in questo contesto, ma da cosa può nascere cosa e la consapevolezza si può estendere anche ad altri comportamenti individuali.

Che dire? Ben vengano i pensieri autonomi, fuori dagli schemi. Anche nel vestire. Per non essere sempre “pesci in barile” o nella rete…

info@antonellalenti.it

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