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Fondazione: coesione e unità la sfida per il nuovo consiglio a guida Reggi

Progetti e visioni per rimarginare le pesanti ferite lasciate dalla pandemia e trasformare la comunità
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Fondazione: coesione e unità la sfida per il nuovo consiglio a guida Reggi

Competenze capaci di progettualità e capacità di ricondurre a sistema le potenzialità presenti sul territorio tante volte contrapposte e quindi inefficaci perché non inserite in un “gioco di squadra”.

E’ proprio la ricerca di unità d’intenti sugli obiettivi la cifra emersa dalla presentazione dei nuovi componenti del cda della fondazione di Piacenza e Vigevano presieduta da Roberto Reggi.

Unità, coesione, squadra, responsabilità, parole riecheggiate da più parti come a voler lanciare un richiamo che diventa anche un chiaro messaggio: sarebbe folle non essere uniti in un momento in cui la crisi pandemica ha avvolto l’esistenza di tutti in modo così prepotente. Impegno oneroso anche alla luce dei rumors su divisioni all’interno del Consiglio all’atto dell’approvazione del gruppo degli otto del Cda.

Ma l’unità d’intenti di cui si è detto è stata presentata come una necessità oggettiva. E’ imposta dalle ferite pesanti e profonde che la pandemia ha lasciato nelle vite delle persone e nel tessuto sociale e produttivo delle realtà territoriali rappresentate dalla Fondazione. Lo impone la quotidianità dominata dalla pandemia che “morde” pesantemente da un anno e mezzo. Sul campo tanti lutti, ferite personali e sociali ed è con le peculiarità di questo momento che anche il Cda della Fondazione si vuole e si deve misurare.

Di fronte si staglia un quadro sociale frantumato e da ricomporre, su cui concentrare gli impegni futuri dell’importante istituzione che custodisce e investe sul territorio delle due realtà (Piacenza e Vigevano) le ingenti risorse finanziarie custodite in “cassaforte”.

Su specifiche missioni programmatiche – ha ricordato Reggi – sono state individuate le figure, le competenze necessarie: dalla salute al disagio sociale e giovanile, l’attenzione sullo sport, sull’impresa e sulla cultura. Salute e sociale sono dunque il cuore dell’azione dei progetti che verranno. In particolare, per quanto riguarda la salute, concentrati sulla fase del dopo Covid attraverso la commissione ricerca e sviluppo.

Con una prospettiva ambiziosa come quella annunciata dal presidente Reggi “Costruire progetti di sistema e di visione attraverso la trasformazione delle richieste provenienti dal territorio in progetti in grado di trasformare la comunità”. Prospettiva a cui hanno dato corpo e contenuti anche i nuovi membri del consiglio nei loro brevi interventi. Ad uno ad uno hanno spiegato le loro visioni riguardo alle singole competenze ma non sottintendendo anche la loro personale motivazione a svolgere un ruolo non formale rispetto al disegno di una città futura. Un ruolo fattivo e incisivo con l’obiettivo di delineare una “città nuova”.

Così il professor Luigi Cavanna che è partito proprio dalla sua esperienza sul campo nell’affrontare la pandemia che di fatto oggi si è trasformata in sindemia laddove il Covid ha aggravato le malattie preesistenti o dove proprio per le malattie preesistenti il Covid ha avuto effetti più gravi. Un problema che investe un campo che va oltre quello sanitario – ha sottolineato l’oncologo – tocca totalmente la vita delle persone dell’economia. Un momento come quello che stiamo vivendo è peggiore del periodo della guerra perché oggi la malattia ci ha costretti all’isolamento, alla solitudine.

Pensare e agire per il post Covid – ha richiamato il dottor Fabio Fornari per rimarginare le ferite delle persone e pensare a progetti che portino speranza per il futuro anche sul piano sociale. Fornari ha insistito sulla necessità che si lavori insieme e soprattutto con lo sguardo ai giovani, che si riesca davvero a fare squadra anche in una realtà – ha detto –  che tanto spesso è divisa in tante piccole fazioni.

Ha parlato di necessità di energia positiva la vicepresidente del Cda Nicoletta Corvi. Il futuro sta nella capacità di costruire coesione tra di noi per superare questo momento difficile. Fattore positivo, capace di tradursi in progetti, sarà la capacità di condividere esperienze e conoscenze un terreno fertile che potrà canalizzare e valorizzare tutto ciò che nella nostra comunità si esprime.

Ha fatto appello alla necessità di un forte spirito di rinascita Elena Uber che dà forza nei momenti di crisi profonda. Quindi ha espresso la speranza che dalle risorse a disposizione la Fondazione saprà mettere in campo progetti rivolti ai tanti che vivono ai margini. Immagino, spero – ha detto – che si possa determinare maggiore inclusione e una visione più solidale e nuova.

Robert Gionelli ha messo l’accento sul fattore sociale inclusivo rappresentato dallo sport e soprattutto dall’attività di base delle piccole società per i valori educativi e culturali che ha in se lo sport. Ed è la prima volta che la Fondazione si occupa di questo settore. Nel Cda anche un rappresentante della comunità di Vigevano: Luigi Grechi imprenditore che ha espresso la preoccupazione per le difficoltà del mondo imprenditoriale locale del suo territorio formato da piccole e medie imprese importanti non solo sul piano produttivo ma anche per il ruolo di coesione sociale che svolgono sul territorio.

Ha parlato di un ruolo propositivo capace di delineare il profilo della città per i prossimi anni Luca Groppi (direttore di Confindustria). Richiamando poi anche un ruolo di coesione rispetto alle tante realtà attive esistenti che vanno sostenute. Il territorio ha tante potenzialità più di quelle che spesso ci raccontiamo, ha concluso.

La cultura può essere la cura ha spiegato Mario Magnelli e non la si deve considerare un elemento effimero della vita e neppure un ambito di espressione riservato a pochi. L’obiettivo anche in questo caso è quello di riportare a un filo conduttore le tante iniziative che esistono sul territorio ognuna delle quali ha come punto di partenza l’affermazione di una propria identità.

Il primo capitolo si chiude qui. Ora i prossimi impegni in agenda saranno gli incontri con le istituzioni rappresentate nel consiglio e a ottobre il varo del piano dei progetti.

ANTONELLA LENTI

fondazione
info@antonellalenti.it

I nomi del Cda della Fondazione di Piacenza e Vigevano

Otto componenti, due donne, tre medici, il consigliere d’amministrazione più giovane di sempre (42 anni). Ne fanno parte: 

Luigi Cavanna, direttore del Dipartimento di oncologia-ematologia Ausl Piacenza; 

Nicoletta Corvi (vicepresidente), direttore di Confcooperative Piacenza;

Fabio Fornari, già primario della Divisione di Gastroenterologia ed Epatologia dell’Ospedale di Piacenza; 

Robert Gionelli, delegato provinciale Coni; 

Luigi Grechi, presidente di Confartigianato Lomellina; 

Luca Groppi, direttore Confindustria Piacenza (la presenza più giovane nella storia del Cda della Fondazione); 

Mario Magnelli, dirigente scolastico presso il Liceo Gioia, già assessore provinciale alla Cultura; 

Elena Uber, dirigente presso  il Dipartimento Salute mentale – Dipendenze patologiche Ausl Piacenza.

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