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Gli occhi di Prospero Cravedi ci raccontano la realtà ma non solo

Apre in Santa Chiara la mostra promossa dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano dedicata al fotografo scomparso nel 2015. Grazie ai figli e alla moglie la creazione di un archivio stimato in un milione di negativi
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Gli occhi di Prospero ci raccontano la realtà ma non solo

Gli occhi di Prospero Cravedi hanno sempre penetrato, scandagliato la realtà restituendocela con le sue foto, ma arricchita di qualcosa di più: la sensibilità che aveva verso quello che guardava.

Questa capacità personale fa sì che le sue immagini giornalistiche abbiano raccontato e ancora raccontino pezzi di realtà piacentina che vanno oltre il soggetto impressionato sulla pellicola. Sanno raccontare storie compiute.

Ora una mostra a lui dedicata intitolata “Prospero Cravedi – Tempi e volti di una comunità” si apre venerdì 9 in Santa Chiara sullo Stradone Farnese e resterà visitabile fino a domenica 15 ottobre. Sarà aperta da martedì a venerdì dalle ore 16 alle 19,30, sabato e domenica dalle ore 10,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 19,30. L’ingresso è gratuito.

La mostra è stata promossa dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano presieduta da Roberto Reggi “Un onore e un’emozione intensa – le parole di Roberto Reggi – ospitare questa mostra nei locali dell’ex convento nell’ambito delle celebrazioni dei 30 anni di attività della Fondazione.

Ciò che ci colpisce è come Prospero abbia tenuto sempre al centro della propria opera l’essere umano o meglio l’essere umani e l’essere insieme parte di una comunità”. Il curatore è il professor Paolo Barbaro del Centro Studi e Archivio della comunicazione dell’Università di Parma che ha spiegato alcuni aspetti e significati delle foto presenti nell’esposizione. “Ben più di un fotografo di provincia”. Ha osservato il professore che ha illustrato i settori in cui è suddivisa la mostra.

A sinistra il professor Paolo Barbaro con la famiglia Cravedi i nipoti la moglie Angela e i figli Ettore e Gianni. Al centro Roberto Reggi, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, a destra il vicepresidente della Fondazione Mario Magnelli (foto tratta dal sito della Fondazione)

Si parte dai ritratti piacentini, un caleidoscopio di volti, per passare poi al giovane Prospero, quindi i fatti quotidiani, e poi le donne e ancora i viaggi, il bar sport e ancora tra sacro e profano… e l’arte, la città e il territorio, le piazze e l’impegno civile, il Po e l’Africa, i volti celebri. Il percorso dell’esposizione si concluderà proprio con le immagini del primo viaggio in Africa insieme a don Vittorione e all’associazione Africa Mission a cui sarà devoluto il ricavato della vendita del catalogo.

L’esposizione propone 200 immagini che segnano il tempo della città e del suo lavoro che qui si concentra nell’arco temporale tra i ‘50 e i ‘70. Immagini catalogate tratte da una mole immensa di fotogrammi. Per ora l’archivio digitale è composto da 160mila foto ma nelle 6mila buste artigianali ricavate da fogli pinzati alla meglio in cui conservava il suo lavoro si stimano almeno un milione di negativi.

Le immagini esposte – un’anteprima si era svolta a inizio estate –  è ben più di un tributo a un fotografo che per anni ha testimoniato cronache e fatti grandiosi, minori, felici e tremendi della città e anche della provincia. E’ un ritratto di noi stessi che Prospero lo abbiamo conosciuto da vicino e con lui a fianco abbiamo fatto giornalismo in questa città in vari modi e in vari settori. Per anni il suo lavoro lo ha visto in prima linea per il quotidiano Libertà.

Durante la conferenza stampa di presentazione della mostra è intervenuto anche il vicepresidente dell’Editoriale Libertà Sandro Miglioli che ha ricordato quando, giovanissimo, entrò nell’antro di Prospero come “ragazzo di bottega”. Ha evocato la magia della camera oscura… sempre una prova del nove – l’era digitale era ben lontana ancora – quando lentamente la pellicola si impressionava e compariva l’immagine… Sono molto contento che si sia realizzata questa mostra – ha detto – muove sentimenti profondi.

Prospero non pensava ai riconoscimenti. Gli bastava scattare, fissare l’attimo con il suo occhio tante volte più veloce del fatto che stava fotografando perché allenato e agile nel cogliere il momento clou. E ci riusciva.

La famiglia di Prospero, i figli Ettore e Gianni la e moglie Angela, hanno lavorato molto per rendere possibile la raccolta del suo lavoro perché non andasse perduto rendendo così possibile un lascito che sarà patrimonio culturale per tutti.

E’ stato un impegno morale per tutti loro, interpretato materialmente da Angela a realizzare questo dono che ci permette ora di leggere un racconto nel quale ci ritroviamo e che è allo stesso tempo la sequenza della vita e del lavoro di Prospero che per lui sono stati un tutt’uno fino alla sua scomparsa nel 2015.

Antonella Lenti

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info@antonellalenti.it
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Un giovane Prospero Cravedi
Concerto di Mina… si tengono a bada i fans 1967
Il Po, la piena, gli sfollati 1968
La protesta degli operai dell’Arbos 1975
William Xerra: si posa il Dolmen, monumento alla Resistenza 1976
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Vent’anni di foto “raccontati” dal 14 settembre al 14 ottobre con cinque appuntamenti

Nel corso dell’esposizione diversi appuntamenti per approfondire il lavoro fotogiornalistico di Prospero Cravedi. Il 14 settembre si terrà il primo degli incontri-racconti collaterali, tutti alle 17.30 e sempre ad ingresso gratuito, che si concluderanno il 14 ottobre. Ecco il programma.

Nel primo incontro il 14 settembre alle 17,30 si parlerà di “Tempi e volti di una comunità”. Intervengono il professor Paolo Barbaro curatore della mostra intervistato da Tiziana Pisati (consigliere della Fondazione di Piacenza e Vigevano) e il giornalista Giangiacomo Schiavi.

Il 22 settembre tema dell’incontro il calcio “Giocavamo all’olandese” ne discutono Robert Gionelli, consigliere d’amministrazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano, dialoga con il giornalista Paolo Gentilotti.

Terzo incontro il 30 settembre “Ad Arte” sul tema intervengono Mario Magnelli, vicepresidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano con Paolo Barbaro e il giornalista Paolo Baldini. “Qualcosa in comune” è il tema dell’incontro del 7 ottobre dedicato alla politica e all’amministrazione della città negli anni ’70, nelle manifestazioni di piazza, nelle lotte sindacali… Interviene Roberto Reggi, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano intervistato da Mauro Molinaroli.

“Un cuore grande” serata dedicata ai 50 anni di Africa Mission è l’ultimo appuntamento del 14 ottobre. Intervengono Elena Uber, consigliere d’amministrazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano, la giornalista Maria Vittoria Gazzola e Carlo Ruspantini, direttore di Africa Mission.

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