MODA&MODI

Outfit 2020, smart working colpo basso se si è costrette al lavoro da casa

Google+ Pinterest LinkedIn Tumblr

Outfit 2020, smart working colpo basso se si è costrette al lavoro da casa. Costrette a lavorare tra le mura domestiche, schiave di una nuova routine quotidiana. Schiave non più di orari dei treni e di tempi stretti e concitati ma obbligate a un tragitto tra camera da letto, bagno, cucina e salotto, terrazzo (o giardino per i più fortunati).

Un percorso strascicato in ciabatte, popolato di tante richieste da far trasalire (“Mamma, ho fame mi fai un’altra colazione” “Mamma vorrei andare ai giardini, mi porti?”) Stranezze che nella vita lavorativa trascorsa “fuori” non esistevano o meglio se esistevano erano altri a soddisfare… ma ora il lavoro intelligente a casa fa sì che – è evidente – sei a disposizione dei familiari che (forse) non hanno capito che anche se sei a casa non porti la divisa di casalinga… Ma è troppo difficile da spiegare.

C’è un tempo per il lavoro, c’è un tempo per lo svago, c’è un tempo per occuparsi di tutto quello che succede in una casa, ma se a casa ci lavori anche il pasticcio di ruoli aggiunge confusione alla confusione.

Il punto è: perché vestirsi come se ci si dovesse mostrare “fuori”, alla rete sociale a cui si appartiene se il lavoro è a casa? Forse si dovrebbe fare come se il lavoro fosse ancora fuori… così, per dare un messaggio ai propri familiari che questa donna che è a casa non è al servizio degli astanti ma sta lavorando. Sta facendo il “suo” lavoro…

Ma queste sono divagazioni…

Smart working? Colpo basso per le patite dell’outfit – Le novità

Intanto tornando a ragionare sulla parola chiave di oggi, outfit, va detto che il circo modaiolo torna a muovere i primi passi dopo lo shock d’inizio anno.

Argento, oro, frange, tessuti “camaleonte” che assumono il disegno di quelli a cui sono sovrapposti, foulard utili anche per coprire le antiestetiche mascherine che ci accompagneranno nei prossimi mesi invernali, lana, cocco stampato visto che vero non ha mercato (o forse sì e noi non lo vediamo né lo sappiamo), new entry è la borsa cilindrica porta borraccia che strizza l’occhio alla “finzione” ambientalista che ha bisogno sempre del suo palcoscenico per mostrare che l’interesse c’è… i fatti però continuano a restare (se va bene) nelle intenzioni.

Tra le proposte catturate nella “pedalata” frettolosa su internet si scovano anche vari tipi di pelo (che oggi la moda vuole solo sintetico per il rispetto degli animali…).

Persino parlare dei capi di pelliccia vintage confezionati qualche decennio fa quando rappresentavano un simbolo di agiatezza e raggiungimento di gradini alti nella scala sociale (vuoi per meriti vuoi per arrampicate più o meno acrobatiche) incontra gli odi (e su questo tema si sa quanto siano viscerali) dell’affollatissima schiera dei difensori degli esseri viventi. Tutti? Anche il Sars Cov 2? Non sono ancora apparse notizie in merito.

Smart working? Colpo basso per le patite dell’outfit- I colori

Colori vari di tutto un po’, dal tinta unita al melange, al damascato, al tutto fiori. Il riaffaccio delle cose modaiole lascia perplessi e un po’ straniti. Il lock-down della scorsa primavera ha lasciato un segno profondo e ha modificato anche il modo di vita.

Smart working? Colpo basso per le patite dell’outfit – Apparire

Foto di Charles Deluvio su Unsplash

Se prima la vita era tutta proiettata al fuori casa e quindi apparire diventava fondamentale anche per trasmettere l’essere, la chiusura forzata e il lavoro tra le mura domestiche ha fatto sì che di fronte al computer ci mostrassimo abbigliate di tutto punto dalle spalle in su ma dal busto in giù il più delle volte era il pigiama o la tuta da casa l’indumento top. Di una comodità indiscutibile che non si sposa certo con lo stile impeccabile con cui ci hanno indottrinate per anni!

Ma di necessità virtù e così lo stile home working ha dilagato e lo hanno confessato anche le più accanite fashion victims che non si sono sottratte dal tentare di conservare il titolo (?) di icona della moda anche indossando una tuta (griffata, si sa). Come dire tutte le occasioni sono buone per far parlare di sé.

Smart working? Colpo basso per le patite dell’outfit- Low profile

Ora, nell’estate 2020 dallo spirito estivo molto zoppicante, la spinta a lasciarsi coinvolgere nella saga del look nonostante la decennale inclinazione si è di gran lunga attenuata. E così mentre si naviga a vista cercando di capire se l’imminente autunno porterà una nuova sferzata del contagio, il circo modaiolo (che è moneta sonante a cui il sistema già tanto in ginocchio non può rinunciare) si è rimesso in moto.

Anche se va annotato un certo low profile nel porsi e nel proporre gli oggetti del momento.

Foto di Thought Catalog su Unsplash

L’incognita oltre a una nuova diffusione virale è anche quante nuove proposte diventeranno dei must have. Intanto, va detto, questa espressione tanto cara negli anni della moda ad ogni costo e del mai più e da anni sula bocca di tutti i venditori di look più in vista, sembra scomparsa dal lessico e forse anche dal comune sentire.

Smart working? Colpo basso per le patite dell’outfit- Piccoli bisogni

Il tono è di quelli più dimessi che inducono a spingere l’acceleratore sulla sostanza più che sull’abbondanza: poche cose ma di qualità sembra essere il consiglio più prezioso.

Può darsi che sia un avvio lento per poi tornare ad accelerare e far leva sul desiderio di avere tutto quello che nella scena della moda occupa i primi piani. Intanto però si nota un certo ridimensionamento diciamo dei bisogni… si può dire? Si può dire anche se appare un ossimoro utilizzare questa espressione parlando di moda e look che fino a febbraio 2020 aveva come parola d’ordine la bulimia e la corsa a far incetta di qualsiasi cosa solo sfiorata dalle signorine dello stile che dettano le regole ogni volta che mettono il naso fuori di casa.

Smart working? Colpo basso per le patite dell’outfit – Il calore del maglione

L’impressione è che lo smarrimento pandemico abbia ovattato un po’ tutto anche l’inventiva dei creatori di moda. Sembra così, visto che spopolano i maglioni, gonne e pantaloni che sanno molto di collegiale quel tocco che portano i mocassini ai piedi che sembra abbiamo spodestato il tacco 12. Che forse covano la rivincita per prossime stagioni Covid free (quali?).

Mai dire mai. Chi avrebbe mai detto che si sarebbero spopolati i tanti grattacieli vocati agli affari e alla finanza cui ogni città ambiva come segno di protagonismo di un terzo millennio senza più segreti? Eppure è successo. La pandemia ha spopolato tutti quei piani e ora della rappresentanza che svetta verso il cielo sembra che nessuno sappia più che farsene.

E si torna dunque al calore della lana, ai maglioni di spessore che nessuno si filava più. Nel gelido inverno post pandemico di calore (se non umano) c’è sempre più bisogno e quindi avvolgersi nei teli caldi del mohair o del cachemire, della proletaria merinos (la scelta la dettano le disponibilità di ciascuno come sempre del resto) non può che dare conforto.

Smart working? Colpo basso per le patite dell’outfit – Potere d’acquisto

Intanto mentre si contano i giorni ansiogeni che mancano al riavvio delle attività scolastiche, mentre si fa il conto alla rovescia della fine delle casse integrazioni e dei blocchi dei licenziamenti (che probabilmente interessano anche il sistema modaiolo sia nella produzione sia nelle diffusione) la curiosità si fa strada e quindi deve essere soddisfatta.

Detto tutto quanto sopra e smart working a parte, considerata l’interdizione parziale dalle “sfilate” improvvisate sulle strade cittadine o nei corridoi deserti degli uffici e senza un pubblico che possa restare colpito da scarpe, abiti, borse, orecchini, anelli… completi cappotti, trench… eccetera… quanto sarà impellente procurarsi altro vestiario da aggiungere alle scorte copiose accumulate negli anni e soprattutto con quali mezzi?

Ma soprattutto se la spinta a mostrarsi è prima di tutto un’azione sociale perché avvalora e accresce il nostro ascendente nella cerchia nella quale siamo inseriti, se ciascuno resta dietro al proprio schermo del computer casalingo quale sugo c’è a ricercare l’outfit che possa stupire gli amici e soprattutto le amiche?

Non resta che concludere che lo smart working è un vero colpo basso per le patite dell’outfit. Come minimo.

outfit

info@antonellalenti.it

Lascia un commento