SERPE IN SENO/SALUTE

Morti per Covid 19 primato italiano spiegatecelo è l’ora!

Che sistema sanitario è quello che - in un momento di gravità estrema portata dall’esplosione di una pandemia che falcia così tante vite - si trova di fronte al bivio: curare il Covid o curare le malattie gravi convenzionali?
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Morti per Covid 19, primato italiano spiegateci perché.

Decine di migliaia di morti per Covid in Italia (nel link una ricerca pubblicata da Nebo). Arrivati in questo momento a 72mila. Un triste primato che ci porta in testa alla classifica europea. Ancora una graduatoria negativa che ci vede protagonisti del confronto con gli altri Paesi.

Sarebbe interessante comprendere (se qualcuno lo potesse spiegare a noi che non capiamo le cose complesse della vita) i motivi di questa supremazia di numeri nefasti che si sommano giorno dopo giorno nel conteggio dei contagiati con esito infausto perché sul loro percorso di malattia incontrano la morte.

Morti per Covid 19- Cifre impressionanti

Soprattutto ondata numero due che stiamo vivendo la cifra delle morti è ogni giorno impressionante.

La contaminazione da Covid in Italia secondo

Persone anziane, deboli, con complessità di salute alle spalle che di fronte alla malattia da Covid 19 sono più fragili di altri e non ce la fanno. Muoiono ogni giorno da settimane centinaia di persone. Le domande spontanee sono almeno tre.

Tre domande senza una risposta.

Morti per Covid 19 – Le domande

I dati italiani secondo il sito Statistiche coronavirus in Europa

La prima riguarda la cura per tamponare l’infezione e aiutare le persone deboli a non soccombere alla crudeltà del virus che le colpisce proprio nei punti più vulnerabili del loro corpo. Cura che evidentemente ancora non esiste.

Sicuramente dopo il vaccino sarà la novità – così dicono gli esperti – che arriverà con il 2021.

Ma intanto non c’è. In Italia si muore di più rispetto a tanti altri paesi europei dove comunque il virus non è stato docile e leggero come in Francia, in Spagna e in Germania. Ma qui si muore di più.

E ricorre quindi l’interrogativo: perché si muore di più?

Morti per Covid 19 – Perché si muore di più

Fonte sito https://statistichecoronavirus.it/continenti/coronavirus-europa/

Nella triste lista dei morti insieme ai molto anziani ci sono anche persone che – secondo le statistiche note – avevano davanti un’aspettativa di vita lunga. Molto lunga, persone che coprono quasi due decenni dagli 50 agli over 70. Il Covid ha smentito tragicamente e crudelmente i conteggi delle statistiche che, tra l’altro, sono state alla base di riforme sostanziali del sistema di welfare italiano. Ahinoi e la cura non c’è. O forse c’è e non è per tutti?

La seconda domanda, spinta dai perché i morti in Italia sono tanti e più degli altri paesi europei, nasce da un dubbio.

A che grado arriva il livello di benessere negli anni “anziani”?

fonte: https://statistichecoronavirus.it/continenti/coronavirus-europa/

Da uno a dieci a che punto arriva il nostro corpo nella performance in benessere? E se l’asticella resta a livello basso e siamo più soggetti a diventare fragili di fronte a una pandemia come quella da Covid 19 cosa significa?

Quanto pesano nel concetto di benessere i parametri degli stili di vita corretti su cui si fa tanta narrativa (anche televisiva)? Teorie a sostegno di discorsi generali ma ai fini pratici sono inutili col risultato che il livello di salute dei cittadini è tendenzialmente scarso e quindi più soggetto ad essere intaccato dalle malattie? E’ questo il motivo dei tanti morti in più in Italia?

Morti per Covid 19 – Ospedali total Covid

La terza domanda che mi pongo si riferisce a quello che abbiamo imparato nei mesi trascorsi con Covid 19 come compagno di viaggio che ha dominato totalmente la scena sanitaria imbrigliando completamente la risposta data dagli ospedali all’ondata inarrestabile del virus. Così il Covid ha invaso ogni reparto. Perfino le sale operatorie sono state usate per il Covid che invadeva quotidianamente gli spazi spingendosi perfino nei locali sottoscala…

Durante la prima ondata del Covid l’irruenza dei contagi, la gravità mostrate dai pazienti colpiti e soprattutto la contagiosità della malattia hanno portato quasi ovunque a sospendere le attività “normali” e gli screening di malattie gravi come quelle oncologiche o cardiache.

Le attività sono leggermente riprese (probabilmente a macchia di leopardo in tutto il territorio nazionale ma a detta degli stessi medici non si è riusciti a recuperare tutte le attività sospese. E non eseguire uno screening oncologico non è cosa da poco se tanti casi ogni anno emergono proprio dai controlli di prevenzione.

Partendo da questo dato di fatto viene da chiedersi quante siano le persone che oggi incontrano la morte per Covid che, col passare del mesi, hanno visto aggravare le loro condizioni di salute perché portatrici di malattie pesanti passate in secondo piano con il Covid? E’ questa la ragione dei tanti morti?

L’interrogativo successivo che resta a fior di labbra e che non viene mai espressamente pronunciato ha qualcosa di agghiacciante e di drammatico che fa il paio con il terrore seminato dal virus stesso. Il tema è quello della costrizione di una scelta perché impossibilitati a tenere attivo il doppio binario: curare i pazienti Covid e proseguire nelle attività normali di cura.

E’ un fatto che siano stati posticipati gli screening oncologici… e che siano rimaste attive solo le attività chirurgiche urgenti ecc. Una scelta dettata da una coperta troppo corta per poter affrontare tutti i problemi che evidentemente sono stati aggravati dalla pandemia.

Che sistema sanitario è quello che – in un momento di gravità estrema portata dall’esplosione di una pandemia che falcia così tante vite – si trova di fronte al bivio: curare il Covid o curare le malattie gravi convenzionali? Su questo punto sarebbe interessante conoscere quanto è stato fatto negli altri paesi e soprattutto sarebbe altrettanto interessante avere la dimensione degli investimenti fatti nel corso degli anni per avere strutture sanitarie capaci di affrontare un’emergenza improvvisa non rinunciando all’attività del “tempo di pace”.

Credo che si potrebbero scoprire molti aspetti interessanti e, perché no anche formativi.

E’ questo il problema dei tanti morti sommati in Italia?

morti
info@antonellalenti.it

2 Comments

  1. Giuseppe Castelnuovo Reply

    Disomogeneità dei rilevamenti statistici? Anzianità della popolazione? Inquinamento atmosferico? Carenze della cosiddetta medicina territoriale e dell’organizzazione sanitaria? Probabilmente un mix di tutti questi fattori. Un’altra domanda a cui sarebbe utile cercare una risposta è: perchè la maggiore percentuale di morti correlati a Covid sulla popolazione a Piacenza rispetto alle altre province dell’Emilia Romagna e di molta parte dell’Italia?

    • Hai ragione. Ho pubblicato uno stralcio del report Er che mi hai inviato ma a questa domanda non si trova una risposta. almeno io non l’ho trovata. quella maggior percentuale di morti correlata al covid potrebbe essere messa in relazione a una fragilità più elevata di una popolazione tra le più vecchie e quindi a una popolazione anziana più male in arnese che altrove. Tra l’altro se il covid è la prima causa id morte a Piacenza ma anche a Parma e a Reggio la seconda sono le malattie cardiovascolari… Si segnala però che tutta l’Emilia occidentale ha un tasso più elevato di morti per il Covid rispetto alle zone di Modena. Bologna e Rimini. Potrebbe esserci anche una ragione geografica almeno per quanto riguarda Piacenza che ha avuto la percentuale più elevata di morti in regione. Una spiegazione legata alla correlazione quotidiana con Milano e la Lombardia e che avrebbe dovuto portare a decretarne la zona rossa subito quando fu chiusa Codogno. Così non è stato fatto non considerando che dal basso lodigiano c’è un travaso continuo anche sanitario che gravita su Piacenza. A questo punto non so se risposte ne potremo trovare mai. La mia sensazione (sempre più forte) è che stia diventando un po’ “scontato” l’idea che in una pandemia ci siano dei morti e quindi questo gravissimo elemento finisce per perdere la funzione di stimolo a capire e conoscere per intervenire meglio. Il cinismo a volte è la risorsa che prevale per non lasciarsi trascinare nel girone di una sofferenza infinita. E’ molto triste ma credo che stia succedendo… spero di sbagliare.

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