LENTI A CONTATTO

IL PACCHETTO AMBIENTE C’E’ ORA SERVONO GLI INTERPRETI

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OSARE – 2 – IL PACCHETTO AMBIENTE C’E’ ORA SERVONO GLI INTERPRETI

LENTI A CONTATTO – (OSARE 2) Qualità dell’aria; mobilità sostenibile (parcheggi scambiatori), piste ciclabili (ora indegne di questo nome), trasporti pubblici meno antidiluviani; urbanistica con recupero di grandi parti della città e rifunzionalizzazione di interi comparti; verde pubblico che in questi anni non ha goduto di grandi attenzioni; e poi le energie; i rifiuti e la raccolta differenziata che richiama il  tema scottante di un superamento dell’inceneritore…

Il pacchetto ambientale non è da inventare, è la realtà che lo espone in vetrina. Ed è un pacchetto ricco, ma ora servono gli interpreti che intendano fare sul serio. E a questo punto, mi ripeto, sarebbe necessario osare. Riparto qui dall’esortazione di cui ho parlato in una precedente riflessione intitolata “Osare, la ricetta per chi vuole governare” un punto vista che guarda alla prossima scadenza delle amministrative che – Covid permettendo – sono in agenda nella primavera del 2022.

Un anno di tempo per pensare, scrivere, capire gli errori commessi, cambiare indirizzo e porsi obiettivi veri che portino a un traguardo ambizioso: progredire insieme come comunità e darsi un colpo di reni che faccia svoltare.

Osare però non è nelle corde della politica se è vero che il piano per la mobilità sostenibile appena approvato (con varie polemiche) sposta le scelte più importanti al 2030.

Osare sembra un impegno per il dopo.

Per l’oggi è meglio temporeggiare.

E’ questo il sentire di Piacenza?

Cosa si intende quando si parla di ambiente a Piacenza?

Della situazione dell’aria sappiamo già tutti tutto e soprattutto respiriamo già tutto. E non è da oggi che i dati sulla qualità dell’aria sono una ferita aperta che si allarga sempre di più e che determina – come in tutta l’area della pianura padana – effetti devastanti sulla salute. Il tema si incrocia evidentemente con la struttura stessa della città e della provincia e con il sistema dei trasporti proposto ancora sullo stesso schema di 30 anni fa. E poi ci sono le scelte urbanistiche che se a parole vorrebbero lasciar intendere una svolta amica dell’ambiente nei fatti la contraddicono.

L’esempio su tutti è quello dell’area per la costruzione del nuovo ospedale che, essendo considerata una scelta strategica, ha potuto essere localizzata in una zona di nuova espansione quando fino a quel momento si era detto “non si va oltre il tracciato della tangenziale”.

Dire e fare da sempre sono binari che si incrociano difficilmente. Su questo tema poi… l’elenco sarebbe lungo e da tempo sono vigili le aree ambientaliste cittadine come Legambiente. Laura Chiappa che presiede l’associazione, ha spostato l’attenzione anche sul metodo, anche questo improntato a un’ecologia umana diversa dai percorsi seguiti fin qui.

“Quando ci si approccia al futuro sostenibile per la città e la provincia i temi interconnessi sono tanti e non ultimo il metodo. E’ fondamentale un approccio inclusivo con un coinvolgimento dei cittadini sulle scelte da compiere. E’ questo il percorso corretto per costruire un futuro per una città sostenibile: lo si fa con un confronto con i cittadini che la città la abitano. Anche in questo campo si attende una svolta. I cittadini devono essere informati correttamente poi alla decisione finale si arriva, ma non si calino dall’alto, siano partecipate”.

Consapevoli che la posta in gioco molto alta infatti il contesto non è di quelli che rassicurano.

Crescita demografica sotto zero.

Crescita economica ancora peggio.

Va forte come un treno invece la crescita della ricchezza.

S’ingrossa la ricchezza nelle mani di pochi e la prospettiva di una società più moderna, più egualitaria, più innovativa, meno elitaria e più “giusta” (ammesso che esista ancora questo parametro) si allontana. Disuguaglianze che la pandemia ha inciso ancora più marcatamente.

Parlo di Piacenza ovvio. Se questa appare una fotografia impietosa, la realtà piacentina, che ha sempre brillato per fare del “quieto vivere” il suo valore primario, ora ha un problema in più perché quel valore non è più sufficiente a tenere insieme il sistema sociale e sempre meno lo sarà perché potrebbe essere destinato a spegnersi senza il favore di un colpo di reni che faccia svoltare.

La situazione sopra descritta comporta una grossa disponibilità ad osare soprattutto se sul campo ci sono ambizioni di innovazione e l’intenzione – di cui a parole si fanno portavoce tutte le parti politiche – di lasciare il segno per chi viene dopo.

Anche se – a voler essere sinceri – diventa sempre più difficile pensare a una giovane Piacenza futura visti i dati che proprio in questi giorni ha pubblicato Istat sul 2020 che fotografa un’Italia con 16mila nascite in meno rispetto al 2019 e con 404.104 bambini iscritti in anagrafe per nascita. E Piacenza offre uno scenario altrettanto desolante: i ragazzi tra i 15 e i 19 anni (Istat 2018-2019) sono il 4,4%, la stessa percentuale degli over 85.

E’ anche per questi numeri che fanno rabbrividire che ci vorrebbe tanta disponibilità a osare per chi ha di fronte l’ambiente come piattaforma obbligata per disegnare un futuro per quella esigua minoranza di ragazzi che di un futuro sentono di avere diritto.

E per chi governare se non avendo presente l’avvenire dei giovani?

Alcune riflessioni di Laura Chiappa, presidente di Legambiente Piacenza dal blog su ambiente e pandemia

info@antonellalenti.it

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