LENTI A CONTATTO

Giavazzi: non bisogna sprecare le crisi. Cruciale la scelta dei settori su cui puntare per i piani di sviluppo

Il professor Francesco Giavazzi docente di Economia politica alla Bocconi oggi ospite di Tito Boeri al web Festival dell'Economia di Trento, serie preparatoria del Festival che a causa del Covid è slitatto a fine settembre
Google+ Pinterest LinkedIn Tumblr

Giavazzi: scegliere i settori su cui investire è difficile… ma i mercati possono essere una buona bussola

FOCUS SUL WEB FESTIVAL DI TRENTO (2) – “Non bisogna mai sprecare una buona crisi” parola di Francesco Giavazzi docente di Economia Politica all’Università Bocconi di Milano protagonista del dialogo on line “L’economia al tempo del Covid” con il direttore scientifico del festival dell’economia di Trento Tito Boeri che in questi giorni sta organizzando dialoghi e riflessioni attraverso la rete come tappe di avvicinamento all’appuntamento in presenza spostato a fine settembre. (Il primo incontro su questo tema è stato venerdì 29 maggio con il commissario europeo Paolo Gentiloni).

Il tema in discussione era, come nei precedenti incontri, l’Italia, l’Europa  il futuro dell’economia messa in ginocchio dalla pandemia da Covid 19.

E quindi come non sprecare le opportunità nascoste sotto una crisi di queste proporzioni?

Il messaggio che è uscito dalla “lezione” del web festival incita a non inseguire il già noto ma a studiare la situazione e rendersi conto di quello che potrà ricominciare come prima e quello che invece radicalmente cambierà. Guardare insomma con un occhio flessibile alla ricostruzione che sarà necessaria.

giavazzi
Tito Boeri, direttore scientifico del Festival di Trento

Giavazzi: “I mercati la bussola per indicare i settori su cui investire”

Il primo riguarda la risalita dal tonfo di questi tre mesi: sarà repentina? C’è chi lo sostiene – ha segnalato il professore – facendo un parallelo con la crisi del 2001 (attacco alle Torri Gemelle). Altri invece sostengono che la risalita sarà più lenta e soprattutto presenterà uno scenario completamente diverso da quello che è stata l’economia prima di Covid 19. E su quali settori un governo deve puntare per scegliere le sue priorità come chiede la Commissione Ue? Qui sta il punto, il nodo da sciogliere. Difficile ma necessario farlo in tempi brevi perché le scadenze sono molto ravvicinate.

Tra le due opzioni citate prima sulla ripresa economica il professor Giavazzi ha evidenziato un altro punto di vista elaborato in uno studio coordinato da Marco Pagano che osserva il comportamento del mercato azionario guardando ai rendimenti attesi. Differenza sostanziale tra i rendimenti delle compagnie delle navi da crociera attesi per rendimenti molto alti che indica un altro rischio d’investimenti  e quelli delle aziende digitali che invece hanno attese normali.

Giavazzi: L’investimento meno rischioso è quello nelle imprese digitali

Quello che evidenzia lo studio è interessante perché sta cercando di guardare avanti osservando e valutando quello che pensa il mercato in tempo reale nel dopo Covid. E cosa dice il mercato? Dice che l’investimento meno rischioso è quello nelle imprese digitali e non in quello dei trasporti dalle navi agli aerei… questo è quanto si legge dal mercato, può essere sbagliato ma ci dà segnali forti su come usciremo da questa situazione.

Indicazioni che secondo Giavazzi potranno anche guidare il comportamento degli Stati, sulle scelte che dovranno prendere per il futuro. Se lo stato fa la scelta di difendere i posti di lavoro ovunque siano in tutti i settori ecco potrebbe commettere un errore, meglio concentrarsi sulle start up. Quindi la situazione è molto difficile ed è possibile che l’intervento pubblico possa andare nella direzione sbagliata facendo ripartire settori che non avranno più spazio. Oggi vale ancora di più il principio che l’obiettivo deve essere quello di difendere i lavoratori e non i posti di lavoro.

Giavazzi: Il programma da elaborare per settembre è importantissimo

Il programma da elaborare per settembre è molto importante – ha ricordato Giavazzi – La Fase due che stiamo vivendo  è stata facile ma capire quali sono i settori in cui investire è molto importante e non è semplice. Mi sembra che usare quello che il mercato ci sta dicendo può essere un utile punto di partenza.

E tra le indicazioni da portare in Europa ci dovrà essere anche la riforma fiscale ha domandato Tito Boeri al professor Giavazzi.

L’ultimo che mise le mani e rivoluzionò il fisco nel nostro paese fu Visentini nel 1973 da quella volta si sono operati solo “aggiustamenti” e di aggiustamento in aggiustamento si è snaturata completamente il lavoro di quella commissione che lavorò per oltre un anno. Quindi se il proposito è quello di apporre un nuovo aggiustamento meglio non toccare l’argomento. La cosa peggiore sarebbe continuare ad aggiustare…

Giavazzi: garanzia per Fca per capitale? Allora lo stato diventi azionista

Diversi spunti d’interesse nella mezz’ora di dialogo. Dalla necessità di creare nuova occupazione alla scomparsa di tanti lavori, dalla capacità di veleggiare del digitale che in tempi di coronavirus ha cambiato radicalmente il modo di lavorare e che porrà un problema “immobiliare soprattutto per le banche che in questo ambito, soprattutto a Milano hanno investito tantissimo”.

Da qui l’interrogativo che destinazione avranno tanti immobili prima ufficio e oggi vuoti? E ancora quale comportamento tenere di fronte al finanziamento Fca garantito dal governo? Si tratta di finanziamento per liquidità o per necessità di capitale? E allora in quest’ultimo caso non è pensabile che lo Stato possa entrare a far parte della stessa società? E su tutte una domanda con quale ottica e quale visione il governo italiano si appresta ad affrontare questo appuntamento vitale per il Paese?

Interrogativi e scenari che si delineano in queste dirette digitali della formula web del Festival il tema dominante è la sfida economica che ha di fronte l’Italia e il programma esposto dalla Commissione europea che dovrà passare al vaglio del Consiglio degli stati membri e il tema del credito alle imprese e a quali imprese e la necessità che lo stato s’interroghi come orientarsi nella definizione dei progetti da presentare a settembre ottobre alla commissione europea per avere i contributi del New generation Ue.

info@antonellalenti.it

giavazzi

Lascia un commento