MODA&MODI

Metti le donne in pantaloni. E’ il look, bellezza!

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LOOK&DINTORNI- Principe di Galles con giacca doppio petto, pantalone largo portato alla sbarazzina, scarpe con tacco basso e maglione altrettanto oversize dai colori sgargianti. La vita è a colori.

Inno alla vita nella divisa invernale al femminile così combinata?

Visto che quello che passa sulle passerelle della moda non nasce dal nulla ma coglie i mutamenti, interpreta i desiderata e perché no indirizza comportamenti e segna le storie personali, c’è da chiedersi come mai nel 2020 si pensa di riportare alla luce il vecchio tailleur da donna (un po’ travestita da uomo) che si fa largo nel business e negli affari. Si immagina dunque una donna in carriera a tutto campo.

Sarà forse per esorcizzare un piega preoccupante e sbagliata che ha preso la convivenza comune tra uomini e donne e che troppo spesso, nelle diatribe private, si conclude con il sotterrare queste ultime?

Camuffiamo dunque le donne da uomini così non si mettono troppo in evidenza e magari la furia distruttiva che attraversa questa stagione della nostra vita passa e va come sono passate e andate tante altre escrescenze del vivere civile.

Bastasse un abito, un tailleur pantalone e un paio di scarpe per risolvere il problema.

Paradosso dei paradossi è che la moda veste le donne ispirandosi al look maschile mentre nella vita normale (quella che con molto sfrontato coraggio si chiama “civile”) per le donne è sempre più difficile essere accettate alla pari e rispettate per le loro caratteristiche senza che siano un po’ maschie…

Un contrasto in netto bianco e nero che fa pensare.

Restando alla frivolezza dell’apparenza, la tendenza al look mascolino si accentua ancora più quando, per contrasto – casomai per errore s’indossasse una gonna – sopra la camicia si aggiunga una cravatta, naturalmente allentata e fatta cadere come una casuale collana per ammorbidirne l’intrinseco effetto cappio al collo che la cravatta evoca. Tuttavia resta eventualità rara poiché sembra che le gonne vivano una stagione di like davvero bassa, a detta degli stessi addetti ai lavori le gonne non si vendono… Anche per questo ci sarà una ragione!

Donne dure, rampanti e decise a tutto pur di arrivare. Ripresa un po’ stentata del cliché che alla fine degli anni Ottanta (anni ruggenti quanto a rampantismo) era stato tradotto in innumerevoli film in cui le donne vestivano la giacca con spallone minacciose accompagnate, in quel caso, da gonne tubino che ne dovevano esaltare la femminilità fisica. Fase di passaggio che poi, agli inizi degli anni Novanta, si tradusse in un look molto androgino dove insieme al tailleur ispirato al vestire maschile degli anni Quaranta si affiancava quasi sempre il capello corto alla garçon. Ma anche quello doveva essere un messaggio tra il sociologico e il culturale. Da un lato avrebbe dovuto significare che le donne possono avere una capacità intrinseca a essere flessibili nel loro modo di essere e dall’altra però aveva in sé l’idea di smussare le differenze tendendo a una certa omologazione al modello maschile tradizionale dominante.

Corsi e ricorsi e oggi l’interpretazione del tailleur cambia ancora e si veste, si traduce in una linea informale con qualche tocco creativo qua e là. L’intento è sempre lo stesso, vestire le donne da uomo. E si torna al punto di partenza. A quella frase che riecheggia dal passato: “ricorda chi porta i pantaloni qui”… Concetto tanto in voga nella società patriarcale di ieri. Un chiaro invito che suonava più o meno così: stai zitta tu che sei una donna. Oggi le donne lasciano perdere le gonne e portano i pantaloni anche nel tailleur ma questa preferenza non si traduce automaticamente sul contare di più nella società. Come sempre è maquillages. Pura superficialità. E’ solo look bellezza.

(Uscito su Libertà il 23 settembre 2019)

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