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Piattaforme cura per compratrici incallite del 2022… ma

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Piattaforme cura per compratrici incallite… ma

Non è tutto oro quel che luccica. Non è sempre vero che se ti metti in testa di vendere il superfluo puoi riuscire in modo lineare senza fatica.

Da tempo gli armadi che scoppiano perché troppo “abitati” di vestiti possono contare di alleggerirsi facendo migrare parte del loro contenuto verso le piattaforme di vendita online. C’era un tempo in cui i vestiti di troppo diventavano il guardaroba dei più giovani oppure le stoffe erano riutilizzate e adattate per altri modelli più vicini alla moda del tempo.

Ma quei tempi sono andati. Sembra superata anche la donazione solidale. I vestiti sono stati gli oggetti canonici da conferire alle organizzazioni che raccolgono indumenti. La nuova dimensione per gli abiti di troppo è la vendita. Già perché sprecare l’opportunità di raggranellare qualche soldo. Ma è veramente così? Le piattaforme sono la nuova frontiera per i privati che vogliono alleggerire il loro guardaroba.

Ce ne sono diverse e le pubblicità sono invitanti solleticando aspettative di guadagno. Sono diventate di gran moda di questi tempi e invitano ad avvicinarsi. Schiacciano l’occhiolino ammiccano e sembrano dirti confidenzialmente …scema che te ne fai delle cose che non porti più vieni con noi di offriamo un negozio che può essere visibile al mondo… che aspetti? Può essere anche uno strumento per arrotondare le misere finanze che i vari lavori precari che metti insieme ti concedono.

Surrogati per aggirare il problema vero? E poi ci potrà essere davvero un guadagno?

PIATTAFORME – REALTA’ O ILLUSIONE?

O non sarà la solita illusione nella quale siamo cascate tante volte secondo cui accanto al nuovo, alla modernità (tanto spinta e spesso tanto finta) si affianca la facilità di riuscire in un intento vantaggioso per noi?

Ci ricordiamo quando negli anni Novanta si parlava con foga del lavoro flessibile lasciando trapelare l’idea che questo avrebbe fatto il paio anche con una maggiore libertà del lavoratore oltre che essere necessario perché la società era cambiata e le necessità del terziario intellettuale che si stava diffondendo non poteva reggere la rigidità del sistema lavoro?

Quei discorsi erano nuovi, moderni… Sono stati applicati e sperimentati con leggi e norme che alla fine hanno prodotto tanti lavori flessibili… ma il risultato che vediamo a distanza di anni non ha portato nulla di buono e tanto meno di moderno. Un lavoro a cottimo dove dove di libertà non c’è ombra. E ora arriva la piattaforma per la vendita di vestiti che permette di arrotondare…

Poca cosa e anche utile se ci pensiamo… ben venga dunque. E’ allettante sapere che esiste un luogo in cui sei libera di giocare con le tue giacenze tessili. E’ come sfondare una porta aperta convincerti che puoi rimettere in circolo le cose che hai comprato spinta dal desiderio del possesso di quell’oggetto in quel momento lì tanto che non ne potevi fare a meno.

piattaforme

Come un soufflé poi l’acquisto si sgonfia in men che non si dica e ti ritrovi una schifezza tra le mani che riponi nello scaffale più lontano dell’armadio a far spessore sui tanti altri che hanno fatto la stessa “carriera”.

Bé certo che in questa condizione di insofferenza “AVITATIva” incontrare la promessa che i tuoi soldi possono ritornare nelle tue tasche non può che accendere il cuore alla speranza. Rimettete i soldi nelle tasche degli italiani, o meglio delle italiane! Da anni è una musica per le orecchie che ci fa incantare…

PIATTAFORME – CURA PER I SENSI DI COLPA

C’è la piattaforma che ti aiuta a vendere e insieme ti aiuta anche a stemperare un po’ i sensi di colpa. Così una schermata di tablet dopo l’altra ti convinci che quelle spese pazze frutto dell’impulso del momento non sono state altro che un investimento che ti permettono oggi di avere un bene da rimettere in circolazione. Vendilo se non lo porti. Il messaggio entra dritto chiaro e preciso senza fraintendimenti.

Selezionare, selezionare… Bisogna passare in rassegna gli strati più angusti del guardaroba è lì che si trovano sicuramente i pezzi che possono spaccare online.

Frughi alla rinfusa presa dalla frenesia, non di comprare stavolta. ma di vendere a pochi spiccioli quello che hai comprato sacrificando all’effimero un pasto decente.

Ma non importa i conti non si fanno ora, semmai dopo quando incasserai.

PIATTAFORME – LA FRENESIA CHE NON TI LASCIA

La frenesia della vendita è quella che conta. E fioriscono i consigli su come porre la merce nel migliore dei modi. Importante infatti sono le foto che si dovranno fare ma anche la descrizione delle caratteristiche dei materiali con cui è confezionato il prodotto da cedere sul mercato dell’usato.

Serve un set degno dell’obiettivo. Le prime volte tanti tentativi finiscono nel vuoto poi la regia si affina. Si individua l’angolo migliore della casa, dove la luce esalta i colori dell’oggetto o dell’abito ed è fatta. Lo posti, metti il prezzo e aspetti.

Facile. La frenesia è tale che ti aspetti che già dopo una mezz’ora possano essersi accorte di te, del tuo oggetto, dell’abito, delle scarpe ecc. con cui hai deciso di illuminare il mondo per renderlo migliore di prima. Bruci dalla voglia di controllare. Ma no è troppo presto, aspetta. Ti dice la solita vocina sempre pronta a rompere l’incantesimo…

Non ce la fai: apri e guardi.

Nessuno ha cliccato sul tuo post. Nessuno si è accorto della bellezza che hai messo in rete e per così poco poi.

E pensare che per attrezzarti alla nuova integrazione salariale hai già comprato le scatole, ti sei informata sui costi per la spedizione perfino all’estero…si sa mai che da qualche parte nel mondo… Nulla, neppure dalle frazioni della città… nessuno ha mostrato interesse per le tue cose.

Intanto i bigini che illustrano e addestrano a questo tipo di vendite ti rassicurano. Non precipitare le cose, non riporre troppe aspettative nell’immediato. Prosegui con mestiere e poi i risultati arriveranno…

PIATTAFORME – IL CONDIZIONAMENTO E’ SERVITO

Ti assalgono i dubbi. Sarò mica cascata ancora in un’altra illusione di quelle che ti fanno sembrare irrinunciabili i format e gli schemi che i ben più preparati hanno codificato analizzando semplicemente i gusti e le preferenze delle persone che, navigando in internet, ricercando con i motori di ricerca questo o quel prodotto consegnano ignare il loro nitido profilo di consumatore.

Tanta manna per chi elabora sempre nuove prospettive di consumo.

Il dubbio non ti sfiora, ma alla fine il prodotto sei diventata tu. Con tutto il bagaglio di oggetti e abiti e accessori che hai accumulato nel tempo, spinta dalle mode raccontate dalle immagini delle influencer o raccolti dai modelli e stili di vita che senza appesantirti la vita e senza che neppure ti sia mai soffermata a guardarli, si sono insinuati nel tuo modo di vedere le cose.

Senza accorgerti si sono occupati di te senza tu ti occupassi di loro.

I consumi dilagano così.

In questi anni è cresciuta l’attenzione al non spreco, all’economia circolare che consiste nel far girare quello che già c’è, è stato creato e realizzato che, se non serve più a te, può diventare importante e utile per altri. Ma le piattaforme di vendita di abiti dismessi vanno oltre.

PIATTAFORME – COSI’ CIRCOLA IL DENARO

Servono unicamente a mettere in circolo denaro e a ricreare un commercio parallelo di cose inutili (ciascuna di noi ne possiede in quantità) illudendo di compiere un gesto doppiamente sano: fare qualcosa di sacrosanto per contribuire a togliere dalle difficoltà l’ambiente e, al tempo stesso, recuperare un po’ di soldi di quelli spesi in precedenza. Ben sapendo certo che quei soldi (se mai arriveranno) saranno destinati a comprare indumenti nuovi alimentando così la catena dello spreco.

Ma la china è tracciata e non si ferma certo con le piattaforme che invitano a vendere se non lo porti più. Anzi. Potrebbe diventare un incentivo a liberarsi di una cosa per poter ricomprare il suo gemello appena qualche giorno dopo. Intanto attendi impaziente che qualcuno risponda al tuo post che continua a navigare in mare aperto senza che nessuno se ne accorga.

E il dubbio è lì che bussa alla mente. Riuscirò mai a vendere qualcosa nella mia vita? Forse no.

Bisogna prendere atto che vendere non fa per te. Rassegnati, sei una compratice. Accontentati.

info@antonellalenti.it

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