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Antigone, work in progress al Laboratorio teatro di XNL

La prima nazionale in programma nel parco archeologico di Veleia il 19, 20, 21 luglio
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Antigone, work in progress al Laboratorio teatro di XNL

La grande sala multifunzione all’ultimo piano dell’ex palazzo Enel è vuota, sgombra di arredi. Ci sono solo alcune decine di seggiole e molti giovani in attesa di essere presentati ai giornalisti. Sono infatti loro i prescelti dal regista Marco Baliani per la messa in scena della prima nazionale di Antigone a Veleia il 19, 20 e 21 luglio prossimi.

Con loro la Bottega XNL ha aperto i battenti per la preparazione dello spettacolo. Sarà il parco archeologico dell’alta Val d’Arda il palcoscenico del primo lavoro di laboratorio teatrale inserito nel Festival del teatro antico da anni appuntamento fisso dell’estate culturale piacentina.

Da sinistra Mario Magnelli (Fondazione Piacenza e Vigevano), Marco Baliani regista e maestro del laboratorio teatro che lavorerà all’Antigone e Paola Pedrazzini, direttrice di Bottega XNL

I giovani sono sorridenti, accoglienti come chi si aspetta molto da questa esperienza. Di imparare soprattutto ma anche di perfezionare la professionalità in divenire, quella di un attore per forza non arriva mai a un approdo finale, è perennemente in movimento. I giovani attori hanno iniziato a studiare qui con il loro maestro da circa una settimana.

Dopo i primi momenti per amalgamare caratteri, umori, diffidenze (normali tra persone che si incontrano per la prima volta e che dovranno stare insieme da ora al momento dello spettacolo) il clima è diventato quello giusto – ha ricordato una ragazza che ha preso la parola facendosi portavoce dei suoi colleghi.

L’Antigone in cui rappresenteranno la comunità prenderà forma qui salvo la possibilità di entrare in scena per le prove tra le rovine di Veleia per tre giorni nell’imminenza dello spettacolo.

Per Veleia ma non solo dunque il 2022 ha portato novità significative.

La rappresentazione in programma a Veleia è di fatto la prima delle “botteghe artistiche” che apre le porte. Le altre riguardano pittura e arti visive e naturalmente Fare Cinema e così prende forma la nuova impronta progettata dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano.

Dove se non nella bottega d’artista si può saldare quella relazione tra maestro e allievi che sedimenta uno scambio di conoscenze, competenze e sensibilità continuo e osmotico?

Lo scambio diventa un valore assoluto per un lavoro d’arte basato sul sentire, sulla creatività, sull’esperienza sedimentata come un prezioso bagaglio professionale e culturale da trasmettere ai giovani che prenderanno parte al laboratorio di formazione con  Marco Baliani. “Formazione è conoscere il mondo che c’è, ma anche il mondo che non c’è” ha ricordato il regista durante la presentazione dei giovani scelti su una platea vastissima di candidati.

Così la forma che preannuncia avere lo spettacolo in costruzione nel cantiere di palazzo ex Enel potrebbe diventare molto di più di una rappresentazione teatrale con tutti i contorni stilistici che ci si aspetta. E’ apparsa nel racconto, ora solo tratteggiato, la similitudine con un ponte che parte dall’antico per approdare a una relazione con la realtà, la vita attorno a noi con la sua tragica attualità.

Il canovaccio di Antigone, i suoi personaggi, in questo caso diventano un medium che, rirponendo una storia antica parla dell’oggi, dei drammi umani che si ripetono perché spesso non si fa tesoro del vissuto. E’ per questo che ciclicamente, generazione dopo generazione, tornano le stesse pulsioni e drammaticità. Come succede per la guerra, come succede per la nuova guerra in Europa.

Marco Baliani ha presentato il suo lavoro “in progress” con gli attori scelti tra le 320 candidature inviate a Piacenza e già questo può essere il segno che la Bottega è un progetto che può camminare e di cui si sentiva il bisogno. Altrimenti perché tanta attenzione proveniente da ogni parte d’Italia?

Il regista, durante la presentazione a cui hanno partecipato anche Mario Magnelli responsabile del settore cultura  della Fondazione e Paola Pedrazzini, direttrice artistica di Bottega XNL, ha spiegato lo spettacolo come di qualcosa che si svilupperà su “un percorso che non si sa dove potrà portare”.

Ha messo l’accento sulla peculiarità di un lavoro che approderà allo spettacolo senza passare attraverso l’idea  di produzione. Un inedito, quasi un unicum. Quindi tutti, dagli attori al regista, dai musicisti, alla costumista amalgamati insieme a lavorare per Antigone formato Bottega XNL e per Veleia. Tra 15 anni – ha detto il regista – si parlerà di questa messa in scena in un parco aperto perché riusciremo a dare il meglio delle nostre possibilità”.

Si è detto contento di aver “scelto queste persone” per far emergere il meglio dei contenuti dell’opera da rappresentare. Antigone è il punto di partenza e il punto di arrivo di quel percorso di Bottega che ha preso il via. E attenzione – ha avvertito Baliani – non sarà l’Antigone che tutti si aspettano come non si deve dare per scontato che Antigone sia già conosciuto…

E come sarà dunque il lavoro firmato Baliani, da Bottega XNL e dai ragazzi che saranno in scena per la prima nazionale di Veleia?

Come ha detto lo stesso regista si tratta di una “operazione nuova, singolare” soprattutto per il fatto che “un’istituzione metta a disposizione uno spazio come questo”. E quindi l’aggancio con il reale.

Pensiamo a una Mariupol liberata. Cosa fa una città dopo aver vissuto questa esperienza, una città scampata per un pelo alla violenza di una guerra? Una violenza che più delle parole possono esprimere i corpi dei morti e dei sopravvissuti che restano sul campo dopo le battaglie. L’indizio raccontato alza le attese in chi ascolta. Da qui parte il dilemma, che fare di quei corpi straziati, nasconderli o mostrarli? Un conflitto che prende forma dal fatto che la guerra è finita. Come rappresentare questo svolgersi?

E la forma che avranno questi corpi attraverso i costumi diventeranno importanti per la chiave di lettura che se ne vorrà dare.

Un impegno quello di realizzare i costumi della “comunità” che andrà in scena – ha spiegato Emanuela Dall’Aglio che sta lavorando a questo elemento molto importante in una rappresentazione che, come s’è detto, vuole portare i riflettori sui corpi prima ancora che sulle parole. Il compito che l’aspetta – come lei stessa ha spiegato – è quello di costruire un popolo che abbia legami ma che sia senza tempo e senza bandiere presentando un popolo decontestualizzato, senza luogo né tempo. Su questa strada la scelta più difficile sono i colori perché – ha sottolineato – “diventano subito bandiera”.

E poi Dall’Aglio segnala una novità nella novità.

Nella fase di elaborazione delle idee sui costumi da far vestire ai protagonisti e al coro (comunità)  ha coinvolto una classe di un liceo di Parma. Ai ragazzi – ha spiegato – ho detto provate a immaginare i costumi per un Antigone di prossima rappresentazione… Ebbene, quei ragazzi di 18/19 anni sono stati entusiasti di essere parte di questa avventura.

In apertura Paola Pedrazzini direttrice di Bottega XNL nell’illustrare la genesi del progetto di Bottega ha sottolineato come un’altra rappresentazione di Antigone con la regia di Marco Baliani sia rimasta una pietra miliare Era organizzato da L’Antigone delle città che aveva promosso una cerimonia civica e teatrale per la memoria delle vittime della strage di Bologna messo in scena negli anni 90.

Ecco un nuovo Antigone ancora di Baliani torna 30 anni dopo per affrontare la storia in un modo diverso. Un’idea che Marco Baliani – ha detto Pedrazzini – ha accolto con entusiasmo coinvolgendo altri artisti che lavoreranno con lui da Massimo Foschi a Petra Valentini, Mirto Baliani che curerà le musiche. Anche lui ha messo in luce un metodo in divenire che lo porterà fino all’ultimo a delineare la musica dello spettacolo “Mi piace questo work in progress continuo – ha detto Mirto Baliani – anche se comporta un impegno doppiamente faticoso.

sMario Magnelli, in rappresentanza della Fondazione, ha ribadito poi che la Bottega XNL rappresenta un progetto molto importante che discende dalle linee guida della Fondazione. Fondamentale – ha ricordato – l’attenzione ai giovani, un impegno che ci siamo assunti con il Laboratorio teatrale che si svolgerà a Veleia, area periferica della provincia ma non per questo marginale e che mette al centro il rapporto tra centro e periferia. L’altro pilastro di questo progetto che è rappresentato da Fare cinema. Magnelli ha quindi sottolineato  che se il ruolo delle Fondazioni è sussidiario sempre di più oggi svolgono una funzione attiva con l’obiettivo della crescita della comunità. Partendo dai giovani.

Conclusa la parte ufficiale della presentazione  i giovani attori sono attesi da una prima prova costumi… e tutti dietro le quinte e poi nel pomeriggio il primo sopralluogo a Veleia. Tra le rovine romane per iniziare ad entrare in armonia con il luogo che ospiterà il loro spettacolo.

Gli allievi scelti da Marco Baliani, tra le centinaia di candidature presentate al Bando, hanno fra i 22 e i 34 anni d’età. Risulta una nutrita componente da Milano, ma ci sono anche presenze dal Lazio e dalla Sicilia e c’è un giovane piacentino tra i selezionati.

Questo dunque l’elenco dei partecipanti al Corso: Alessandro Apostoli (Verona), Francesca Barbieri (Roma), Silvia Bertocchi (Milano), Elia Bonzani (Reggio Emilia), Lorenzo Carpinelli (Ravenna), Raffaele De Vincenzi (Perugia), Carlo Fabbri (Roma), Marcella Faraci (Reggio Emilia), Giorgia Favoti (Milano), Ludovica Ferraro (Milano), Dania Grechi (Bologna), Cristina Maffia (Padova), Francesca Muscatello (Genova), Marica Nicolai (Modena), Michele Nisi (Roma), Marta Ossoli (Brescia), Matteo Sangalli (Milano), Leonardo Tanoni (Piacenza), Davide Tortorelli (Fidenza), Massimo Vazzana (Palermo), Giulia Visaggi (Milano).

info@antonellalenti.it

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