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Decessi: 100mila in più nel 2020… più del numero di vittime per Covid 19

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Decessi: 100mila in più nel 2020… più del numero di vittime per Covid 19. I morti per Covid sono un macigno che cresce esponenzialmente di giorno in giorno. La realtà è durissima e c’è chi tende ad alleggerirsi il peso che l’incubo della pandemia ha portato con sé. Si alleggerisce raccontandosi che tutti i morti – che inesorabilmente le cronache giornaliere ci elencano – non sono altro che tutti i morti che “fisiologicamente” si sommano nell’arco di un anno nel nostro come in altri paesi.

In quei dati sui morti – mi ha detto una signora di recente – ci sono tutti i morti anche per altre patologie. Non c’è da fidarsi di quello che ci dicono”. Da qui a mettere in dubbio l’esistenza stessa della pandemia il passo è breve. Da qui a non rispettare le regole fissate per “schivare” il più possibile l’ira del virus che si nutre del nostro corpo il passo è ancora più breve.

Se questa specie di “disincanto folle” verso la realtà è in crescita (e non è una questione legata all’istruzione o al ceto sociale) dall’altra c’è chi di sofferma sul significato che nasconde la crudeltà dei numeri, confronta, deduce e arriva a una conclusione che non lascia dubbi.

Questo il risultato a cui arriva la ricerca del Centro studi Nebo da cui si deduce che i decessi del 2020 sono 100mila in più rispetto al 2019. Un fatto. Inconfutabile. E’ infatti di 744mila il numero di morti stimato per il 2020 a fronte di con un tasso di mortalità calcolato in 9,5% per 100mila abitanti nel 2019 i morti in Italia sono stati 645mila con un tasso di mortalità dell’8,4% per 100mila abitanti.

Ma tutti questi morti, 100mila in più non sono spiegabili solo con il Covid 19 secondo le conclusioni della ricerca NEBO tenuto conto del fatto che la mortalità attesa per il 2020 in assenza di pandemia è stata stimata (in base ai dati dei primi due mesi dell’anno quando ancora il Covid non si era manifestato) significativamente inferiore rispetto all’anno precedente, i casi oltre gli attesi sulla base dell’andamento 2015-2019 ed oltre quelli indicati dalla Protezione Civile sono almeno 50.000”

Nella ricerca dunque si parla di “supermortalità che incide nel 2020 per circa il 17%. Quindi – si spiega – “lo scostamento rispetto al 2019 è infatti solo parzialmente giustificato dai 74.000 decessi per Covid-19 dichiarati nel corso dell’anno.

La ricerca dunque apre una serie di interrogativi su quel numero di gran lunga superiore all’andamento demografico che si riscontra di anno in anno in tempi normali. Viene da chiedersi se quella stima che alza il numero dei decessi non sia da collegare al funzionamento del sistema sanitario che si è interamente modellato sulle necessità poste dalla pandemia.

E’ questa la ragione? Comunque sia sarà necessario che il mondo sanitario approfondisca a fondo quella che nella ricerca viene indicata con l’espressione di “supermortalità”. Un approfondimento per comprendere quali potranno essere le “altre cause” di morte oltre al Covid che hanno alzato il numero delle persone morte nel corso del 2020. Un altro interrogativo, questa volta supportato dal confronto dei dati si apre e si affianca agli altri non ancora evasi.

Che cosa è successo dunque? Intanto partiamo dai dati evidenziati dalla ricerca NeBo che riporta anche i grafici ad illustrare le risultanze del confronto tra i numeri.

DECESSI – Ecco la ricerca di NeBo

Rispetto al 2019, per l’anno che si è appena concluso l’aumento dei decessi è quantificabile in circa il 15%, valore che media realtà regionali sensibilmente differenti: in Lombardia la variazione 2020/2019 è stimata in +34%, in Valle D’Aosta in +30%, in Piemonte e Trentino Alto Adige in +24% e scende al di sotto del 20% fino a valori inferiori al 5% in Sicilia, Calabria e Basilicata.

Decessi – I dati da cui ha preso spunto lo studio NeBo

L’analisi del Centro Studi Nebo è stata condotta sui dati della Protezione Civile relativi ai decessi per Covid-19 e sui dati della mortalità generale pubblicati il 30 dicembre dall’Istat, che ha fornito dati giornalieri fino al 31 ottobre e una stima complessiva preliminare per il mese di novembre.

Lo studio rappresenta una revisione aggiornata dell’approfondimento Nebo dell’ottobre scorso sulla base dei dati disponibili a quella data (pubblicato su www.programmazionesanitaria.it).

A partire da quell’esperienza è stato quantificato il presumibile andamento del mese di dicembre sia a livello nazionale che regionale, tenuto conto dei nuovi dati Istat e dei flussi della Protezione Civile.

L’ipotesi circa i casi totali per l’ultimo mese del 2020 è basata su una valutazione coerente con il mese di novembre nel complesso, mentre per la ricostruzione dell’andamento giornaliero dell’ultimo bimestre dell’anno è stato tenuto conto anche dei dati quotidiani del bimestre precedente.

DECESSI – Le Regioni: il confronto tra 2019 e 2020

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L’analisi mostra come al dato nazionale contribuiscano realtà locali piuttosto eterogenee sia in relazione all’andamento nel corso dell’anno che al confronto con il 2019; in termini di tassi standardizzati di mortalità per 100.000 abitanti:

  • il Nord-Ovest si conferma come l’area maggiormente colpita dalla supermortalità 2020 anche su base annua, con valori tra 9,5 e 11,0 a fronte dell’analogo indicatore 2019 compreso tra 8 e 9;
  • nel Nord-Est la variazione appare più contenuta, con aumenti nei tassi di 1-1,5 punti da un anno all’altro;
  • il Centro Italia, così come Abruzzo e Sardegna passano da tassi di mortalità al di sotto dell’8,5 a valori comunque non superiori a 9,5;
  • tra le regioni meridionali, la mortalità in Campania e Sicilia, la più alta per il 2019, subisce un ulteriore incremento, così come Molise e Puglia, mentre restano sostanzialmente invariati i tassi di Basilicata e Calabria.

Decessi – Le Regioni: il confronto fra i due semestri del 2020

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Nel corso dell’anno 2020 è interessante confrontare la mortalità dei primi sei mesi, che hanno visto nascere ed esaurirsi la prima ondata dell’epidemia di Covid-19, e del periodo da luglio a dicembre, che ha visto l’avvio della seconda ondata dell’epidemia, tutt’ora in corso.

Negli ultimi anni il primo semestre è stato caratterizzato da una lieve prevalenza di decessi (51-55% del totale) in pressoché tutte le regioni; l’impatto dell’epidemia di Covid-19 distribuito eterogeneamente fra i mesi dell’anno a livello territoriale, ha determinato per il 2020 una maggiore variabilità di questa ripartizione.

Per i due semestri si rileva che in termini di tasso standardizzato la mortalità del primo è di quasi il 9% superiore all’analogo dato del 2019 (nell’ordine, 4,8 e 4,4 per 100.000 abitanti), variazione che sale al 19% per il secondo, che passa da 4,0 a 4,7 per 100.000 abitanti.

DECESSI – A livello regionale il tasso standardizzato per 100.000 abitanti

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  • in Lombardia si è ridimensionato di circa 1,5 punti, passando da 6,0 a 4,5, mentre in tutte le altre regioni si registrano variazioni comprese tra -0,5 e +0,5;
  • nel Nord-Ovest, in Piemonte e Valle d’Aosta i rispettivi valori (tra i più alti del primo semestre) sono ulteriormente aumentati, mentre è lievemente diminuito quello ligure;
  • nel Nord-Est, i valori di Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna sono diminuiti, al contrario di quelli di Veneto e Friuli Venezia Giulia, in aumento;
  • in Umbria (caratterizzata dal più basso valore nei primi sei mesi del 2020), Lazio, Toscana, Sardegna si registra un aumento nel secondo semestre, mentre diminuiscono i valori di Marche e Abruzzo;
  • nelle restanti regioni meridionali è evidente un aumento dei tassi in Campania, Molise e Puglia, mentre resta pressoché invariato rispetto al primo semestre il tasso registrato in Basilicata e Sicilia e si rileva una diminuzione per quello della Calabria.

DECESSI – L’andamento giornaliero in alcune Regioni

È interessante infine osservare la ricostruzione delle curve giornaliere di alcune regioni (in termini di quozienti per 100.000 abitanti) e in particolare di Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Lazio, Campania, Puglia che disegnano nel dettaglio quanto sintetizzato con gli indicatori sopra commentati permettendo tuttavia di apprezzare l’andamento lungo il corso dell’anno 2020.

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