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Ciclabili, entro il 2033 soldi e coraggio

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Ciclabili, entro il 2033 servono soldi e coraggio

Ciclabili, largo alle due ruote ma a Piacenza servono molto coraggio e tanti finanziamenti. Nel piano per la ciclabilità due obiettivi: manutenzione di tutta la rete esistente (86,5 km) e portare a 230 km la rete entro il 2033

Il piano per le ciclabili è pronto. Si parla di dorsali a raggiera per tutta l’area urbana, di collegamento con le frazioni, ma non solo. Si declinano i collegamenti tra direzioni diverse e con la ciclabile VenTo (che va da Venezia a Torino), si ipotizzano itinerari verdi, paesaggistici e si chiedono a gran voce spazi liberi dal traffico in prossimità delle scuole… Per riassumete tuto questo si suggerisce una piantina sullo schema utilizzato per le Metro

Per chi usa la bicicletta oggi a Piacenza (o per chi ha smesso perché non è un mezzo sicuro) il piano si presenta come una favola a occhi aperti. Si chiama Biciplan, lo hanno proposto al Comune i professionisti (Tito Stefanelli e Sofia Pechin)  di TRT – Trasporti e Territorio  a cui era stato commissionato. La stessa società ha realizzato anche il Piano per la mobilità sostenibile  (PUMS) licenziato alla fine del 2021 dalla precedente amministrazione e rimasto lettera morta. Per ora. Quest’idea di rete ciclabile è ambiziosa. Tanto da risultare molto difficile da realizzare… almeno a una prima impressione.

Per darne il via si devono superare tre ostacoli impegnativi.

Il primo è immateriale ma tosto: darsi il coraggio di farlo perché la sua applicazione comporterà la rivoluzione della mobilità cittadina, argomento sempre portatore di conflitti infiniti dagli anni Settanta ad oggi. Basterebbe fare un salto di memoria a un recente passato per rispolverare lo scenario che si presenta ogni volta che si affronta il tema “mobilità” nel centro urbano di Piacenza. Terreno esplosivo.

Il secondo presupposto indispensabile è molto concreto e materiale e riguarda i dané, i finanziamenti. Con quali soldi realizzare quel piano? Dove reperirli e in quanto tempo poterli ottenere? Nelle intenzioni c’è l’idea di portare in dieci anni (dal ’23 a ’33) a 230 km le ciclabili cittadine (attualmente si sommano a 86,5 km).

Il terzo ostacolo, infine, tocca la sfera culturale e si riferisce all’intento di allargare la platea di chi utilizza la bicicletta negli spostamenti casa-lavoro e lascia l’auto ai percorsi più lunghi.

A Piacenza potrebbe essere un terreno fertile perché sulla bici non si parte da zero visto che il suo utilizzo è già molto diffuso. Ma non basta se si pensa che il 53% dei piacentini preferisce ancora le 4 ruote per percorrere le strade interne alla città solo il 18% usa la bici e il 20% sceglie di andare a piedi. “Eppure la città ha un centro urbano storico – hanno rimarcato il progettista di Biciplan – che a piedi si attraversa in 15 minuti e in bici in 5 minuti”.

Tra le strategie su cui si basa il piano ciclabile viene inserito il tema dell’umanizzazione della strada che deve essere uno spazio di convivenza tra mezzi diversi. Si tratta – è stato ripetuto – di un percorso culturale più lungo da assimilare che però deve essere accompagnato da azioni concrete, pratiche per spingere e favorire gli spostamenti in bicicletta.

Se negli anni Cinquanta gran parte dello spazio stradale era riservato alle automobili e le altre mobilità erano subordinate a questo, la necessità di oggi va in direzione opposta “Le strade appartengono alle persone e non alle automobili” sottolineano i progettisti di Biciplan. Come dire che nella progettazione sarà necessario ripensare le sezioni stradali che permettano nuovi utilizzi.

Sul tema ciclabile c’è poi un altro piano di valutazione: l’efficienza e percorribilità della rete. Si fa presto a dire ciclabili, le parole sono sempre precise, non sempre lo sono i fatti che le concretizzano.

CICLABILI – Cambia il paradigma: la strada è delle persone

Basterebbe una ricognizione sulle attuali piste ciclabili per avere davanti la fotografia che rilancia una rete decisamente da costruire ex novo. Sia per la funzionalità, per la manutenzione (assente da anni) sia perché tante ciclabili si interrompono improvvisamente e si concludono anche su strade di alta percorrenza automobilistica.

Ciclabili sì perché è anche una sfida di salute

L’obiettivo della pianificazione ciclabile delle aree urbane risponde anche un altro tema emergente: quello della salute. Nell’incontro svolto a Palazzo Ducale è intervenuto su questo argomento il dottor Roberto Sacchetti, presidente dei pediatri piacentini, che ha portato le buone ragioni a supporto della ciclabilità della città anche per difendere la salute dei bambini.

Ha rilevato infatti che ormai diversi studi certificano, senza possibilità di dubbio, i riflessi negativi delle polveri sottili producono sui bambini non solo sugli organi respiratori, ma anche sulle capacità cerebrali. “Si tenga conto – ha spiegato il medico – che polmoni e cervello dei bambini sono in fase di crescita e quindi ricevono tanti danni che riguardano vari aspetti come problemi nello sviluppo polmonare ma anche possibili conseguenze sullo sviluppo neuro cognitivo, oltre ad una maggiore esposizione a infiammazioni, a diabete”.

E su questo ha caldeggiato fortemente la necessità che le aree degli istituti scolastici siano lontane dal traffico veicolare per tutta la durata dell’attività scolastica. Innumerevoli i punti toccati e i suggerimenti messi nero su bianco nel piano illustrato.

Prima di tutto viene da chiedersi quale tipo di ciclabile si pensa di inserire in quella cospicua quantità di chilometri prevista da oggi al 2033? Promiscue, in condominio con le auto in sosta e contemporaneamente con l’uso della strada residua da parte delle automobili? Saranno ciclabili identificabili con una loro dignità cartellonistica? Saranno compiute o solo spezzoni sospesi, si inter-scambieranno con altre linee, altri percorsi per altre direzioni? Il Piano illustrato sembra affrontare queste lacune e criticità risolvendole.

CICLABILI – La sfida comunale sulle due ruote

L’assessore all’urbanistica Adriana Fantini, al lavoro per il Piano urbanistico generale (PUG), nel presentare il lavoro dei progettisti del Biciplan ha parlato di una nuova visione che lo strumento urbanistico dovrà avere. Prima di tutto il cambio di orizzonte che passa dalla discussione sui volumi a quella che ripensa ai vuoti, alle strade, alle piazze fino agli elementi di connessione tra le varie parti del tessuto urbano. Il Biciplan – ha aggiunto – si inserisce in questo contesto e rappresenta una sfida a ragionare per strategia e non per zonizzazione.

Attualmente, come si è detto ci sono (formalmente) 86,5 km di ciclabili e solo 3,7 km sono in sede propria 60,5 km si trovano a condividere lo spazio con carreggiate per auto e marciapiedi per pedoni. Il Biciplan illustrato dai progettisti tiene conto dello stato di salute della rete esistente se, in bella evidenza, suggerisce esplicitamente – insieme ai prolungamenti e alle innovazioni – di avviare una manutenzione per l’intera rete attuale che da anni ne necessita.

Potrebbe essere questo il punto di partenza: sistemare quello che già c’è. La creazione di nuove “linee ciclabili” necessita di un tempo molto più lungo, di consistenti finanziamenti da reperire e, soprattutto, sarà un progetto di possibile attuazione solo con una ridefinizione degli altri spazi per la mobilità.

CICLABILI – Diffondere l’uso delle due ruote

Le strategie per diffondere l’uso della bicicletta si basano su alcune innovazioni. Naturalmente si propone la realizzazione di percorsi ciclabili, ma anche misure che intrecciano le automobili con interventi per ridurre la velocità dei veicoli. Prioritaria la necessità di dare continuità ai percorsi e proteggere gli attraversamenti. L’obiettivo dichiarato è quello di ridurre il numero degli incidenti con morti e feriti tra i ciclisti.

Quanto alla sicurezza c’è anche l’aspetto che riguarda i furti e gli atti vandalici sulle biciclette ed è per questo che tra le proposte vi è anche la sostituzione delle rastrelliere che garantiscano l’ancoraggio del telaio della bici, unica strada per evitare che alla rastrelliera resti ancorata, come spesso succede, la sola ruota della bicicletta.

Non mancano poi i servizi a supporto della ciclabilità e strategie per l’utilizzo della bicicletta perfino per la distribuzione delle merci ai negozi. Su questo punto s’è parlato di aree di sosta per i mezzi delle consegne che potrebbero utilizzare per lo spostamento verso i negozi le bici-cargo che già sono diffusissime nei paesi del Nord Europa.

Ciclabili esterne, collegamenti e servizi: cosa dice il Piano

Il progetto prevede 10 “assi radiali” portanti, convergono in piazza Cavalli e assicurano il collegamento tra i comuni limitrofi, le frazioni, i quartieri residenziali ed il centro innestandosi in altri percorsi. Questi sono gli assi: Ponte Po, Emilia Pavese, Ex Ospedale militale – Ponte Paladini, Piazzale Genova – Gossolengo, Saverio Bianchi – Pittolo, Nasolini-Quarto, Piazzale della Libertà – Casoni, Piazzale della Libertà – | Vaccari, Emilia Parmense, Piazzale Milano – Roncaglia

Previsto inoltre 1  “percorso anulare” che segue il vecchio tracciato delle mura; 1 “Dorsale urbana”  (Piacenza Ovest – Università), che permette un agevole collegamento tra le ciclovie di ingresso/uscita dal centro e la connessione con i principali attrattori di traffico, come anche la miglior distribuzione del

flussi ciclabili, non sempre diretti verso il centro della città.

Infine si suggerisce  1 “Dorsale extraurbana” che permette un agevole collegamento tra le frazioni. Accanto alle direttrici nel piano si elencano i servizi che devono essere integrati con le funzioni urbane e con i nodi della mobilità sia pubblica sia privata.

Tra queste si citano: aree di sosta attrezzate dotate di servizi alla ciclabilità; segnaletica direzionale, una velostazione (localizzata nell’attuale deposito di biciclette, a servizio degli utenti della Stazione e del centro storico); incremento della dotazione di parcheggi pubblici per le biciclette; introduzione nel Regolamento Urbanistico ed Edilizio (RUE) dell’obbligo di prevedere ciclo posteggi nelle nuove costruzioni (esiste già – hanno riferito i progettisti – ma non sempre si concretizza).

Previsto inoltre il potenziamento dei servizi di mobilità ciclabile condivisa che in pratica consiste nel potenziamento delle bike sharing in corrispondenza dei parcheggi in interscambio e dei principali poli attrattori cittadini. Si parla poi dello sviluppo di un’Applicazione Mobile per la community oltre che, come si diceva della diffusione delle e-bike e la micro-mobilità (monopattino).

Il Biciplan propone la definizione di una strategia complessiva per la ciclo-logistica elencando una serie di misure e politiche che prevedono l’uso di “cargo bici” (in tante città sono già utilizzati) per svolgere servizi privati e di pubblica utilità. Strumenti di regolamentazione – è stato sottolineato nell’illustrazione del Biciplan – sono già inseriti nell’ambito del PUMS come il rinnovo del parco mezzi per il trasporto merci e la gestione del trasporto merci nell’ultimo km e nelle ZTL con veicoli a basso impatto.

Quindi si accelera sulla diffusione di pack station pubblici o in concessione ai privati che, per la consegna dei pacchi a domicilio, permetterebbero di evitare due o anche tre passaggi a domicilio in caso di assenza del destinatario. Legato a questo tema la disposizione di parcheggi dedicati sul territorio indicandone anche i luoghi come a velo-stazione e le aree di maggior interesse.

Come si vede un lungo elenco di azioni che dovrà essere suddiviso in priorità. Tra queste la più urgente riguarda la manutenzione dei km esistenti come lo stesso Biciplan, insieme alle suggestive proposte di ampliamento, suggerisce.

Antonella Lenti

info@antonellalenti.it

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