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Farmaco anti-malarico per Covid 19 – Cavanna: “Finché non c’è il vaccino l’idrossiclorochina deve essere disponibile per i medici”

Una fortuna che il farmaco sia stato ritirato a maggio, fosse accadute un mese e mezzo prima sarebbe stato un dramma.Le dichiarazioni dell'oncologo piacentino Luigi Cavanna al quotidiano online SanitàInformazione. Annuncia uno studio piacentino sugli effetti collaterali prodotti sui pazienti. Pronto tra un paio di mesi.
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Farmaco anti-malarico per Covid 19 – Cavanna al quotidiano online SanitàInformazione: “Finché non c’è il vaccino l’idrossiclorochina deve essere disponibile per i medici”

Un farmaco che esiste da 80 anni, le sperimentazioni in epoca di Coronavirus, medici che lo sostengono medici che lo demonizzano. Viene usato in tanti ospedali nella fase cruenta del virus poi una ricerca viene pubblicata su Lancet e per la idrossidoclorachina si apre il baratro. Alcune agenzie del farmaco decidono di sospenderne l’uso tra cui quella italiana.

Secondo lo studio gli effetti del farmaco antimalarico – utilizzato anche in caso di artrite reumatoide – non porterebbe benefici ma gli effetti collaterali sarebbero molto pesanti. Ma non tutti la pensano così. Tra questi ci sono Roberto Cauda infettivologo del Policlinico Gemelli e Luigi Cavanna oncologo piacentino che al quotidiano online Sanità informazione decisamente sostiene la necessità dell’uso del farmaco: “Dopo che l’OMS ha bloccato le sperimentazioni, altri enti regolatori nazionali come quello francese e quello italiano si sono adeguati vietandolo nella pratica clinica…. E’ stata una fortuna che la decisione di ritirare il farmaco sia arrivata a fine maggio.

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La schermata del quotidiano SanitàInformazione

“I medici devono poter usare il farmaco”

Oggi i malati gravi sul territorio sono molto rati. Ma se fosse arrivata un mese e mezzo prima sarebbe stato veramente un dramma – dice Cavanna che annuncia un prossimo studio che sarà pronto fra un paio di mesi nel quale saranno esaminati i dati relativi all’utilizzo del farmaco a Piacenza. Faremo uno studio retrospettivo per valutare in modo scientifico che effetti collaterali abbiamo avuto. Dichiara al giornale.

“Tutti i medici con cui ho parlato – prosegue – mi hanno detto di non aver avuto effetti collaterali clinicamente rilevanti. Naturalmente un conto è dirlo, un conto è dimostrarlo a livello scientifico. Io spero che in un paio di mesi potremo scrivere questi risultati su un numero rilevante di pazienti. L’Agenzia Italiana del Farmaco dovrà tenerne conto”.

Il medico piacentino – spiega il giornale SanitàInformazione – chiede ad Aifa l’agenzia nazionale per il farmaco “di rivedere la scelta di sospendere l’autorizzazione all’utilizzo off-label del farmaco al di fuori degli studi clinici”. Ed è deciso Cavanna che porta queste motivazioni: “Io l’ho toccato con mano su qualche centinaio di pazienti trattati, di questi nessuno è morto e i pochi andati in ospedale sono tornati a casa in pochi giorni. Ma dobbiamo far di tutto per avere l’idrossiclorochina di nuovo disponibile in autunno, in vista di una possibile seconda ondata. Finché non c’è il vaccino l’idrossiclorochina deve essere disponibile per i medici”.  

Stessa posizione di un gruppo di 80 medici – scrive SanitàInformazione – che scrive a Lancet contestando lo studio che poi è stato ritirato. Secondo i medici – spiega SanitàInformazione – lo stop all’uso dell’idrossiclorochina mette «a rischio la vita di migliaia di potenziali pazienti e la ripresa economica di quasi tutti i Paesi del pianeta. Inoltre secondo questi medici «il largo uso che si è fatto nel mondo di idrossiclorochina unitamente alla azitromicina, nei pazienti al primo stadio di malattia, ha permesso di salvare loro la vita (Cina, Corea del Sud, Mauritius, Germania, alcune regioni dell’Italia e tanti altri Paesi e regioni nel mondo)».

Intanto riguardo all’idrossiclorochina – mette in evidenza SanitàInformazione – al momento Aifa ha fatto sapere che la decisione non sarà rivista. Ma c’è un altro aspetto interessante che viene messo in rilievo nell’articolo di SanitàInformazione. Il fatto che “non è vietato prescrivere il farmaco e i medici possono farlo con due “ma” – puntializza SanitàInformazione- il farmaco non è rimborsabile e la prescrizione è sotto la responsabilità professionale dei medici di famiglia”

Le critiche allo studio pubblicato su Lancet

Altro tema che ha agitato le acque tra medici e scienziati sul farmaco anti-malarico è la stessa tipologia dello studio pubblicato e poi ritirato.

Così Roberto Cauda al quotidiano on line SanitàInformazione: «Quello di Lancet è uno studio retrospettivo, ma ora serve uno studio prospettivo. Si stabilisce chi deve entrare e chi no. Gli studi prospettivi hanno un valore maggiore di quelli retrospettivi – spiega il dottor Roberto Cauda al quotidiano Sanità Informazione e prosegue: «Non credo che la clorochina possa essere il farmaco di eccellenza per combattere il Covid-19, non l’ho mai detto né pensato.

Ma in alcune situazioni ha certamente aiutato. Ci cono due fasi nel Covid-19: nella fase iniziale prevale la replicazione del virus, nella fase successiva c’è l’infiammazione che può dare embolia. Nella seconda fase i farmaci che bloccano la risposta infiammatoria o che riducono l’embolizzazione, come l’eparina, si sono rivelati utili più come sintomatici che come farmaci specifici. Ma non abbiamo ancora l’antivirale specifico per il Covid-19. La clorochina non è il ‘proiettile magico’, ma data precocemente e al dosaggio giusto, in modo che non sia tossica, può avere qualche chance antivirale. È chiaro che se viene somministrata a soggetti molto avanzati, più gravi, cardiopatici, non solo si rivela inutile ma è anche dannosa».

Anche Cavanna esprime valutazioni critiche sullo studio: Così a SanitàInformazione: « Lo studio apparso sul Lancet aveva a suo favore la grandezza del campione. Ma è uno studio con molti difetti. È come se noi analizzassimo le schede di dimissioni ospedaliere: si possono ricavare dei dati orientativi, ma non possono essere utilizzati per una ricerca scientifica”.

Cavanna contesta anche la frequenza degli effetti collaterali del farmaco. «Tra gli effetti collaterali viene segnalata l’aritmia ventricolare a torsione di punta. È una aritmia grave, severa, che comporta lo svenimento del paziente e poi la morte. Di questi casi a Piacenza non ne abbiamo avuto nemmeno uno e io penso che abbiamo trattato almeno un migliaio di pazienti».

Lancet ritira lo studio

La pubblicazione dello studio che demolisce il farmaco sulla rivista più prestigiosa del mondo a livello scientifico ha fatto cessare d’improvviso tutti i test in corso.

Tutto questo succedeva il 29 maggio scorso. Immediatamente dopo  – segnala quotidiano online Sanità informazione – si fa strada un altro punto di vista attraverso “un’inchiesta del Guardian secondo cui diversi scienziati nel mondo hanno segnalato che la ricerca pubblicata su Lancet era basata su uno studio i cui dati erano stati forniti da una piccola azienda autrice di tanti studi “senza mai spiegare l’origine né la metodologia utilizzata. Tre dei quattro autori dello studio avevano tentato di condurre una ricerca indipendente, ma Surgisphere non ha consentito l’accesso a tali informazioni menzionando accordi di confidenzialità con i clienti. Una decisione che ha reso inevitabile il ritiro dello studio” scrive il quotidiano Sanità Informazione.

Una gran confusione e non poco sconcerto che porta al ritiro dello studio pubblicato su Lancet le cui pagine ora sono coperte da una scritta a caratteri cubitali “RETRACTED” ritirato.

info@antonellalenti.it

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