MODA&MODI

Stesso colore dalla testa ai piedi… e farai furore (forse)

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Gli anni Sessanta sono rimasti nel cuore di tanti. Sia per i contemporanei di quel periodo di boom (anche di nascite) per i quali la vita si apriva verso il domani che si ipotizzava progressivo e sempre in miglioramento, sia per i pochi nativi Millennial che oggi, smarriti e travolti da un nuovo che diventa subito vecchio, vanno a frugare nel passato per cercare qualcosa che dia sale alla marmellata frigida nella quale siamo tutti invischiati nostro malgrado.

Social-dipendenti se no sei out, se non sei in prima fila a commentare a “likezzare” non c’è storia, sei fuori dal consesso civile e se non raccogli followers è finita, la tua stagione volge sicuramente al tramonto anche se anagraficamente hai appena mosso i primi passi.

Ecco che in questa melmosa atmosfera indistinta i miti originali tornano a far parlare di sé, tra questi ci sono i Sixties e i suoi interpreti. I Beatles per primi. A cui si deve l’affermazione di un modello, di una way of life pop che ha spaziato dalla musica ai testi fino a costumi e agli stili di vita che hanno lasciato la loro bella impronta. Indelebile nel tempo, anche se sommersa ormai da qualche manciata di decenni. Non c’è verso, sono le radici che riemergono e se sono profonde la piantina rispunta, ricresce e si fa largo. E’ il caso degli scarponcini senza stringhe con le fasce elastiche laterali che hanno rivoluzionato la calzatura maschile dell’epoca tramandandosi anche alle generazioni successive. Tanto duraturi che hanno sfondato il muro del millennio e si sono adeguati anche ai gentili, esili piedi delle ragazze e delle signore. Di tanto in tanto nella moda hanno fatto capolino.

Nei Novanta si fece strada la moda inglese con stivali alla cavallerizza, pantaloni modello caccia alla volpe, giacche consone a coprire il lato b con lo spacco centrale a rendere più elegante e sagomata la linea posteriore della figura. In quel periodo gli stivaletti unisex facevano perfetto pendant anche per le signore con i pantaloni a sigaretta. Era il tempo del casual chic di qualità. In tanti vestivamo così. Faceva moderno e bon ton allo stesso tempo. Ma questa è un’altra storia. Restiamo sulle scarpe. Di volta in volta una forma fa furore poi cade nell’oblio per ritornare di nuovo quando meno te lo aspetti e quando proprio, appena un paio d’anni prima, dovendo ridurre gli ingombri nell’armadio, quei meravigliosi boots senza tacco con i nastri di elastico laterali presero la via del cestino.

Che dire, sarà la regola non scritta dell’economia che deve girare secondo cui tu butti una cosa che hai tenuto per anni e poi quello stesso modello diventa il must di stagione e che fai: non lo ricompri? Dapprima la resistenza c’è: “Già li ho avuti e non erano neanche tanto comodi da infilare, le prime volte ho rischiato un capitombolo…” giustificazione che resiste il tempo di una fila di bolle di sapone perché oggi le scarpe dei Beatles sono multicolori e queste no, non sono le stesse che hai avuto in passato. L’alibi è trovato. Ora spiccano belli, rossi, nell’armadio e aspettano abbinamenti adatti per indossarli senza passare per un clown in libera uscita.

Ma nel Duemila tutto è lecito, non lo abbiamo ancora compreso? Beh è così. Via le formule: nella moda uno vale uno (tanto di moda anche in social-politik) e quindi via libera. Si è fatta strada perfino una corrente di pensiero secondo la quale è super cool essere monocolore (nulla a che fare con la politica in questo caso). Stesso colore per tutto quello che si indossa. Avendo a disposizione dei bellissimi Chelsea boot rossi non si può che partire da lì. Come dire vestirsi coi piedi…

Photo by Annie Spratt on Unsplash

1 Comment

  1. Renato Zurla Reply

    Ciao Antonella , ho letto.. un saluto ..non è un commento solo un saluto… ma ha altrettanto valore…

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