Effetto scimmia e tutte in abiti jeans che diventano lo scafandro dell’estate
Torna il jeans in tutte le declinazioni. Anche gli abiti.
E il jeans tra l’altro mi dà l’occasione di tornare a parlare sul blog nella sezione Moda&modi che ho trascurato da alcuni mesi. Mesi coincidenti con l’odiosa pandemia che ci sta perseguitando dal marzo 2020 ma la diserzione da questo spazio ha ragioni anche più profonde che nascono dall’essere precipitata di colpo in un disincanto frutto di delusioni forti e da repentina perdita di autostima. Succede.
Si cade e poi con grande sforzo ci si può rialzare, a dispetto delle cause dell’increscioso incidente (che non svaniscono ma escono dal primo piano per restare fermi sullo sfondo).
Effetto scimmia – RIPARTIRE DAI JEANS
Ecco dunque i jeans. Un modo classico per ripartire. Del resto nel corso della mia vita, e penso che sia un mal comune, a vestiti eleganti per i quali mi ero quasi svenata, per darmi sicurezza finivo sempre per cadere su di loro, i jeans. Per lo più pantaloni, ma non disdegnavo anche altre declinazioni a seconda di quello che si trovava sul mercato del vestiario.
Perché erano di moda? Forse per quello, ma è anche vero che quando qualcuno dietro le quinte del sistema modaiolo (non so chi) decide di lanciare qualcosa all’attenzione della massa dei consumatori immediatamente quella cosa diventa… come si dice oggi sold out. Beh certo rispetto agli anni passati a cui mi riferisco (spesso mi capita di attingere da immagini e ricordi del già vissuto) oggi l’effetto scimmia è ben più radicato e basta un post sui social per decretare il successo o l’insuccesso di un oggetto di vestiario.
Effetto scimmia – ESEMPI DA COPIARE
Per quanto orribile possa essere, è garantito che ci raccontano che va a ruba solo perché persone che trainano il gusto estetico collettivo lo hanno mostrato, scelto e, diciamo sponsorizzato per bene. Ecco che quello diventa l’oggetto del desiderio del “mai più senza” anche se razionalmente ci ostiniamo a criticare tutto questo ne siamo talmente circondati che non possiamo fare a meno di venirne colpiti. E’ il meccanismo dell’induci il desiderio.
Perché prima delle casse del supermercato si trovano sempre gli oggetti apparentemente più inutili ma che stuzzicano la nostra curiosità e la voglia di provarli, almeno per una volta? Indurre la domanda insomma è la strategia del buon venditore. E poiché siamo diventati una società di consumatori nostro malgrado a ogni passo incontriamo qualcosa di cui crediamo di non poter assolutamente fare a meno.
Effetto scimmia – ABITI JEANS
Ecco dunque che arrivano anche gli abiti di jeans. Niente di più scomodo. Ma per la primavera vanno bene? Certo, a una gradazione compresa tra 23 e 24 gradi e che se ti metti al sole già fanno effetto scafandro e la temperatura ha l’ardire di salire oltre i 25 la sauna è garantita.
E se la primavera è fredda? Metti in conto un battere di denti senza soluzione. Moda è moda anche quando è nonsenso. E jeans sia. Ce ne sono di tutte le fogge. Riescono anche a trasformare questo tessuto nato “da lavoro” con fogge che ricordano le donne americane ai tempi della corsa verso l’ovest. Spessi, sottili. Blue scuro, delavati, i tessuti jeans fasciano le braccia e le spalle anziché gambe e lato b.
Tempi nuovi di corsi e ricorsi i jeans trasformati in abiti si erano già visti, li avevamo già comprati decenni fa ed esattamente come succederà a quelli della nuova generazione erano finiti nell’angolo una volta sperimentata la loro assoluta scomodità. Ma di tutto questo non ci ricorderemo e torneremo a fare il filo a qualche abito jeans spinte dal low cost e dal proliferare delle proposte.
Fateci caso. Dai magazzini ai negozi chic perfino le grandi marche si stanno lanciando in questo emisfero modaiolo. Ho letto che una grande firma della moda affiancata da una grande firma americana di jeans sta reinterpretando con preziosi ricami le vecchie produzioni rimaste in magazzino.
Effetto scimmia – VINTAGE REINTERPRETATO
Vintage reinterpretato. Perché nulla ha una fine, tutto si rigenera. Soprattutto una scelta – se non ci si vuole soffermare sul costo che avranno le reinvenzioni suddette – ambientalmente leggera visto che, a quanto si sa, la realizzazione dei jeans è una delle lavorazioni di tessuti di più grande impatto sull’ambiente. Riusare il vecchio può far bene.
E a sfondo jeansico ci sarebbe in atto anche una sfida alquanto patetica a mio modo di vedere. In sostanza le nuovissime generazioni (quelle che si soffermano su TikTok e aborrono Instagram) starebbero segnando la loro presenza sulla terra scegliendo jeans cropped (larghi nella gamba e corti sopra la caviglia) per segnare la differenza da quei tanto anziani di trentenni (tra l’altro di casa su Instragram) così affezionati ai jeans skinny. Una bella lotta.
C’è di che ben sperare nel nostro prossimo futuro.
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