LENTI A CONTATTO

Troppa acqua usata in agricoltura la strigliata dalla Corte dei Conti europea

Google+ Pinterest LinkedIn Tumblr

Troppa acqua usata in agricoltura la strigliata dalla Corte dei Conti europea

L’agricoltura “si beve” più di un quarto del volume totale dei prelievi idrici nel territorio dell’Unione. Così non va. L’alt lo dà la Corte dei conti europea. Sarà arrivato il momento per una svolta nell’uso dell’acqua in agricoltura? Si vedrà.

I tempi sono cambiati rispetto alla direttiva di 20 anni fa che si poneva l’obiettivo di raggiungere “un buono stato qualitativo dei corsi idrici”. Così oggi la Corte dei Conti europea ha puntualizzato che “a differenza di 20 anni fa i termini del problema sono mutati, non si tratta più e solo di raggiungere un buono stato delle acque, ma di come corrispondere a fenomeni importanti tipo siccità e alluvioni che hanno aumentato la loro intensità e frequenza”.

Per questo serve “una politica rinnovata per dare risposte mirate e che raggiungono obiettivi non solo agricoli”. In questo quadro – è la motivazione – la sola politica dei prezzi dell’acqua per una maggiore sostenibilità dell’irrigazione e la tutela dei corsi d’acqua i non sono più i soli obiettivi da perseguire. L’Agenzia per l’ambiente europea che con i dati delle sue analisi ha dato il via alle considerazioni della Corte dei Conti segnala che per gli impatti che può avere l’irrigazione in agricoltura sull’adattamento ai cambiamenti climatici, “urge una riflessione maggiore su come intervenire”.

Quel che ne consegue è una raccomandazione alla Commissione europea da parte della Corte dei Conti: “chiedere agli Stati membri di giustificare i livelli di tariffazione d’acqua a fini agricoli e le esenzioni dall’obbligo di autorizzazione preventiva”. Quindi sembrerebbe uno stop all’uso dell’acqua non preventivamente motivato oltre all’invito “a utilizzare i fondi UE per migliorare lo stato quantitativo dei corpi idrici”.

Perché questo nuovo indirizzo? E’ presto detto, lo dicono gli eventi che sono sotto gli occhi di tutti: “Lo stress idrico entro il 2030 – secondo le considerazioni della Corte dei Conti Europea – aumenterà su tutto il territorio dell’Unione, un fattore che sarà decisivo  per determinare le sorti della PAC 2023-2027. Le scelte europee sull’uso dell’acqua sono basate sulla Direttiva acque (del 2000) che ha introdotto politiche sul loro uso sostenibile e stabilito l’obiettivo di raggiungere una buona qualità di tutti i corpi idrici dell’Unione europea entro il 2027. Ma oggi non basta più.

La valutazione quindi mette in evidenza che l’attuale sistema non va e anche le norme che hanno costituito fino ad ora la politica comune (Pac) non hanno colto l’obiettivo di un uso idrico virtuoso e soprattutto nell’ultimo decennio “non è stato colto l’obiettivo di promuovere l’uso sostenibile della risorsa idrica”. Parole importanti. Nel mirino della Corte europea rientra la programmazione 2014-2020 in cui si rileva che i sussidi agricoli dell’UE non sarebbero riusciti a promuovere un uso sostenibile dell’acqua in agricoltura. Quindi si deve cambiare.

Il report della Corte europea già nei mesi scorsi aveva messo in rilievo il problema segnalando che “gli effetti sulle emissioni indotte dall’attuale politica agricola con le misure finanziate incidono in modo scarso sui cambiamenti climatici”. E, come si afferma in lungo e in largo, questo dovrà essere l’impegno su cui dovranno convergere tutte le politiche.

In home Photo by Erda Estremera on Unsplash

Antonella Lenti

info@antonellalenti.it

Lascia un commento