LETTURE

LETTURE – La colonna infame

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PENSIERI PER VIAGGIARE IN ANNI DIFFICILI (22) – “Senza tralasciare nemmeno il minimo dettaglio ricavabile dagli atti giudiziari, Manzoni riesce a delineare perfettamente lo stato di alienazione nella quale i due innocenti si trovarono dopo simili sofferenze. Questi finirono col perdere totalmente il contatto con la realtà, senza riuscire più a riconoscere la verità dalla menzogna che gli altri esigevano. Quando «la coscienza, si confonde, rifugge, vorrebbe dichiararsi incompetente», citando Manzoni. (…)

(…) L’autore milanese dichiara sin dall’inizio che la congiura ordita contro i presunti untori ebbe successo soprattutto grazie all’ignoranza popolare riguardo le cause di trasmissioni della peste. È inoltre necessario tener conto dell’elemento folkloristico e superstizioso alla base delle dicerie che alimentarono sia il discorso pubblico che privato relativo alla vicenda del Mora e del Piazza. Il Senato e il Cardinal Borromeo furono parimenti conniventi con la negligenza giudiziaria: agli occhi delle istituzioni un caso del genere serviva per liberarsi dall’onere delle rivolte popolari, individuando dei capri espiatori (attori protagonisti in ogni complotto che si rispetti), tanto credibili nella loro comune esistenza quanto sacrificabili.

Le sofferenze dei due uomini non finirono con la condanna a morte: infatti poco dopo la loro dipartita la casa-bottega del Mora venne demolita per far spazio al monumento della Colonna infame. La funzione di quest’ultima era di simboleggiare la “colpa e punizione esemplare”, monito imperituro per chiunque fosse stato tentato in futuro di “ungere” e contagiare altre persone. La Colonna rimase eretta sino al 1778, anno in cui, insinuatosi negli intellettuali il dubbio della «gigantesca notizia falsa», ne venne decretato l’abbattimento.”

Virginia Fattori – Storia della colonna infame di Alessandro Manzoni – minima&moralia

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