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Il coraggio delle donne: volti e storie in una mostra di successo

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I DIRITTI NEGATI: QUADRANTE SULLA REALTA’ – Dal 9 marzo 2019 con l’inaugurazione la mostra “Il coraggio delle donne” ha incassato innumerevoli apprezzamenti facendo tappa in diversi luoghi della provincia con la trasferta estiva anche in Appennino. Ora la mostra ideata da Giovanna Palladini è ospitata nello spazio espositivo della biblioteca Passerini Landi. Ecco tutte le foto scattate da Serena Groppelli. E sabato appuntamento alla Besurica.

La presentazione

“Il coraggio è delle donne”. Ne siamo convinte, anche se tante volte si fatica a vederne le forme. Un aiuto ci può arrivare dai venti ritratti della mostra al femminile che raccontano, senza prosopopea, quanto di femminile ci sia nella resistenza quotidiana del vivere in una società di cui la donna fa parte integrante ma tante volte è occultata.

Il coraggio delle donne si racchiude nella loro quotidianità di vita. E’ nel saper svoltare e darsi un colpo di reni per mettere insieme con le proprie mani un futuro che, udite-udite, ha molto spesso il colore della felicità interiore, il sapore del saper fare con le proprie mani, la pienezza di saper dare con il proprio cuore, la bellezza di dare forma a un futuro migliore anche per gli altri. E’ delle donne il desiderio di voler con determinazione essere se stesse che diventa un imperativo categorico ogni volta che il caso, le circostanze lo impongono. Se questo si può chiamare coraggio lo si chiami coraggio, ma è anche un sentire femminile profondo che emerge, s’impone e si manifesta al di là e oltre le costrizioni. Non si equivochi qui la parola coraggio non attiene a scenari guerreggiati, aggressivi, impositivi è qualcosa di molto più sottile che le venti protagoniste della mostra, si spera la prima di una lunga serie, ci trasmettono attraverso i loro atti quotidiani pensati, costruiti per dare senso alla propria vita.

Il coraggio è delle donne. Il coraggio di vivere è delle donne. Sempre.

La Galleria dei ritratti e delle storie


ELEONORA PALUMBO – UCCRI Unità cinofile Croce Rossa Italiana Piacenza
 
Impiegata, due figli e tre cani. O meglio tre labrador. Uno va forte nella ricerca persone, un altro è perfetto con gli anziani e l’altro impazzisce se è a contatto con i bambini. E’ la passione di Eleonora, dell’Unità cinofila della Croce Rossa Italiana di Piacenza. “Da parecchi anni svolgo attività con i cani e, a parte gli eventi di emergenza, partecipo a incontri negli asili e nelle case di riposo. Con loro arriva la gioia e a seconda dell’attività in programma porto con me il cane che mostra maggiore predisposizione per quell’appuntamento”. Toccanti e coinvolgenti gli incontri con gli anziani. “La gioia che gli animali portano è un arricchimento anche per il conduttore”. Eleonora è anche istruttrice: “Il gruppo è composto da 18 persone e il mio compito è capire le specificità di ogni animale”.

ITALA ORLANDO – Direttrice La Ricerca
“Sono molto grata al mio lavoro. La sofferenza che vedo ogni giorno è una sfida, una motivazione in più per affrontare i tanti problemi. E’ l’orizzonte che dà il senso alla mia vita professionale”. Itala dal giugno del 2018 dirige la Ricerca Un’associazione no-profit che oggi svolge tante attività. “Fondata per il recupero dei tossicodipendenti da don Bosini che aveva colto la necessità di affrontare il bisogno degli ultimi”. Nonostante un percorso universitario che avrebbe dovuto portarla a occuparsi di cultura e di teatro la realtà ha tracciato un altro percorso. “Non mi sono mai pentita. Credo di aver contribuito a costruire una cultura per gli anziani, per le cure palliative. Anche attraverso la narrazione di storie di sofferenza e fragilità in una rubrica sulle pagine del Nuovo Giornale in fondo mi sono occupata di cultura”.

NICOLE MANTOVANI- Volontaria pubblica assistenza Croce Bianca
“Il coraggio? Ce lo devi mettere. La motivazione? Si rafforza ad ogni grazie ad ogni sguardo che le persone in difficoltà ti offrono quando dai loro una mano. In quel momento si sentono al sicuro”. E’ l’approccio con cui Nicole affronta da due anni l’esperienza di volontaria della Croce rossa. “Lo sento come un obbligo umano ed è un’esigenza mia che viene spontanea, è quasi automatico, lo fa la mia testa”. Che cosa porta dentro di sé una volontaria che incontra tante situazioni difficili di sofferenza? “Quelle esperienze fanno pensare: apprezzo di più la vita. Quando ti vedi portare via una persona giovane ti pesa molto. Poi quando un paziente che hai appena soccorso sta bene… ti si apre il cuore. E’ questa la vita”.

PAOLA ROSSI –  Consiglio di zona Coop Provincia di Piacenza
Ogni spazio è occasione per rendere il proprio tempo un bene sociale. Paola fa parte di quei gruppi di soci attivi della Coop che non si accontentano di essere solo consumatori fidelizzati. “Ci sono appuntamenti fissi promossi dalla Coop come le collette alimentari o la raccolta di materiale scolastico insieme alle associazioni locali (Auser, Libera, Arci, La Giara). Non mancano però momenti di approfondimento promossi dai soci e di quelli vanno orgogliosi. Si va dalla giornata contro la violenza sulle donne a quella della memoria, oppure la più recente dedicata alla salute organizzata con l’associazione diabetici e Alice che ha visto tante persone darsi appuntamento al centro commerciale il Gotico per sottoporsi a primi controlli. Perché lo faccio? Ci sono alcuni argomenti a cui sono particolarmente sensibile, tra questi legalità e ambiente mi interessano particolarmente e Coop ha un occhio di riguardo anticipando provvedimenti decisi a livello nazionale”.


ROSALBA SCALOGNA – Infermiera domiciliare
 
“Facciamo gli stessi gesti che si farebbero in ospedale ma a casa dei pazienti, nel loro luogo di vita, il mio lavoro assume un altro valore. Non tornerei in ospedale, ora sento di svolgere la mia professione nel profondo”. Rosalba è infermiera domiciliare dell’Ausl di Piacenza, prelievi, medicazioni agli anziani allettati e ora anche per i pazienti oncologici terminali Rosalba li fa a casa dei pazienti. Originaria del catanese è partita dalla Sicilia quando aveva 23 anni. “Mi chiamavano per sostituzioni: tre mesi qui, due mesi là e poi ho fatto domande al Nord”. Ha iniziato a Ravenna e dopo tre anni è arrivata a Piacenza dove ora vive con il marito e due figli. Vince un concorso per le Molinette di Torino quindi con la mobilità in organico a Piacenza: prima in ospedale a rianimazione e medicina d’urgenza e poi la scelta domiciliare.

SANDRA DAVID – Rifugiata ospite della Casa della giovane
Sandra ha 22 anni, un figlio è fuggita dalla Nigeria a marzo del 2016 passando dal Niger per raggiungere la Libia. Ha trascorso  4 mesi a Tripoli poi in ottobre del 2016 è approdata a Lampedusa e quindi è arrivata a Piacenza. Da allora è ospite della Casa della giovane. Sandra attende ancora di essere chiamata dalla commissione territoriale per la richiesta d’asilo. “Ho lasciato il mio paese in Nigeria a causa di una situazione violenta in famiglia. Mio zio, che aveva fondato una società segreta chiamata Amorch, è venuto a casa nostra e ha detto che aveva ucciso mio padre e che ci avrebbe uccisi tutti e sacrificato per la sua società”. Ora in Italia si aspetta una vita molto diversa da quella che ha lasciato. Una vita libera.


CLAUDIA BORRE’ – Neo imprenditrice di Zerba
 
Questo territorio lo ha amministrato per tre mandati e le radici che la legano alla Val Boreca non le ha mai recise. Ora si è aperta una nuova strada in questi luoghi toccati da Annibale: la ristorazione. “E’ l’amore per questi posti che ci porta a restare qui. Non ci accorgiamo della distanza, di una Statale 45 brutta e in cattive condizioni, è una vita che la percorro…” il bar e il negozio, prima dei nonni e poi del babbo di Claudia, sono diventati ora osteria
Osteria la S’cianza.  “Abbiamo iniziato nel mese estivo e tutto è andato bene. Ma anche quest’inverno di gente da qui ne è passata nonostante il cattivo tempo. Il paesaggio è stupendo e con umiltà e semplicità vogliamo offrire la nostra terra, l’incanto del paesaggio con il monte Alfeo come sfondo”.

SILVIA LUPI – Titolare dell’azienda agricola La Rocchetta a Fossoli di Cortebrugnatella
 
Giovane, 33 anni, Silvia a pochi esami dalla laurea in Economia ha deciso di diventare allevatrice di bovini e suini e produttrice di salumi a Fossoli di Cortebrugnatella. Non poteva girare le spalle al luogo d’origine. Quel luogo a cui la sua famiglia aveva donato tanto sacrificio e fatica. “Sono passati dieci anni e se non avessimo fatto questa scelta la nostra azienda sarebbe andata a gambe all’aria. L’ho fatta con convinzione, spinta da una grande passione e da un grande amore verso questo territorio. Resto una sognatrice e sono convinta che la montagna abbia ancora delle chance ma soffre di tanti malanni: dal frazionamento all’abbandono fino alla burocrazia, alle regole uguali a quelle delle zone più facili. Per noi sono costi pesantissimi”.

GIULIA DOSI – Ostetrica libera professionista
“Ad ogni parto che assisto è come se rinascessi un po’ anch’io, ogni donna, ogni bambino mi insegna qualcosa di nuovo sulla capacità di affrontare la vita. E’ una crescita continua”. Giulia a 21 anni si è detta: “Farò l’ostetrica ma non entrerò nelle strutture andrò nelle case per assistere le coppie che avranno un figlio”. Voleva seguire le donne non solo nel momento finale e in particolare l’affascinava l’idea del parto a domicilio. “E’ la riscoperta dell’ostetricia basata sull’ascolto, sull’intuito che erano le competenze delle levatrici di un tempo. Con le donne si stabilisce un rapporto di grande sorellanza, con loro condivido un momento molto intimo e si crea un rapporto di grande fiducia che mi insegna ad essere una donna migliore”.

 
AURELIA BARBIERI – Psicoterapeuta
 
Psicoterapeuta con uno studio in centro città, poi per Aurelia è arrivata la svolta e da quattro anni il suo lavoro lo svolge come operatrice umanitaria. Perché? “Non sopportavo di restare immobile di fronte a ciò che stava succedendo e così mi sono proposta a un’associazione, sono stata accettata ed è iniziato tutto”. Si occupa di salute mentale e questa esperienza l’ha portata prima in Sicilia, a Pozzallo per un anno, e poi in Africa, in Burundi, in Congo, in Repubblica Centro Africana e in Medio Oriente. “Il mio compito è supportare o creare da zero i servizi di igiene mentale in contesti in cui spesso la salute mentale neppure si sa cosa sia. La mia vita è cambiata tanto e in meglio. Tornare indietro? In questo momento non credo”. Ora per Aurelia un po’ di riposo e poi si riparte.

ALESSANDRA SALENTO Atleta di Triathlon non professionista
 
Nuotare, andare in bici, correre… ed è subito Triathlon. Alessandra, 48 anni, appena può si allena non per vincere medaglie, ma per procurarsi felicità, senso di libertà e divertimento. L’incontro con il Triathlon è arrivato per caso a Gossolengo ed è stata subito passione. “Mi sono divertita moltissimo in quella gara in cui sono arrivata ultima”. Il Triathlon è stato un modo anche per essere mamma in modo diverso “Eccezionale poterlo fare con i miei figli”. Famiglia, sport e lavoro vanno di pari passo: Alessandra insegna inglese nelle aziende con corsi di formazione. La sua passione per lo sport è diventata un libro: “E sta andando piuttosto bene”. Il libro si intitola:
Zona cambio – Storia di un’improbabile triathleta.

ELENA MARSIGLIA – Fondatrice cooperativa Isola dei tre ponti 
L’unica isola abitata in mezzo al Po va conosciuta, apprezzata e difesa. L’idea è di quelle che devono trovare gambe e così sette residenti “isolani” di cui 5 giovani tra i 24 e i 33 anni, decidono di mettersi insieme. Elena è la presidente della cooperativa nata nel 2017. La burocrazia è il muro invalicabile che si incontra nelle istituzioni e talvolta sono sorde ad ascoltare i progetti dei giovani. Sono queste le difficoltà maggiori ma la determinazione dei protagonisti è la forza del progetto. “Nessuno ha intenzione di abbandonare l’isola che è il luogo delle nostre radici”. Rilanciare la naturalità dell’isola è la posta in gioco. Mobilità lenta via terra (a piedi o in bici) e via acqua alcune iniziative, non manca la gastronomia con corsi di panificazione e pasticceria.


BARBARA GARLASCHELLI – Scrittrice
Il coraggio di avere paura, il coraggio di riconoscerla e continuare ad affrontare la vita. “Riconoscere di aver paura vuol dire che ci si misura tutti i giorni con le proprie debolezze. Le paure non si negano. Si affrontano non perché super eroi o wonder woman ma perché siamo esseri umani che fanno emergere la determinazione a superarle di volta in volta, ogni giorno. Barbara il coraggio nel quotidiano ha dovuto pescarlo dentro di sé già in giovane età e quel coraggio lo ha tradotto in un libro “Sirena” in cui racconta l’incidente che a 16 anni ha cambiato completamente la sua vita” e nel recente “Non volevo morire vergine”. Ho provato molta paura che mi ha spinto a pescare dentro me stessa il coraggio e la tenacia per
riprendermi la vita tra le mani. Grazie anche al sostegno straordinario della mia famiglia e dei miei amici. Per natura cerco sempre di trovare il positivo anche nelle situazioni peggiori”
 

CLAUDIA FERRARI, musicologa
 
“Niente aule scolastiche, meglio essere musicologa libera professionista”. Claudia, 30 anni, ha scelto una vita a colori. “Mi sento più coerente con me stessa. Se mi fossi adagiata in un posto sicuro, col tempo, mi sarei spenta. Credo non sia giusto, preferisco correre qualche rischio per fare qualcosa che sia più stimolante”. Ora lavora nell’organizzazione di eventi musicali (il Festival Inco_ntemporanea di Piacenza è uno di questi), si dedica alla comunicazione musicale e anche ad organizzare momenti di formazione. L’ultimo saggio all’attivo è su Paolo Grassi e in cantiere un progetto formativo rivolto ai bambini.

 

EMANUELA PERINI – cooperativa sociale Mondi aperti
 
“E’ molto difficile portare avanti progetti che riguardano integrazione e intercultura”. Dal diritto allo studio per i minori stranieri alla parità per le donne che spesso vivono in contesti emarginati, sono i cardini della battaglia che Emanuela porta avanti con la cooperativa. Il programma  e lo scopo li cita nel nome: Mondi aperti. “Nel 2009 dopo un lungo periodo di volontariato nelle associazioni piacentine ho fondato la cooperativa. Quella che era una passione è diventata un lavoro. Un percorso in salita soprattutto quando si parla di migranti adulti. “Sono considerati come ostacoli. Sono individui con piena dignità umana, ora siamo in fase di regressione ma questo non mi porta a mollare anzi il mio impegno è ancor più intenso”.

ANGELA CRAVEDI – Associazione Africa Mission
“Quando Prospero iniziò ad andare in Africa con don Vittorione spesso mi arrabbiavo. Poi sono andata con lui e ho capito che cosa voleva dire mal d’Africa”. Angela è molto attiva in Africa Mission. “C’è molto da fare nel magazzino: ci arrivano prodotti da tantissime città. Don Vittorione è forse più conosciuto nel resto d’Italia che da noi. Che emozione lo scorso anno quando con Gianni sono andata là dove tanti anni prima avevamo aiutato a montare le cucine nell’orfanotrofio delle suore di Madre Teresa di Calcutta. Tutto come prima… in quel momento mi sono sentita molto vicina a Prospero”. Il volontariato è stato per Angela una costante “Da quando sono in pensione mi ci dedico molto di più. Per anni ho dato una mano anche alla Pellegrina e ogni volta che tornavo a casa, anche dopo aver fatto la notte, mi sentivo bene”.

ANGELA MAGNANI – Volontaria Associazione nazionale alpini con alle spalle diverse esperienze sull’emergenza
“L’essere volontaria ha cambiato tanto in me perché più dai e più ti rendi conto di aver voglia di dare ancora. Una scuola, questa, che anche gli alpini ti insegnano”. Angela dal 2009 ha scelto di entrare a far parte della Protezione civile dell’Associazione nazionale alpini e da allora ad oggi ha all’attivo tante missioni in zone di emergenza. “Degli alpini conoscevo l’impegno verso la comunità e poi anche mio padre e mio marito hanno fatto parte delle penne nere, ma la scelta della protezione civile è stata tutta mia e mi rende orgogliosa perché mi permette di fare del bene alle persone. Mi fa stare bene e questo mi fa sentire appagata”. Angela ha preso parte a diverse emergenze a Finale Emilia e a Caldarola in provincia di Macerata per il terremoto poi per le alluvioni a Bastiglia nel modenese, a Farini e di recente a Bologna. Oggi Angela è stata nominata responsabile della cucina di emergenza per l’Ana Emilia Romagna.

ANTONELLA LIOTTI – Libera, associazioni nomi e numeri contro le mafie- Coordinamento di Piacenza
 
Legalità, legalità, legalità. “Da soli non si diventa paladini dell’anti mafia, ma insieme si ha la forza di sconfiggere tutto”. Un coraggio quotidiano inesauribile? “Più di ogni altra cosa ci vuole passione ed è diventata la quotidianità. Siamo partiti in tre e ora dopo dieci anni di lavoro sul territorio abbiamo dei giovani nell’associazione. Sono ragazzi che hanno iniziato a sentire questi temi a scuola, hanno finito gli studi, si sono laureati e ora sono con noi. La legalità ha fatto breccia tra i giovani. E’ questa la nostra forza”. Antonella non si stanca mai di promuovere iniziative, confronti. Ci sono stati anche risultati concreti. “A Calendasco c’è il primo bene confiscato alla mafia in provincia di Piacenza. E’ stata una battaglia dura, ma alla fine si è conclusa. Il lavorare insieme è il segreto”.
Teresa Carunti . Albergo del Pino

Il suo sorriso dona felicità

Giovanissima, ancora adolescente, si trasferisce a Genova e dopo diversi lavori come dipendente insieme a un’amica avvia una sartoria nel capoluogo ligure. La vita di Teresa Carunti, l’anima dell’albergo del Pino di Cerignale di cui ancora tiene le redini, è costellata di difficoltà e di ostacoli. Nata a Ottone il 25 giugno del 1929 da una famiglia di contadini poverissima Teresa arriva a Cerignale dopo il matrimonio con Orlando Castelli nel 1958. E’ in quel momento che Teresa entra nell’attività della famiglia del marito, albergo, ristorante e bar. Coraggio, determinazione e forza l’hanno contraddistinta sempre nel corso della sua vita. Nel 1971 una grave malattia si porta via il marito Orlando. Teresa resiste nonostante si ritrovi con 2 figli piccoli e senza soldi, tutti i risparmi se ne erano andati per le cure. Con tenacia riparte da sola. Non si arrende e guarda al futuro infatti nel corso dei 20 anni successivi ristruttura l’albergo che diventa una delle pochissime attività ricettive dell’alta Val Trebbia. Ed è qui ancora oggi che ogni weekend e nel periodo estivo nel pieno dell’attività Teresa accoglie i suoi ospiti con il suo grande sorriso che dona felicità. Ogni mattina apre il suo locale da 60 anni. Lì è la sua cucina, il suo regno dove sviluppa la sua arte. Magicamente ogni giorno per lei il tempo si ferma. Una vita di lavoro con semplicità e discrezione.

Mariangela Spezia – Imprenditrice
 
“Per me la felicità consiste nel poter aiutare gli altri. Nella mia vita il dolore è stato spesso protagonista e ha dettato scelte di vita e di carriera”. La sensibilità maturata nel suo vissuto Maria Angela lo ha concretizzato oltre che nel volontariato anche nella sua azienda: la Eco-Packaging che dirige a Quarto. Azienda al femminile che ha un’attenzione particolare ai tempi delle donne con un orario di lavoro che permette più tempo di vita familiare: alla Eco-packaging si lavora dalle 7 del mattino alle 15,30 del pomeriggio. “Nel 2014 abbiamo ricevuto un premio dalla Provincia e dalla Cattolica come realtà amica della famiglia. Un modo per rendere meno complicata la vita delle donne lavoratrici che hanno sulle spalle l’accudimento dei figli e in certi casi anche dei genitori anziani”.
 

DONATELLA SCARDI – Telefono Rosa- Centro anti-violenza Piacenza
 
“Dopo 26 anni l’associazione Telefono rosa, oggi Centro antiviolenza, ha cambiato la mia vita”. Donatella è l’anima dell’associazione nata l’8 febbraio del 1994. Tante tappe e altrettante consapevolezze. La prima è la presa di coscienza che il mostro il più delle volte si annida in casa. La seconda tappa è stata infrangere il muro del silenzio. Ora della violenza si parla. “Quando la donna si rende conto della violenza, decide di riconoscerla, è dal lì che riprende in mano la sua vita per se stessa, per la propria dignità e per i figli. Sicuramente è un atto di coraggio riconoscerla. Spesso si fa passare un messaggio sbagliato secondo cui la donna che subisce violenza non è sufficientemente forte. Non è vero, e se togli la violenza l’incubo finisce”.

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