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2021. Raccontatemi che il mondo è rosa e soprattutto senza strillare!

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2021. Raccontatemi che il mondo è rosa e soprattutto senza strillare!

Raccontatemi che il mondo è rosa, raccontatemi storie a lieto fine, raccontatemi che il baratro è ancora lontano.

Raccontatemi che possiamo ancora riprendere fiducia in noi stessi. Raccontatemi che non mancheranno le parole, che non mancheranno i pensieri, che non mancheranno gli orizzonti per poter spaziare.

Lo sapete che cosa significa restare senza un orizzonte verso il quale spingersi per scoprire il nuovo? Senza un orizzonte non resta che pigiare nello stesso spazio, sempre uguale in cui lacerarsi e incattivirsi. E già lo vediamo.

Raccontatemi che state facendo una lista precisa, lunga quanto si vuole e quanto è necessario in cui da una parte siano elencati i fatti negativi che hanno portato a questa tragedia e dall’altra un’ altrettanto lunga, esauriente e precisa lista che contenga idee su quello che è necessario fare ora perché la storia non di ripeta.

Ne frattempo raccontatemi che il mondo è rosa. E che siano parole sottovoce per favore.

Non c’è bisogno di urlare. Il peso di quello che si dice non dipende dai decibel che si usano per parlare. Il peso di quello che si dice dipende dalla sostanza che si racconta.

Ecco raccontatemi che il mondo è rosa. Sottovoce per favore.

Non infastidite con i vostri allarmi per avversare i quali sono inerme non ho strumenti idonei per organizzarmi la vita. Per ridarmi un orizzonte.

Chi sa non resti fermo, non sbraiti ai quattro venti, faccia qualcosa di concreto.

Come finanziare una sanità che difenda la salute e che non rincorra i profitti o peggio che non consideri la spesa come un debito, parola che in questa società pragmatica, un po’ rozza, equivale a dire colpa. Spendere per la salute non deve più essere considerata una colpa, non deve essere considerato uno scialacquare senza raziocinio.

Non raccontatemi storie di catastrofi. Raccontatemi che il mondo è rosa. Anche se so benissimo che non lo è, in questo momento è il mio bisogno. (e forse anche di tanti altri).

Voglio sentire racconti che abbiamo il colore, il sapore del rosa.

Se di allarmi volete proprio parlare ebbene fatelo ma non senza elencare le azioni che si stanno organizzando (seriamente e non solo come enunciazione) per fronteggiare quello che verrà. Diteci ad esempio che ci si è già messi al lavoro per mettere in atto le azioni necessarie per far sì che noi, impauriti, alla ricerca di uno spiraglio di rosa in un mondo che si fa grigio ogni giorno di più, non ci arrendiamo alla corrente che ci sta trascinando in quello spazio sconosciuto e freddo del non so dove.

Di quello che si sta facendo nessuno parla mai. Ci si limita ad annunciare una sciagura dopo l’altra e le iniziative conseguenti restano terreno sconosciuto.

Come si può vivere in un continuo stato di allarme o anche di preallarme? Da qualche mese girano sui canali televisivi pubblicità di ansiolitici che da soli tratteggiano già un quadro seppure sfumato di quello che probabilmente sta succedendo nella testa di tanti.

Raccontatemi che il mondo è rosa. Ne abbiamo bisogno sarebbero linfa per andare avanti. Così non è.

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Vi avviso, se non ve ne siete accorti, che la realtà è già sufficientemente cupa per appesantirla anche dell’ansia di quello che verrà. Se una pandemia come questa sta mettendo in ginocchio un mondo che si credeva onnipotente, che non voleva fare i conti con la malattia, con il brutto sporco e cattivo che sta nella malattia e perché non anche nella morte, è ora che si ricreda.

E’ ora che viva nella realtà e non nell’illusione di tenere strette e ben salde le redini per indirizzare tutto a propria immagine e desiderio. Così non è. Ma si continua a ragionare nello stesso modo. A una tragedia come quella che stiamo vivendo non si contrappone una presa di coscienza adeguata.

Raccontatemi che il mondo è rosa. E’ vero che c’è poco da stare allegri. Se anche il vaccino ora si mostra in chiaroscuro e soprattutto non c’è certezza che sarà a disposizione di tutti nei tempi annunciati c’è da sentirsi precariamente aggrappati a un esile filo che trema e svolazza rischiando di spezzarsi ogni momento. Non c’è da stare allegri.

Nell’attesa che qualcosa si ricomponga desidererei ascoltare storie di un mondo dal sapore rosa. Per gli allarmi rivolgete l’attenzione a chi deve decidere e dare risposte perché quegli stessi allarmi non devastino più di quanto la pandemia abbia già fatto. Ammesso che si trovi lo spazio e la predisposizione a pensare tra un battibecco politico e una crisi di governo.

Sapere cosa fare è sempre fondamentale molto più delle urla e degli strepiti a vuoto.

Raccontatemi che il mondo è rosa.

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info@antonellalenti.it

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