LENTI A CONTATTO

Due chiacchiere tra le signore di Klimt: “Madeleine ci stanno liberando… Elfride sei sicura o ti sei fumata l’edera che ci ricopre?

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STORIE INCREDIBILI O NO – Mi sono immaginata che le due signore di Klimt, quella sopra e quella sotto, dipinte sulla tela da Klimt abbiano preso vita iniziando un dialogo tra loro. Ho chiamato Madeleine la figura di donna nascosta sotto la figura della “Signora” scoperta nel 1996 da Claudia Maga una giovane studentessa del Colombini oggi insegnante di lettere ed Elfride la giovane signora che vi è dipinta sopra. Il ritrovamento della Signora di Klimt – se ne sta verificando l’autenticità – ha toccato il cuore di tutti. La sorprendente storia che si nasconde dietro il furto mi ha dato lo spunto per una piccola storia d’invenzione.

Gustav Klimt

Ecco la prima puntata della storia

La scena è buia. La porta del nascondiglio non è ancora stata aperta e si sentono, pertanto, solo le voci…

Elfride: “Ehi, sveglia! Madeleine, ci stanno liberando. Sveglia, sveglia! Potrai partecipare al ballo di Santa Lucia. In questi anni l’hai fatta tanto lunga! Sembrava fosse il dramma della nostra prigionia forzata. Non sei contenta?

Ma che fai ancora lì impalata sotto quel cappellone nero da gran soireé che ti hanno dipinto in testa, togliti le ragnatele, pulisci i tuoi pizzi ottocenteschi dalla polvere, stiamo per rientrare nell’aria aperta dopo anni di sepoltura forzata. Sento dei passi e dei rumori che si avvicinano. C’è una voce maschile giovane con un accento che non è austriaco e neppure di queste parti, gli italiani ho imparato a conoscerli. Ma tu hai tenuto il conto del tempo che è passato da quando ci hanno costrette in questo bunker? Estate e inverno. E che tuoni e lampi abbiamo dovuto sopportare senza che nessuno sapesse della nostra presenza. Sveglia Madeleine, le signore di Klimt stanno per ritornare in scena”.

Madeleine: “Ma sei sicura che ci stiano liberando, Elfride? Sarà mica uno dei tuoi svolazzi giovanili o ti sei fumata l’edera che ha ricoperto il nostro nascondiglio. Eppoi, bella mia, frena gli entusiasmi, gli anni sono passati anche per te. Non pensare che la matusa sia rimasta solo io perché appartengo alla vecchia scuola del pittore. Siamo invecchiate insieme cara Elfride e le tue gote rosa il tuo sguardo innocente la tua… vestaglia orientaleggiante secondo la moda d’inizio secolo non ingannerà nessuno. Anche se davvero ci stanno liberando come dici – ma non credo finché non vedo – non sarà più lo sfarzo di prima. Gustav il nostro maestro è morto da quel dì, ancora non era finita la prima guerra mondiale, la secessione viennese il movimento artistico che ti ha portata alla luce non se lo ricorda più nessuno. Mi sembra di aver sentito che queste cose a scuola non le insegnano più, sono solo i patiti della storia dell’arte che si appassionano. E poi dopo tanto tempo dalla nostra scomparsa in questa città italiana – siamo uno dei pochi quadri di Gustav presenti su questo  suolo – si erano dati pace. Qui fanno presto ad archiviare le storie quando non sono interessati direttamente. Ci hanno dimenticato Elfride, non ti fare illusioni! Ammesso che ci stiano liberando. Ma non lo credo. Non sarà un’illusione come l’ultima volta?”

Elfride: “Sei la solita rompi Madeleine, ti dico che ci sono persone qui fuori si sono accorte che sotto l’edera c’è una porta. Non hanno la chiave e stanno dicendo ad altri che sono arrivati nel frattempo che non sanno come aprire questa porta perché altrimenti non riescono a sistema il muro. Madeleine se aprono la porta ci liberano. Non sei emozionata? Invece di borbottare in continuazione come stai facendo pensa alla sorpresa che questa gente in questa città  avrà. Ritrovata la signora di Klimt scriveranno i giornali. Già LA signora perché la titolare del quadro sono io naturalmente, tu sei una prova d’artista vecchio stile che se Gustav ha deciso di coprirti con me significa che non era soddisfatto oppure non aveva abbastanza soldi per un’altra tela. Ma propendo di più per la prima ipotesi. Eri cupa, roba da rigattiere, e così sono nata io. Sbocciata come un fiore da uno scarto…”

Madeleine: “Elfride, sei proprio una vipera. L’ho sempre saputo, i tuoi atteggiamenti sfottenti non mi sono mai piaciuti. Sbocciata come un fiore, ma fammi il piacere! Ti do atto della tua bellezza. La vedono tutti. Anzi l’hanno visto tutti finché non ci hanno tagliato da quella cornice e ti dirò che mi hanno rovinato anche un po’ la parte destra dell’abito. Pizzo fiammingo costato una fortuna. Ma pazienza finché è durata l’attenzione su di me è stata alta. Mi avevano messo su una parte importante di una casa gentilizia a Vienna. Poi le cose hanno preso una brutta piega e sono finita in una soffitta e poi sono stata venduta. Fortuna ha voluto che un giorno passasse per quella strada proprio Gustav. Mi ha vista e ripresa. Poi sei nata tu. Aveva rotto con la tradizione e insieme ad altri pittori si era inventato la secessione. La secessione dai canoni classici – i miei – per svoltare verso una stagione nuova giovane che aprisse al nuovo secolo. Ecco perché ti ha dipinto su di me. Un messaggio artistico eccezionale… dal passato al futuro. Elfride e Madeleine entrambe espressione del loro tempo”.

Intanto fuori i lavori procedono. Colpi forti, meno forti e toc toc toc. La porta si apre. E sorpresa… “C’è qualcosa qua dentro è avvolto in una busta. Ha la forma di un quadro! Chiama qualcuno, chiama il custode della galleria qui è roba loro dobbiamo avvisarli che abbiamo trovato un oggetto. Lo apriamo? No aspettiamo.

Elfride: “Hai visto Madeleine che avevo ragione? Ci hanno liberate. Madeleine sei proprio una vecchia befana!”

Madeleine: “Bene Elfride sono contenta, ma come facevo a credere alle tue parole se già innumerevoli volte in questi 22 anni mi hai illusa che avrebbero potuto scoprire il nostro nascondiglio. Ti ricordi quando vennero qui dei bambini a giocare a pallone e sentisti quei colpi battere contro la porta. Anche allora mi avevi svegliata dal mio sonno di bellezza convinta che ci avrebbero liberate. Fantasie di una visionaria. Del resto una che strizzava già l’occhio all’oriente a inizio secolo prima del movimento hippie non poteva essere presa sul serio. Fumata come sei..”

Elfride: “Beh, basta con la morale, adesso stai zitta e sgrana gli occhi: voglio vedere la reazione del custode della galleria che faccia fa quando mi vede e di riflesso vede anche te. Considera che noi siamo state date per rubate 22 anni fa. Hanno cercato, ricercato, ma niente. Ti ricordi le ipotesi che si facevano? La signora di Klimt rubata a Piacenza E’ già oltre oceano, La signora di Klimt è tornata a casa in Austria, no è in Inghilterra, no in Russia, no al Polo… e c’era anche qualcuno che, forse dopo aver consultato la sfera di cristallo, si diceva convinto che la signora di Klimt non avesse fatto molta strada e che era rimasta a Piacenza, ben nascosta, si capisce e in esclusiva visione di un anonimo collezionista. Eravamo effettivamente a Piacenza ben nascoste non c’è che dire e il vigore della vegetazione che in assenza di cura cammina veloce ha contribuito a rendere insospettabile il nascondiglio quanto al collezionista… però era pura illazione. E se mai sia esistito nessuno lo saprà mai perché se ci hanno confinato in questa prigione qualcosa nel progetto deve essere andato storto. Evidentemente, altrimenti perché rubarci per metterci in questo buco? E sai ora che ci penso ironia della sorte non ci siamo mai staccate dai muri della galleria. Scherzi pazzi del destino.

E dunque eccoci qui in questa città. Tornate alla luce in un momento topico”.

Madeleine: “Perché Elfride, che momento è questo 2020 che si apre?”

Ora il tono tra le due signore di Klimt è meno duro e si fa più amichevole, complice quasi…

Elfride: “Ciocchi come al solito Madeleine tu e i tuoi valzer viennesi, non hai altro nella testa. Non ti sei informata in questi anni di ozio forzato? Il prossimo anno Parma sarà la città della cultura e per ragioni di buon vicinato ha deciso di aprire anche a Reggio e Piacenza e il nostro ritrovamento a Piacenza può essere il cacio sui maccheroni.

Se qui son furbi, con Parla città della cultura che coinvolge anche Piacenza, ci possono marciare alla grande con la signora di Klimt ritrovata. La signora di Klimt che naturalmente sarei io. Anche tu poi, grazie a me, alla mia bellezza, alla mi notorietà acquisita anche per il cosiddetto furto del 1997 di riflesso avrai il tuo momento di gloria. Ecco come dipingeva Klimt prima della secessione. Vuoi mettere. Maddy, credimi sarà una pacchia per tutte e due. Ammesso che questi qui sappiano approfittare della situazione”.

Madeleine: Elfri la fai facile tu. Vedrai che ti sottoporranno a non poche torture. Vorranno studiarti a fondo fino all’ultima pennellata. Vorranno essere sicuri che sei autentica…”

Elfride: “Come sei idiota dolce vecchina cara! Basterà sottopormi ai raggi x e se sotto comparirà la tua sagoma ammuffita non ci sono santi questi qui capiranno che sono la Signora di Klimt a cui si è data la caccia per 22 anni su cui si sono scritti fiumi di parole, su cui sono state fatte innumerevoli congetture e che ironia delle ironie se ne stava placida, tranquilla e paziente all’ombra di un Liquidambar che nel frattempo è cresciuto svettante nel cielo e si è ricoperto di edera che si sa si avvinghia e si allarga su tutto…”

Madeleine: “Ma Elfride i raggi x non danneggeranno la tua tela?”

Elfride: “Eccoti di nuovo protettiva, una vera mamma Maddy, se non ci hanno danneggiato i raggi UV che hanno battuto sulla lamiera per 22 anni in tempo di cambiamento climatico che cosa mi possono fare una manciata di raggi x? …Tranqui Maddy… torneremo più grandi di prima”.

info@antonellalenti.it

1 Comment

  1. Giuseppe Biasini Reply

    Bello ed originale il dialogo tra le 2 dame. Brava Antonella

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