LENTI A CONTATTO

Friday For future, chi sono gli attivisti di Greta a Piacenza: “Tra dieci anni qualcuno di noi sarà in politica: la lezione di oggi ci farà fare scelte diverse”

Google+ Pinterest LinkedIn Tumblr

QUADRANTE SULLA REALTA’ I RAGAZZI IN PIAZZA PER IL CLIMA (1) – Inizia da qui il viaggio all’interno del movimento dei ragazzi che hanno animato il Friday For Future a Piacenza. Il primo step – pubblicato su Piacentini inserto all’interno di Corriere Padano (sfoglia qui il giornale)- vede protagonista una classe del Liceo Gioia, la VB. Il tentativo è di dare voce all’arcipelago giovanile che in questi ultimi mesi è stata l’assoluta novità delle piazze italiane, mondiali e anche piacentine. Chiunque se va a cercare nella memoria è costretto a fare un salto triplo mortale all’indietro per incontrare tanta partecipazione di giovani attorno a un tema di bene comune, l’ambiente, che esso stesso già per il fatto di aver deciso di scendere in campo in prima persona un atto politico antico ma molto nuovo per i tempi che viviamo. L’interrogativo che mi sono posta avvicinandomi a loro è stato capire soprattutto quanto questa aria fresca potrà davvero far cambiare il vento, l’attenzione e le azioni capaci di farci svoltare verso una nuovo stile per vivere la terra. Quello che segue è il primo step.

Si mostrano decisi e convinti che le battaglie possono iniziare anche da piccoli passi quotidiani. Da una goccia può crearsi un mare

Nell’incontro di due ore con gli studenti della VB Linguistico del Gioia ci siamo addentrati nelle ragioni che hanno spinto i ragazzi ad essere coinvolti in Friday for future (FfF d’ora in poi). Ecco alcuni stralci delle complessità che sono emerse dalla discussione seguendo un filo conduttore sempre ispirato a Greta, ma anche calato nei problemi della realtà locale. Mattia, Sabrina, Leda, Sara, Alessia, Iabella, Maria Vittoria, Laura, Sofia, Alberto, Ester gli animatori del dibattito.

  1. “Sia chiaro, niente strumentalizzazioni partitiche”

 “Mi sono sentita chiamata in causa dalle cose molto importanti che diceva Greta e ho cominciato ad avere più attenzione anche sui mei comportamenti a correggerli in alcuni casi – segnala Sabrina – e sono diventati sempre più presenti con l’andare del tempo. Il movimento che stava prendendo piede mi piaceva molto perché era apartitico”. Poi sono intervenuti aspetti non graditi. “Nella seconda marcia sono stati introdotti alcuni argomenti che con i temi al centro dell’attenzione non avevano nulla a che vedere. Come quei cartelli che sono comparsi a un certo punto in cui si parlava di antifascismo, di immigrazione che però non avrebbero dovuto essere presente in una manifestazione sull’ambiente”. Anche Alberto mette in evidenza gli episodi targati di politica all’interno delle manifestazioni. Ci sono stati espressioni provenienti dall’area della sinistra – dice – ma anche a destra ci sono sensibilità verso i temi ambientali. Esempio? Che dire del tema che spinge verso il consumo di prodotti locali che porta globalmente a una diminuzione di produzione di anidride carbonica”.

  • “L’approvazione del ministro? Ce la poteva risparmiare”

Le giustificazioni delle assenze da scuola e il placet del ministro per lo sciopero non è piaciuto ad alcune studentesse. “L’idea di partenza – dice Leda – era quella di protestare contro le istituzioni. Lo sciopero da scuola quindi è un gesto di ribellione al dovere istituzionale che ogni studente ha di venire a scuola ogni giorno. Se a priori le istituzioni ti dicono scioperate, è per una buona causa e sarete giustificati ecco che è tolto lo scopo. Di fatto si compie un depotenziamento dell’efficacia della stessa protesta”. L’argomento raccoglie non poche adesioni da parte della classe. “E’ una contraddizione, sono d’accordo – si inserisce Sara – però va detto che il nostro preside è veramente molto sensibile a questi temi e vuole davvero che si cambi indirizzo sulle questioni ambientali. Ci sono tante altre scuole che non hanno mai incentivato la discussione su questi argomenti. Secondo Sara, però, ci sono alcuni aspetti negativi che si sono visti nelle manifestazioni piacentine. Una moda, una tendenza che ha portato all’esibizione di alcuni cartelli un po’ idioti che volevano creare la battuta o attirare l’attenzione su di sé e che hanno immediatamente avuto una grande eco sui social. Non è così che si partecipa a una protesta con obiettivi così importanti. Secondo Alberto sembra troppo dire che i politici hanno schiacciato l’occhio agli studenti dicendo nulla di grave se state assenti, alla fine la critica quando eccessiva non porta a niente”. La vivacità intorno all’argomento non si placa e c’è chi mette in rilievo: perché un governo deve incentivare i ragazzi a protestare contro una sua carenza? Sembra voler dire, bravi protestate e noi continueremo a fare come sempre. E’ per questo che alla seconda manifestazione alcuni hanno deciso di non prendere parte. Ne ho discusso parecchio anche in casa – dice Leda – con mia madre e mia sorella (loro hanno partecipato) e mi sono detta “IO NON CI VADO” e sono rimasta in classe. Intransigente? Forse o semplicemente una richiesta di coerenza: ognuno interpreti il proprio ruolo.

  • “La crescita di consapevolezza è educazione civica”

   Per loro via via si fa sempre più accentuata la peculiarità ambientale. All’inizio – segnala Mattia – pensavo che si sarebbe chiusa lì dopo che Greta ha lanciato la sua protesta ma poi l’iniziativa è cresciuta”. “Sì ora con le marce sta sempre più prendendo piede il livello ambientale – dice Alessia – una lezione di educazione civica di cui l’ambiente fa parte ed è importante segnalare che la crescita della consapevolezza è la base per non commettere più errori”. La discussione si allarga e si parte da sé, dalle proprie azioni che si mettono in discussione. Forse inizia così la nascita di una coscienza ambientale. “Inizialmente ho avvertito anche un po’ di sensi di colpa – dice Isabella – non sempre facevo bene la raccolta differenziata. Grazie a Greta siamo diventati più sensibili. Lei ha sbattuto in faccia a tutti la realtà nella quale ci siamo muovendo e ci ha fatto capire che è un problema che investe il mondo. Una lezione che ha avuto efficacia anche su di me. Ora distinguo in modo molto più accurato i materiali dei rifiuti, spengo la luce… sono più consapevole. Non sempre per Laura è facile portare in casa questi temi. Eppure -mette in evidenza – gli adulti dovrebbero essere esempio per i giovani.”

  • “I gesti singoli efficaci possono diventare collettivi?”

Tanti piccoli gesti possono diventare un mare di gesti, un oceano di gesti e cambiare le cose. Alla provocazione su quanto possa servire avere comportamenti individuali positivi quando invece le scelte delle politiche di sviluppo non cambiano i ragazzi sono stati fermissimi. “Noi su questo tema dell’ambiente svoltiamo – si dice convintissima Maria Vittoria – ed è un fatto che i grandi cambiamenti partono anche dai piccoli. Qualcuno di noi tra dieci anni diventerà politico e credo che partendo dalla crescita di oggi qualcosa di diverso si farà”. Da Greta abbiamo avuto un input che ci ha fatto aprire gli occhi per fare qualcosa per cambiare… come? Semplice un cambio generazionale come “spegnere l’auto quando si è fermi – segnala Sofia – mio nonno per esempio non lo fa e se glielo dico si stupisce anzi lo considera assurdo. Anche per il riscaldamento nelle abitazioni ora mi accorgo di quello che significa non avere attenzione. Manifestare ci ha portato ad avere maggiore coscienza e cambiare il nostro stile di vita”.

  • Anche Greta, però…

L’adesione a FfF non li porta a non avere senso critico nei confronti di quello che osservano nella loro ispiratrice, Greta. Perché non parla mai dei paesi non occidentali. India e Cina ad esempio hanno un tasso di inquinamento che è superiore. In Europa, e in Italia – sottolinea Alberto – una certa coscienza ambientale c’è, ma in questi Paesi?” E poi la critica si amplia a proposito dell’uso degli aerei che Greta ha censurato senza se e ma “Già però lei ha la possibilità di arrivare negli Usa con Casiraghi, chi altri potrebbe?” Buttà lì Sabrina. E perché non si è spinta in Perù? A volte va detto che cade un po’ nel banale”.

  • Come combattere il  “negazionismo”

Vi impegnate, programmate manifestazioni, siete sempre più numerosi a dare l’allarme sul cambiamento climatico, ma c’è chi lo nega. E ci sono anche scienziati. “E’ vero – confermano un po’ tutti i ragazzi – esiste. Forse è un problema di informazione è l’informazione che fa la conoscenza. Mio padre – dice Sara– infatti per commentare le nostre manifestazioni dice sempre ne volete sapere di più degli scienziati?. Il negazionismo esiste c’è gente che segue questa corrente. Per Ester il negazionismo è frutto di ignoranza e disinformazione “c’è perfino chi pensa che la terra sia piatta…” Dice. Il fatto è che gli adulti non ci pensano alle origini del riscaldamento globale e se il 15 di ottobre fa caldo come fosse agosto non ci si fa caso nessuno si ricorda più il detto che si usava a Fiorenzuola tanti anni fa: a metà ottobre è tempo per il cappotto nuovo…

  • Scelte globali scelte locali. Emergenza: la mobilità

Dai massimi sistemi ora scendiamo al nostro territorio, alla nostra città e provincia. Per essere coerenti e lavorare per il futuro quali sono le corde che si dovrebbero toccare per cambiare registro? Molti degli studenti in classe sono fuori sede (Cremona, Crema, Fiorenzuola, Gossolengo) e uno degli argomenti a cui sono più sensibili è la mobilità: un disastro e da qui un futuro non votato a migliorare. “Prendo la corriera da Cremona e impiego da 50 minuti all’ora e venti per arrivare a Piacenza. In treno o in macchina? Mezz’ora” Segnala Leda che vorrebbe più investimenti sui trasporti pubblici “siamo in un territorio dove il tasso di tumori è più alto in assoluto – dice -e se non si investe per migliorare l’aria che respiriamo poi si paga in salute. Considerazione forte che scatena un dibattito nel dibattito. “Per investire sui trasporti pubblici – aveva messo in evidenza Alberto poco prima – mancano le risorse, in tempi di crisi questo è difficile da realizzare… se non applicando nuove tasse”. “La mobilità è un tema che ci sta a cuore, ma se potessi verrei in macchina a scuola. Ti spingono a usare l’auto”. Pullman perennemente in ritardo (“Vengo da Crema, la scuola mi ha concesso un permesso straordinario per poter entrare venti minuti dopo, non è normale”); mezzi pubblici di Seta che fanno acqua (“E’ letteralmente così, prendo il pullman da Gossolengo e l’acqua entra dai finestrini eppure i soldi per Seta sono stati spesi. In estate vengo in bici a Piacenza, ma d’inverno… Mi spiace dirlo: sta prendendo la patente e non appena l’avrò verrò con l’auto”). Ragazzi, attenzione nel Nord Europa la bici è il mezzo più diffuso in tutte le stagioni. Pronta subito l’obiezione “Gentile signora, ha visto le loro ciclabili?” Eh, già e di nuovo casca l’asino…

  • I nostri gesti quotidiani imparati a scuola

Via le bottiglie di plastica e largo alle borracce di alluminio o plastica dura. Già lo facciamo da tempo dicono in coro e per la mobilità? Abbiamo lanciato la campagna due ruote “Noi ci stiamo provando, dateci una mano”. Una fila di bici posteggiate sul bordo del marciapiede davanti al liceo Gioia, con il duplice intento di manifestare contro la cattiva abitudine di vari genitori di fermarsi con il motore acceso in attesa dei figli all’uscita dalle lezioni, e di impedirgli fisicamente il parcheggio in divieto di sosta. Hanno parlato di noi i giornali e il web piacentino. Gocce lasciate cadere a Piacenza sperando che diventino il mare di una scelta sostenibile per il nostro ambiente. Ma anche tra i banchi nelle lezioni di scienze per esempio fa breccia l’ambiente. “E’ bello sapere come le cose che studiamo e ci sembrano astratte sono calate nella realtà uno poi sta più attento. Esempio? Abbiamo approfondito i raggi UV, i raggi gamma e le radiazioni che escono dal telefonino, abbiamo visto come la modificazione della sintesi proteica possa determinare la crescita di cellule cancerogene…”. S’impara, si conosce e ci si informa.

  • Abbracciare le aree di via XXIV Maggio

Intanto si preparano per la manifestazione del 29 novembre. La piattaforma per non disperdere l’energia delle piazze dovrà essere messa a fuoco. Intanto si parte dalla realtà. Quella più cogente riguarda nuove aree oggetto di urbanizzazione in via XXIV Maggio. L’idea è quella di circondarle con un abbraccio da parte dei giovani FfF di Piacenza. Un messaggio per dire lasciateci la terra. Qui e ora.

1- CONTINUA

info@antonellalenti.it

Lascia un commento