LETTURE

La scuola serve a vivere

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PENSIERI PER VIAGGIARE IN ANNI DIFFICILI 11- Sui problemi dell’educazione non posso certo affermare di essere un’autorità, anche perché uomini intelligenti e saggi hanno in ogni tempo trattato dei temi educativi e con chiarezza espresso le loro vedute intorno a questi problemi. Da quale fonte trarrò il coraggio io, quasi profano nel campo della pedagogia, per esporre opinioni basate sul solo fondamento dell’esperienza e della convinzione personale?

Se si trattasse veramente di una materia scientifica, dopo tali considerazioni si sarebbe probabilmente tentati di restarsene zitti. Tuttavia, quando si tratti dell’azione di esseri umani, le cose stanno diversamente. Qui la conoscenza delle verità da sola non basta; al contrario, questa conoscenza deve continuamente rinnovarsi con uno sforzo senza tregua, per non andare perduta. E’ come una statua di marmo che si erge nel deserto ed è sotto la continua minaccia di venir seppellita dalla sabbia.

Gli operai di servizio debbono essere sempre al lavoro, perché la statua possa durevolmente risplendere al sole. A questi operai apparterrò anch’io. La scuola ha sempre costituito il mezzo più importante  per tramandare una certa quantità di conoscenza alla generazione che sta formandosi.

Ma la conoscenza è cosa morta; la scuola invece serve a vivere. A me la cosa peggiore in una scuola sembra l’uso di metodi basati sulla paura, sulla forza e sull’autorità artificiosa. Un tale trattamento distrugge i sentimenti sani, la sincerità e la fiducia in sé stesso dell’allievo. Produce soggetti sottomessi. Date all’insegnante in minor numero possibile di mezzi coercitivi, così che l’unica fonte di rispetto da parte dell’allievo sia costituita dalle qualità umane e intellettuali dell’insegnante stesso.

Albert Einstein, Pensieri degli anni difficili – Einaudi

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