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XNL – La formazione è il vero capitale che aiuta ad accrescere la cultura

Mario Magnelli del cda della Fondazione di Piacenza e Vigevano illustra il progetto Bottega XNL “Si vuole costruire qualcosa di concreto per arricchire questo territorio”
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XNL – La formazione è il vero capitale che aiuta ad accrescere la cultura

Se una parola dovesse identificare la Bottega XNL quella dovrebbe essere formazione. Formazione culturale continua rivolta ai giovani certo, ma a tutte le persone. E’ il Dna del progetto appena varato.

E il tema della formazione ricorre spesso nelle parole di Mario Magnelli componente del cda della Fondazione di Piacenza e Vigevano guidata da Roberto Reggi che si occuperà di seguire il progetto appena varato per il Palazzo Ex Enel (XNL appunto).

Un luogo in cui, con il progetto di Bottega, le arti saranno naturalmente portate a intersecarsi tra loro e a contaminarsi realizzando esperienze artistiche capaci di tradurre le dinamiche della contemporaneità.

Mario Magnelli, docente e preside del Liceo Gioia (da poco in pensione) punta molto sul concetto della formazione nell’ambito culturale che è stata la cifra della sua vita professionale e anche amministrativa durante la parentesi come assessore provinciale di alcuni anni fa.

Mario Magnelli

La convinzione nasce certamente da una vita trascorsa nel mondo della scuola ma non solo. Va oltre e dice: penso alla formazione per i giovani e le persone in generale come l’unico investimento remunerativo. Ogni volta che mi soffermo su un progetto culturale cerco di vederne anche l’aspetto formativo. Su questo terreno in Fondazione, segnala “Ho trovato un alleato formidabile nel presidente della Fondazione Roberto Reggi che ha una grandissima attenzione verso questo aspetto. Ogni volta che facciamo qualcosa dice sempre ma per i giovani, per i ragazzi cosa facciamo?”

E si dice convinto che per “l’attuale amministrazione della Fondazione sarà la formazione il filo rosso che unirà tutti i puntini…”

Magnelli parla anche della sua esperienza come amministratore che risale a 15-20 anni fa. “E’ chiaro che se riesco ad occuparmi oggi di queste cose anche con una certa serenità – dice – è perché ho alle spalle anche l’esperienza amministrativa”.

Quali insegnamenti? Parla della capacità nel costruire relazioni, nel programmare “Ero assessore provinciale e la Provincia è un ente che guardava avanti, non si limitava all’immediato ma traguardava un orizzonte più lungo”. Un bagaglio di esperienze – segnala – che posso utilizzare anche se all’interno della Fondazione non si fa né attività amministrativa né politica.

“Per quel che riguarda il mio ambito faccio attività culturale in senso stretto.” Ma, ribadisce, è stata un’esperienza importante. “La sensibilità che ho acquisito in quegli anni, le persone che ho conosciuto e incontrato occupandomi di attività culturali… molte di loro le ritrovo oggi.

Prendiamo Velleia, sì, la nuova Velleia ha preso forma in quel periodo. E oggi me la ritrovo in una nuova veste – spiega – ma possiamo dare ancora nuova linfa”. Il filo conduttore che guida la Bottega teatro di XNL è questo: creare un link forte tra il centro e la periferia – dice Magnelli – però all’interno di un contesto molto consolidato. Per esempio? “La possibilità di preparare d’inverno cose che saranno poi rappresentate d’estate – puntualizza – crea un legame che può costruire quel collegamento che genera nuove geografie culturali importanti”.

Presentazione della Bottega XNL

E sul rapporto centro-periferia mette i puntini sulle “i” Vorremmo evitare – dice – che tutto fosse limitato alla città. Piacenza deve essere motore di tante iniziative che però devono avere fortissimi riflessi sul territorio. Credo che questo capiterà per Bobbio, per Velleia e anche per altre situazioni che magari non coinvolgono direttamente XNL. E se gli si chiede se il trasferimento di Fare cinema alla Bottega cinema di XNL possa essere inteso come uno “scippo” replica con decisione: “Bobbio continuerà a ospitare iniziative formative il Festival del cinema.

Questa nuova vita è una valorizzazione e arricchirà anche Bobbio. Penso che non ci siano problemi perché se tutto andrà come crediamo le due realtà cresceranno ulteriormente”. Qui di seguito l’intervista con l’approfondimento di vari aspetti che delineano Bottega XNL a cominciare dai primi passi da considerarsi la genesi. Da un’idea iniziale ha preso forma diventando frutto di un lavoro collettivo o meglio condivisione corale la definisce Magnelli.

Nasce da lei l’idea di fare di XNL un punto di formazione artistica?

“Un vero atto di nascita non c’è e non sono io l’ideatore di questa iniziativa, mi sono limitato a unire i pezzetti. Tutto parte da una chiacchierata che avevo fatto con Paola Pedrazzini responsabile di “Fare cinema”. Lei mi ha trasmesso una sua valutazione ‘Sarebbe bello – mi disse – realizzare una scuola di maestri che facesse una bottega nella quale potesse manifestarsi uno scambio esperienziale tra allievi e maestri del cinema e del teatro’.

Ecco, quell’idea mi è piaciuta molto e l’ho raccontata al presidente Reggi che l’ha considerata molto interessante cominciando a vederla applicata anche ad altri settori, arte e musica… Così, allargando il tema a tante altre persone, il progetto si è solidificato e l’idea è cresciuta  e  ha preso forma”.

Il palazzo ex Enel di via Santa Franca trasformato in uno scrigno di arti, figurative, cinema e teatro

XNL rappresenta, è stato più volte sottolineato, una novità assoluta che entusiasma e crea delle aspettative. Come funzionerà e che ricadute potrà avere sulla città e sulla provincia?

“E’ vero, è un progetto innovativo e così l’abbiamo voluto perché avesse una ripercussione forte sul tessuto culturale del territorio. Lo abbiamo immaginato subito come uno spazio multidisciplinare. Parlare di arte contemporanea oggi non significa solo fare riferimento alle singole arti staccate le une dalle altre. I confini tra le discipline culturali sono saltati. Da questa considerazione si è andato perfezionando il progetto. Così ci siamo detti: mettiamo in campo qualcosa in cui l’arte visiva, la musica, il cinema e il teatro possano parlare, dialogare confrontandosi costantemente con la contemporaneità.

Ecco, la declinazione del progetto XNL è stato proprio questo: il dialogo tra le varie espressioni artistiche contemporanee”.

E poi quali i destinatari individuati una volta indicato il percorso interdisciplinare?

“Naturalmente tutti i cittadini. Ma in particolare il punto nodale è intercettare i giovani. Sì, ci piaceva che questo spazio fosse quello vissuto proprio dai giovani. È per questo che abbiamo voluto utilizzare la chiave della formazione per caratterizzare XNL. Si voleva insomma che non fosse solo spazio per la produzione di arte contemporanea, ma anche uno spazio per formare. E questo nella consapevolezza che se vogliamo che il pubblico in generale si appropri effettivamente dell’arte in tutte le sue articolazioni deve anche un po’ sporcarsi le mani…”

Cosa intende?

“Non limitarsi ad essere spettatore ma partecipare, entrare a far parte del luogo che deve essere inteso come grande laboratorio, grande bottega. Ovviamente ci saranno dei maestri, siano essi artisti, registi di cinema o di teatro e allievi di bottega che in questo confronto possano acquisire competenze interiori grazie al confronto fattivo con il maestro. Questa è la chiave con cui abbiamo cercato di interpretare il progetto”.

Una visione che ribalta il concetto artistico che vede i fruitori passivi ed estranei al percorso della creazione artistica. Le ripercussioni?

“E’ chiaro che questo vuol dire chiamare a raccolta tutti dicendo XNL non è un luogo in cui tu vai semplicemente a vedere delle cose. È  un posto in cui fai esperienza artistica secondo le tue esigenze, i tuoi desideri e provi effettivamente a metterti anche dall’altra parte della barricata. Voglio sottolineare che è una grande scommessa che abbiamo lanciato e ci auguriamo che provochi una scossa positiva che avvicini all’arte.”

Un progetto questo della Bottega che mette al centro figure importanti come Marco Bellocchio. Una valorizzazione dei talenti piacentini. Può essere giusta questa interpretazione?

“Il documento di programmazione pluriennale presentato dal presidente Roberto Reggi faceva riferimento al tema delle identità e delle radici intese non come arroccamento su posizioni localistiche ma come valorizzazione dei talenti nella prospettiva di apertura verso il mondo. E’ questa la chiave.

Bellocchio è un piacentino, bobbiese molto legato alla sua terra. Al contempo è uno degli artisti più internazionali che abbiamo in Italia e molto apprezzato all’estero. In alcuni paesi, la Francia ad esempio, viene considerato uno dei grandi maestri del cinema mondiale.

Non potevamo certo non cogliere la disponibilità di un grande maestro del cinema mondiale che ha voglia di misurarsi con il proprio territorio e di trasferire ai giovani la sua arte e farlo a partire da Piacenza. Non approfittare di questo sarebbe stato un delitto. Bellocchio è stata la prima persona che abbiamo sentito quando il progetto ha iniziato a prendere forma e la sua reazione è stata subito entusiastica.

Ci sono tante realtà da valorizzare sul territorio, ma è chiaro che abbiamo fatto una scelta forte proprio per sottolineare il desiderio di valorizzare quello che di più importante e significativo la cultura piacentina ha prodotto nei decenni. Dal canto suo Bellocchio ha dato la massima disponibilità ad occuparsi di questa iniziativa. Non lo potrà fare di continuo ma averlo come ispiratore, come punto di riferimento nobile, ci riempie di speranza che tutto possa andare a buon fine”.

Avete preso in considerazione la tradizionale “diffidenza piacentina” che si manifesta spesso verso le iniziative nuove e quanto potrebbe essere d’impiccio per questo progetto?

“Francamente non abbiamo avvertito diffidenza. Attorno a noi sembra cresciuto un consenso molto ampio con apprezzamenti di questo tenore ‘finalmente una cosa bella, una cosa grande. Osate’ ci siamo sentiti dire. Questo può sembrare un po’ contraddittorio rispetto allo stile piacentino, ma così è stato. Ripeto c’è molto apprezzamento intorno all’idea e allo sforzo compiuto. Certo dovremmo essere bravi noi a rendere concreti questi obiettivi perché poi la sfida non è facile. Non è tutto in discesa. Siamo consapevoli che ci attende un lavoro duro.”

Una nota personale: il professor Mario Magnelli esperto cinefilo, quindi una soddisfazione ulteriore partecipare a questa iniziativa… essere parte di questo progetto.

“Sì, il fatto che uno dei quattro pilastri sia il cinema mi riempie di grande soddisfazione. Il cinema oggi è molto cambiato e forse rispetto a qualche decennio fa ha perso la centralità. Negli anni della mia formazione, i Settanta, il cinema è esploso diventando uno strumento di interpretazione della realtà assolutamente straordinario. Per me continua ad avere questa grande capacità di raccontare la contemporaneità.

Faccio un esempio. In Fondazione ho presentato il film di una giovane regista ucraina che raccontava la storia di alcune donne del Donbass nel 2014; si trattava di un film realizzato certamente con pochi soldi, in una condizione estrema però il suo contenuto ha trasmesso e fatto capire quello che sta succedendo ora. Voglio dire che il cinema, seppure realizzato con pochi mezzi e in condizioni estreme, riesce ancora a raccontare il reale in un modo eccezionale.

Credo che se anche cambierà, se i nuovi media ne modificano il ruolo, anche se si va meno al cinema, continuerà ad essere uno straordinario strumento di interpretazione del mondo contemporaneo. Per questo sono particolarmente felice  che una delle quattro gambe del palazzo XNL sia il cinema. Aggiungo che motivo di ancora maggiore soddisfazione è il fatto che il cinema possa dialogare con arte musica e teatro. Questo secondo me è la cosa più importante”.

E’ questo il valore aggiunto arrivato con l’innovazione tecnologica e dei mezzi… che hanno introdotto maggiore apertura tra i generi artistici…

“Le arti e gli artisti si sono sempre un po’ chiusi nella loro disciplina. Oggi l’artista è poliedrico e ha finalmente abbandonato il cliché del confine disciplinare. E’ un’evoluzione interessante. Personalmente, anche se sono più ferrato sulla cultura cinematografica, mi entusiasma l’esperienza che vorremmo condurre in ambito teatrale con Marco Baliani che questa primavera realizzerà insieme ai ragazzi una versione dell’Antigone. Racconterà una storia terribilmente attuale. Ci fa capire come mai ancora oggi assistiamo a fenomeni come quelli della guerra tra Russia e Ucraina. Quindi cinema sì, ma non solo cinema. E questo è XNL. Lo trovo fantastico”.

Come sarà organizzata la Bottega?

“Abbiamo scelto di affidare il tema musica del Conservatorio che nel seminterrato collocherà il dipartimento musica contemporanea che farà perno sul rapporto tra la musica e le altre arti.

Al piano 0 e il piano 1 il progetto arte con i laboratori e le esposizioni che sarà seguito da Paola Nicolin esperta di arte e formazione, il secondo piano diventerà sala d’essay (sarà però pronta per l’autunno). Una volta terminata la mostra del Klimt – nonostante sia un momento difficilissimo – nei giorni immediatamente successivi risistemeremo lo spazio per farlo diventare un sala cinematografica a tutti gli effetti (buio totale compreso). Il vero motore del secondo piano sarà Fare cinema con Marco Bellocchio che come dicevo ha dato la sua disponibilità piena a seguire il progetto Bottega e attraverso Fare cinema ci aiuterà a costruire il modello cinematografico e teatrale.”

Due quindi i percorsi, quelli dell’alta formazione che faranno produzione e l’altro aspetto dei laboratori aperti…

Per XNL cinema e teatro sono stati lanciati due progetti di alta formazione dove registi di vasta esperienza accompagneranno giovani provenienti da tutta Italia e con un bagaglio già all’attivo di competenze professionali che contribuiranno a costruire un progetto cinematografico. Accanto a questo poi ci sarà la formazione di base.”

Quando inizierà e in cosa consisterà?

“Ora, con l’esposizione dedicata al Klimt (12 aprile/24 luglio 2022) l’attività formativa di XNL sarà sospesa. Successivamente negli spazi d’arte verranno allestite mostre (anche di allestimento classico) però contemporaneamente a questi eventi gli artisti che chiameremo realizzeranno atelier. Attenzione, non saranno spazi posticci appiccicati, aggregati alla mostra in corso ma diventeranno un momento sostanziale dell’esperienza. Pensiamo a esempio all’artista Francesco Simeti impegnato insieme ai bambini in questa esperienza artistica sostanziale e pensiamo ai quei piccoli,  al confronto che si creerà tra loro e l’artista affermato”…

Sono esperienze che certamente si sedimentano nella mente e restano un ricordo per tutta la vita… e magari chissà si può accendere anche un interesse per l’arte.

“Certo. Un apprendimento diventa significativo quando passa attraverso le emozioni e chi si occupa di formazione lo sa, è questo il punto. Il protagonismo dei bambini in un’esperienza artistica con il maestro che lavora insieme a loro può essere una straordinaria occasione di arricchimento emotivo e può generare qualcosa che non si dimentica più per il resto della vita. Questo dovrebbe essere fatto a 360 gradi in tutti i campi. Non succederà tutto subito. Ma vorremmo che questa impostazione si replicasse con la musica, con il cinema, con l’arte visiva, la scultura ecc… fino a comprendere tutto quello che può essere messo in campo per arricchire il bagaglio spirituale di una persona…”.

Le prossime tappe?

“Nei prossimi mesi presenteremo sia il progetto rivolto alle scuole sia il progetto musica. Su quest’ultimo però mi riservo di parlarne in un secondo tempo perché è ancora in fase di costruzione. Per la scuola invece mi piacerebbe riprendere un’iniziativa provata un paio di anni fa con il liceo Gioia. In collaborazione con Fare Cinema, istituimmo “l’ora di cinema”. In quel periodo eravamo in lockdown per il covid ma riuscimmo a organizzare un ciclo di film di qualità con la partecipazione attraverso una piattaforma di cinque registi che hanno dialogato a distanza con i ragazzi.

Quell’esperienza ci ha fatto capire come sia possibile organizzare rassegne cinematografiche di qualità. Si potrebbe pensare a matinée con le scuole alla presenza dei registi, non più da uno schermo televisivo, ma in una vera sala cinematografica e di persona. Di mano in mano si aggiungeranno idee che possono arricchire quel progetto iniziale. Naturalmente in questo percorso appena iniziato ci servirà anche il supporto della comunicazione per far capire a fondo quello che nella Bottega XNL via via succederà”.

Quanto descritto trasmette chiaramente l’immagine di una Fondazione molto diversa dal “sovvenzionismo”  che ha sempre contraddistinto questo tipo di istituzioni fino ad ora…

“Le Fondazioni stanno cambiando pelle. Ce lo ha detto il presidente di Acri (Associazione di Fondazioni di Casse di Risparmio) Francesco Profumo in occasione della presentazione del documento programmatico. Da soggetti erogatori si stanno trasformando in agenti di cambiamento e questo significa in concreto che non può più limitarsi ad attendere che le proposte arrivino da fuori. Certo continuerà anche questa attività.

La Fondazione continuerà ad essere un soggetto sussidiario, ma deve in parte assumersi la responsabilità di fare delle scelte in proprio. Di avere una linea culturale propria e di chiamare il territorio a condividerla. Questo lavoro non lo si vuole fare da soli come cattedrale nel deserto, no, si chiama a raccolta tutti perché si condivida un obiettivo di sviluppo tale che sia significativo per il territorio. E’ in questo ambito che si afferma e si fa largo il grande valore della formazione, il vero capitale da spendere sul territorio. Nel momento in cui tu accresci la formazione accresci la cultura.

Questo sforzo che noi facciamo di portare in primo piano il tema formativo nella cultura vuole cogliere l’obiettivo di lasciare qualcosa di concreto. Non si limita solo a sovvenzionare eventi episodici ma intende lasciare al territorio, alle persone di questo territorio, qualcosa di concreto.”

Antonella Lenti

info@antonellalenti.it

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