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Friday For Future – Chi sono gli attivisti di Greta a Piacenza “Non siamo estremisti, non cerchiamo l’utopia, ci misuriamo con la realtà per cambiarla”

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QUADRANTE SULLA REALTA’ I RAGAZZI IN PIAZZA PER IL CLIMA (3) – Nessun estremismo tra gli attivisti di Greta. Lo affermano convinti i ragazzi di Piacenza del movimento Friday for future. Oltre la protesta, oltre gli scioperi per il clima c’è dell’altro nel futuro di Friday For Future. E’ una rete, un progetto, un programma, punti di riferimento che possano proseguire il discorso nel concreto. Di come costruire la rete si sta per ora discutendo ma ci sarà. Del resto un movimento cresciuto e alimentato dalla rete non dovrebbe diventare rete a sua volta? In nuce una rete già muove primi passi nei gruppi che localmente si incontrano, discutono, elaborano idee e progetti da mettere in campo. C’è in ogni città e ciclicamente i componenti si incontrano per discussioni plenarie.

Come si chiama il vostro gruppo? Chiedo.

“Friday for Future – Piacenza, naturalmente” mi rispondono guardandomi divertiti per la domanda sciocca che ho posto.

Primo obiettivo per il gruppo piacentino di FFF: Piacenza dichiari l’emergenza climatica. Chiara, Daniele, Luca e Filippo: al lavoro per mettere in rete i gruppi attivi nelle città italiane

Luca Casana, Chiara Brogi, Daniele Rossetti e Filippo Motta, sono alcuni componenti del gruppo locale piacentino. Mi ricevono prima di iniziare la loro riunione in cui devono mettere a punto la piattaforma che deve essere pronta per le prossime settimane (in programma un incontro a Rimini e forse un altro a Roma più avanti o viceversa). Il gruppo ha anche una pagina facebook dove si trovano gli aggiornamenti delle iniziative: il mondo social è il tessuto connettivo che tiene insieme idee e appuntamenti prossimi. Fai girare un post di Fb o Instagram, un video su youtube e tutto si muove.

Il cuore delle richieste dunque è chiedere che anche Piacenza dichiari l’emergenza climatica. “Ancora non è stato fatto a differenza di altre città della nostra regione” spiegano. Una dichiarazione da cui poi far partire azioni concrete. Quali? Dobbiamo ancora mettere a punto i contenuti – frenano timorosi di “bruciarsi” le novità – ma dar vita ad azioni sostenibili tipo il parco della Pertite, fontane di acqua pubblica, dare il via al controllo delle caldaie… insomma tante idee per un’unica finalità: “contribuire a ridurre la produzione di CO2. Non c’è molto tempo, il limite temporale è il 2050 e bisogna correre”.

Perché l’adesione al movimento Friday For Future?

“E’ un nostro diritto esserci e chiedere la dichiarazione di emergenza climatica. In realtà dovrebbe essere la politica, i politici, ad accorgersi di quello che sta avvenendo. Ma è in discussione il nostro futuro e allora eccoci qui. Scendiamo in piazza. Lo abbiamo fatto e lo rifaremo”.

Lo afferma Chiara a nome della Consulta degli studenti di cui è presidentessa (all’interno dell’organismo studentesco è attiva una commissione ambiente). Obiettivo da raggiungere entro la fine del suo mandato: la dichiarazione dell’emergenza climatica da parte della città e provincia di Piacenza è un traguardo imprescindibile, ma anche la diffusione capillare in tutte le scuole delle borracce per l’acqua. Daniele, Luca, Chiara e Filippo sono parte del nucleo di studenti che sta lavorando a Piacenza per dare un’ossatura, una struttura organizzativa al movimento. Per dare gambe che si muovano anche nel futuro e perché si vada oltre la passione del momento che si è liberata in questi ultimi mesi.

Chi nega l’esistenza dei mutamenti climatici nega un dato di fatto, basta guardarsi intorno e assistere a quello che sta succedendo anche vicino a noi – dicono in coro – e quindi il nodo centrale è l’informazione. Assicurano che il movimento sta cercando un percorso per far sì che la rete della protesta possa mettere radici e sedimentare in un progetto.

Vi accusano di schierarvi contro gli stili di vita di questa società ma non rinunciate ai benefici che la stessa società procura. A cominciare dal telefonino…

“Sì è vero, molti adulti ci accusano di scendere in piazza e di non fare rinunce (consumo di elettricità, automobile ecc) c’è chi dice che lo facciamo per non andare a scuola e che dopo le manifestazioni le città sono sporche (molto falso)… ci sono però anche tanti adulti che ci sostengono e ci supportano a cominciare dagli insegnanti. Il nostro  – dicono i ragazzi di FFF – non è un movimento estremista, esprimiamo una protesta ma non si basa su concetti estremisti. Certo usiamo lo smartphone perché serve ma cerchiamo di sprecare il meno possibile. E’ questa relazione continua con la realtà che viviamo che fa sì che quello che diciamo non diventi utopia e quindi entri nella sfera del realizzabile. Il concetto di scendere a compromessi con la vita di oggi ci rende vincenti. Non c’è contraddizione in questo, è necessario agire così se vogliamo reggere, tenere viva la nostra causa nella realtà”.

In che senso dite di essere vincenti?

“Il messaggio coinvolge direttamente i singoli, li fa riflettere, e li fa anche sentire in colpa e ci si rende conto che lo stile di vita condotto fino a qui va cambiato. Non c’è bisogno di aspettare tecniche per soluzioni di là da venire perché si può già intervenire, basta farlo e basta, siamo convinti che i gesti dei singoli siano positivi e possano produrre cambiamenti più ampi”.

Come spiegare la crescita del vostro movimento? Solo ora sono diventate esigenza globale eppure le tematiche ambientali non sono nuove, da decenni ci sono persone che lavorano basando su questi argomenti la loro azione politica, ma senza successo. Perché dunque? E’ la moda?

La svolta – non hanno dubbi – sono stati i social che hanno portato in casa di tutti le questioni che fino a qualche anno fa erano rimaste di nicchia. “Spesso in passato i temi ambientali sono stati affrontati ma sono caduti nel vuoto”. Sono convinti che cadrebbero nel vuoto anche oggi se li portassero avanti nello stesso modo, per questo stanno ragionando su larga scala, è su questo punto che si gioca il destino anche dello stesso movimento perché per innestare i cambiamenti è necessario una mobilitazione globale. L’esempio arriva dall’attualità. “La plastic tax – dicono – se il provvedimento non viene assunto globalmente è chiaro che le aziende andranno a produrre dove non si applica e non si risolve il problema. Quello della sostenibilità è un problema globale va affrontato con molta serietà fuori dai nazionalismi”. Oggi si arriva ad affrontare i problemi ambientali col fiatone, con l’assillo che il tempo per invertire la rotta sia quasi scaduto e gli studenti del FFF-Piacenza sui ritardi accumulati non hanno dubbi, e le responsabilità le ascrivono ai politici..

“Il movimento è motivato – segnalano – ed è anche una reazione al ritardo con cui si è iniziato a parlare di questi temi. Noi ci mobilitiamo, continueremo a farlo cercando di fare del nostro meglio di fronte a una battaglia così enorme”.

info@antonellalenti.it

2 Comments

  1. Roberto Lovattini Reply

    Brava Antonella è giusto cerare di conoscere quest realtà. Un cosa sola: credo che il concetto di realtà ed utopia siano strettamente uniti. Senza l’azione utopica di Greta Thunberg non avremmo avuto l’impatto che l’ambiente sta avendo sulla massa o comunque sarebbe arrivato diversamente. Ciao

    • sono d’accordo con te. L’ utopia aiuta a guardare oltre e quanto sarebbe necessario oggi!
      Loro credo abbiamo più che mai bisogno di essere presi sul serio ed è per questo che fanno la puntualizzazione. Rispondono a chi li accusa di vivere con tutte le comodità che criticano e di pensare a un mondo diverso. Sono convinta che ci credano davvero. E se pensiamo che sono passate generazioni e generazioni di ragazzi oggi diventati adulti senza che si ponessero mai un problema questo loro incedere sicuri trainati da una ragazza che ha osato e non ha avuto paura di mettersi in gioco rassicura e già questo – anche se lo negano – un sapore di utopia ce l’ha. grazie!

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