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A “pesca” di CO2 direttamente in atmosfera, sperimentazione in Islanda

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A “pesca” di CO2 direttamente in atmosfera, sperimentazione in Islanda

Nuova tecnologia in fase di sperimentazione in Islanda per “mangiare” la CO2 andandola a scovare direttamente nell’atmosfera. A pieno regime Orca, così si chiama l’impianto riuscirà ad assorbirne 4mila tonnellate all’anno.

Ogni tanto anche una mail privata può aiutare ad aprire un piccolo spiraglio in fatto ambientale. Potrebbe essere infatti una buona notizia quella ricevuto attraverso la newsletter “NON SCALDIAMOCI” della rivista Wired all’interno dello spazio-diario dedicato ai cambiamenti climatici curato da Enrico Pitzianti (caporedattore de L’indiscreto e collaboratore di Esquire, Wired e Il Foglio oltre che docente esterno all’Università di Ferrara).

Lo switch on dell’impianto progettato da una società svizzera (Climeworks) è stato dato nei giorni scorsi. Una notizia che incuriosisce prima di tutto e che successivamente apre la speranza di poter alleggerire il carico umano sulla terra che si va facendo ogni giorno più pesante e a cui al più presto si deve porre rimedio.

L’impianto che ha iniziato a funzionare in via sperimentale – spiega l’articolo di Pitzianti – “al momento non è ancora arrivato a pieno regime ma lo sarà nel giro di qualche mese. Per avere un’idea delle quantità di cui si parla bisogna pensare che è un po’ come se uno solo di questi impianti potesse riassorbire l’anidride carbonica emessa in un anno da 900 automobili”.

CO2

Cosa può fare un solo impianto in una situazione ormai così tanto degenerata come quella che si osserva sul pianeta? Si chiede l’articolista. Ben poco ma il punto che viene sottolineato con forza è la possibilità che “una tecnologia del genere venga messa in funzione e testata sia per fare in modo che la ricerca scientifica la possa studiare e migliorare così da renderla più efficiente, sia perché in questo modo altri paesi saranno incentivati a investire nella costruzione di impianti simili”.

L‘interrogativo principale resta però uno. Una volta imprigionata la CO2 quale utilizzo sarà possibile? La risposta è presto trovata spiega l’articolo di Wired “La risposta non è banale: l’impianto non solo cattura il gas, ma lo “mineralizza” e lo “inietta” nel suolo a circa un chilometro di profondità. Mineralizzare vuol dire che l’anidride carbonica una volta catturata si pietrifica trasformandosi in roccia”.

Quale novità rispetto ad altri sistemi che prevedono l’immissione di CO2 nel sottosuolo? Una differenza sostanziale sottolinea l’articolo di Wired “La novità dell’impianto Orca non è quella di pompare il gas nel sottosuolo cosa che in realtà si fa già da tempo anche per azioni poco sostenibili come l’estrazione del petrolio – semmai di riuscire a catturare la CO2 in poco tempo . E bisogna aggiungere che l’anidride carbonica catturata da impianti come Orca si potrebbe anche usare in modi diversi che non prevedono la mineralizzazione, come immagazzinarla e reimmetterla nei processi dell’industria alimentare o produrre carburanti”.

CO2
IMPIANTO GEOTERMICO DI Hellisheidi

Trovandosi in Islanda – segnala l’autore dell’articolo – l’impianto sperimentale è alimentato da energia prodotta dalla vicina centrale geotermica di Hellisheidi. E il funzionamento di impianti come questo – conclude l’articolo di Pitzianti su Wired – è uno dei punti cruciali da cui dipenderà la sua diffusione nel mondo.

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(FOTO DELLA HOME TRATTA DAL SITO DELL’AZIENDA COSTRUTTRICE CLIMEWORKS)

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