LENTI A CONTATTO

Un partito Verde al 2%? E’ come non esistere. Castelnuovo: la sensibilità ambientale è cresciuta ma non ha contaminato i partiti

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OSSERVATORIO POLITICO SUI RAGAZZI CHE VANNI IN PIAZZA PER IL CLIMA – I Verdi senza peso politico. In Italia l’affanno si sente forte. “I percorsi della politica e dell’associazionismo sono separati”. Lo dice l’esponente di Legambiente piacentina Giuseppe Castelnuovo. Questa intervista va inquadrata nell’inchiesta sul movimento Friday for future che a Piacenza ha mobilitato tantissimi ragazzi alcuni dei quali intervistati dalla rubrica Lenti a contatto. Le interviste sono state riunificate in un post che si trova nell’home page di questo blog.

“Friday for future è un movimento positivo, costituisce una speranza ora i ragazzi devono trovare le gambe per far camminare le idee”

Tanti lo speravano, nessuno lo avrebbe ipotizzato che i temi ambientali prima o poi avrebbero smosso le masse in tutto il mondo. Masse giovanili soprattutto spinte dal richiamo semplice, lapalissiano: “Distruggete la terra e ci rubate il futuro”. E’ questa essenziale affermazione che ha dato il via a tutto. Eppure di temi ambientali la discussione pubblica non era digiuna. Da almeno quattro decenni ci sono persone che attorno a questi argomenti acqua, aria, rifiuti, consumo di suolo, sviluppo sostenibile hanno incentrato l’impegno della propria vita. Ma da qui a far diventare l’ambientalismo un movimento di massa ce ne corre…

Sui canali tradizionali, normali, i temi ambientali sono parsi in questi anni solo frecce all’arco della denuncia. Un percorso che ha portato l’ambientalismo ad essere considerato una frangia scontata della protesta.

Negli anni di attenzione altalenante i movimenti ambientalisti sono stati classificati eco-egoisti, su di loro il pregiudizio di essere una pietra d’inciampo (soprattutto per la politica) fastidiosa ma strutturale al dibattito moderno e poi… si è iniziato a parlare di mutamento climatico, di consumo delle risorse della Terra che non si rigenerano alla velocità con cui si consumano… anno dopo anno negazionismo dopo negazionismo, poi è arrivata Greta Thunberg e si è aperto un mondo. Ecco alcune riflessioni messe nero su bianco di Giuseppe Castelnuovo, figura di primo piano di Legambiente di Piacenza.

Perché dunque in questi decenni pur con la presenza nella società le istanze ambientali non hanno fatto breccia nella politica?

“Bisogna fare dei distinguo tra il punto di vista dell’associazionismo ambientale e quello prettamente politico. L’associazionismo anche nel nostro paese ha avuto un certo sviluppo e quindi l’educazione ambientale è andata avanti. Anche a Piacenza come associazione abbiamo una richiesta continua da parte delle scuole per avviare approfondimenti sui temi ecologici che investono direttamente il nostro territorio. Anzi direi che talvolta la domanda, la richiesta di iniziative supera la nostra stessa capacità di concretizzarle. Siamo volontari e spesso non siamo sufficienti per rispondere a tutte le chiamate. Occorrerebbero più persone e anche più fondi… ma questo è un’altra storia”.

In questi anni si sono ripetute iniziative di sensibilizzazione rivolte proprio ai più giovani, ma quanta ritualità in queste proposte e quanta efficacia nell’impostare un’educazione che accompagni poi i ragazzi per tutta la loro vita?

“Anch’io all’inizio pensavo che per esempio tutte le iniziativa da Puliamo il mondo, alle varie biciclettate tese a diffondere comportamenti virtuosi nei confronti dell’ambiente potessero diventare solo ritualità e invece ho toccato con mano che non è così. La forza aggregativa che queste iniziative attivano sono un elemento positivo che lascia un segno nei ragazzi. Credo che sia un momento importante che crescendo si ricorderanno. Personalmente sono più propenso a svolgere un lavoro di approfondimento delle attività amministrative, un lavoro più complesso lungo, difficile perché comporta studiare i documenti farsi assistere da esperti e su queste cose è difficile il coinvolgimento delle persone. Ho notato che spesso prevale un sentimento di rassegnazione, di rinuncia, si sedimenta di tanto in tanto la convinzione che tanto il mondo va così e non si può cambiare nulla. E gli effetti che determina una scelta rinunciataria tante volte è più grave dello stesso impatto ambientale”.

Arriviamo al movimento dei Venerdì per il futuro. Come lo vedi?

“A Piacenza ho partecipato sia alla manifestazione di marzo sia a quella di settembre dove ho percepito una maggiore preparazione. Ho ascoltato interventi che mi hanno stupito sia per la consapevolezza sui temi sia per la profondità dei problemi posti. Può darsi che la maturazione rispetto alla prima iniziativa sia stata dovuta all’approfondimento svolto in classe. Resta però un punto non chiaro. Non si intravede il link di una rete di collegamento tra loro e inoltre resta da approfondire come proseguire questo impegno. Cosa intendo dire? Ecco: se abbiamo di fronte mille monadi che portano avanti idee e progetti ma non sono collegate tra loro si perde l’efficacia. Ecco questo elemento ancora non lo si percepisce”.

Quindi i giovani danno speranza?

“Sento che c’è un estremo bisogno di leadership. E’ un modo diverso di concepire l’impegno che ho sempre avuto personalmente basato più sulla partecipazione che sulla ricerca di un guida di riferimento. Certo mi rendo conto che nell’ambito dell’azione politica è molto importante individuare il leader che interpreta l’opinione di tanti, però si deve tenere presente che le complessità non si possono semplificare, non si possono banalizzare cose che sono complesse.

Noto che tra i giovani coinvolti e partecipi a questo movimento c’è una dispersione pazzesca e questo nonostante l’alta adesione sotto gli occhi di tutti. Però la dispersione fa sì che non si arrivi a pesare, a fare massa critica. E’ un movimento positivo perché costituisce una speranza sarà perché siamo una generazione esclusa da quello che stanno discutendo e facendo e quindi non afferriamo come faranno a dare gambe alle idee. Quelle, le idee, ci sono…”

Ambiente e politica. Il feeling non è mai scoppiato e per di più nel nostro Paese un partito dei Verdi che pure è esistito non ha mai avuto buona sorte. Anche ora. Perché in Italia resta la stagnazione verde in politica?

“Alle origini, da Alex Langer a Michele Boato si teorizzava la biodegradabilità dei Verdi. Significa che le istanze ambientaliste avrebbero dovuto prendere tutte le direzioni politiche tanto da auspicare la non necessità di un partito Verde. Il punto era far crescere la consapevolezza in tutti gli altri partiti. Alla fine che è successo? E’ nato il partito dei Verdi, si è strutturato allo stesso modo di tutti i partiti con un classe dirigente caratterizzata da autoreferenzialità ed è rimasto lì.

Ma c’è un’altra questione più importante. La necessità di allearsi per veicolare le proprie istanze programmatiche. L’alleanza significa compromesso, è evidente. E che peso si può avere su un’alleanza con il 2 per cento dei voti? Ora si sta discutendo su una lista verde in Emilia Romagna. Ma poi che fai? Ti allei col Pd e qual è il modello di sviluppo che promuove, ci adeguiamo a questo? Così non funziona. Nella situazione in cui siamo è necessario lanciare messaggi più radicali. Lo esige la situazione che stiamo vivendo”.

Che cosa intendi?

“Intendo dire che non si cambia strada solo riducendo un po’ di plastica, modificare un tantino il consumo di suolo… Non basta. E’ necessario cambiare paradigma con una svolta al modello di sviluppo. L’idea di aprire alleanze di breve periodo non porta a nulla. Lo abbiamo visto in questi anni. Su questo argomento c’è una forte discussione in atto.”

Tuttavia i Verdi europei hanno dimostrato che il percorso politico, anche con le alleanze, è possibile. Lo stanno facendo da tempo…

“Certo i compromessi in politica sono d’obbligo. Ma è evidente che i risultati cambiano se li porti a termine da un punto di debolezza. Ripeto se parti dal 2% non c’è storia. Puoi stare a casa. In Europa quei movimenti verdi hanno un peso ben diverso e pertanto hanno la possibilità di indirizzare le politiche dei governi… da noi invece…”

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