GOODBYE GLACIERS: immagini di una terra che si scioglie. E noi?
Addio ghiacciai. “Agghiacciante” realtà. E non si può più dire a nostra insaputa. alcune delle immagini riportate qui sotto sono quelle esposte in una mostra itinerante intercettata a Bolzano all’inizio di gennaio. La mostra fa sparte del programma Interreg V-A Italia Austria con l’obiettivo di sviluppare un efficiente e moderno sistema interregionale di monitoraggio dei ghiacciai per la regione Alto Adige- Tirolo.
La mostra GOODBYE GLACIERS illustra quanto attuali siano in quest’area il ritiro dei ghiacciai e i cambiamenti climatici e quanto diano importanti l’osservazione e l’analisi di continuo dei fenomeni. Si è parlato a lungo pubblicamente del ritiri del ghiacciaio della Marmolada che gli studiosi hanno definito irreversibile. Ecco qui ci sono solo alcuni esempi del fatto che la Marmolada non è un fenomeno isolato ed eccezionale. Quello che sta avvenendo sulla terra è un fatto di enorme gravità causato dall’innalzamento delle temperature che fa venire meno le preziose riserve d’acqua che custodiscono le montagne. Uno spunto per riflettere e per interrogarci sul modello di sviluppo che fino a questo momento pochi hanno messo in discussione.
Nel 2015 la metà della massa dei ghiacciai alpini sarà scomparsa indipendentemente da come ci comporteremo fino ad allora. Se riusciremo a limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 gradi, a fine secolo ne sopravviverà un terzo – in caso contrario, sulle Alpi i ghiacciai si esauriranno
Dallo scioglimento dei ghiacci emergono le tracce della vita umana ma non solo – si spiega in un pannello della mostra. Il ritiro infatti libera ingenti quantità di detriti e sedimenti in prevalenza fini. questi vengono trasportati a valle dalle acqua di scioglimento glaciale che di conseguenza risultano torbide e assumono una tipica colorazione lattiginosa.
Interessante sapere poi che sono gli alberi a datare gli eventi anche per lo scioglimento dei ghiacciai
“Gli anelli di accrescimento degli alberi – è spiegato -consentono di datarne l’età e di ricostruire le dinamiche che ne hanno accompagnato lo sviluppo. Nelle applicazioni glaciologiche questi elementi aiutano nella ricostruzione del clima passato e degli stadi di avanzamento dei ghiacciai. Esposta alla mostra una roccia levigata dall’azione abrasiva del ghiacciaio e i detriti inglobati nel ghiacciaio esercitano sul letto roccioso durante il loro avanzamento. Le striature sulla roccia indicano la direzione e il movimento del ghiacciaio.
Dal ritiro riaffiorano i reperti bellici
I ghiacciai sono anche una memoria umana, si diceva. Per anni hanno conservato e protetto molti oggetti “che la deglaciazione in atto – si spiega nei pannelli della mostra – riporta ora alla luce. Soprattutto nel gruppo Ortles-Cevedale (zona a ovest dell’Alto Adige al confine con i Grigioni svizzeri. Inoltre Il Gruppo Ortles-Cevedale che si trova in Val Venosta è lungo 50 km e largo 40 km, include quasi 100 ghiacciai e viene dominato “Re Ortles”, la cima più elevata del gruppo montuoso). lungo la linea del fronte della grande guerra numerosi sono i ritrovamenti di bossoli, schegge di bombe, filo spinato, scatolette alimentari…
Un altro importate e preoccupante elemento è il fatto che se la temperatura globale è già aumentata di un grado rispetto all’era preindustriale sulle Alpi l’aumento è stato di 2 gradi.
ALCUNE FOTO IN MOSTRA. L’AVVERTIMENTO: il futuro è anche nelle tue mani
info@antonellalenti.it
(foto di copertina del post Libera interpretazione dello scioglimento dei ghiacci di Antonella Lenti. Tecnica mista)