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 “Nuove aree edificabili? Ne parliamo con i cittadini”

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Il nodo urbanistico futuro resta cruciale nel dibattito politico. Oscilla tra richieste di espansione e un Piano urbanistico in costruzione che si vuole centrato sulla svolta della sostenibilità

“Nuove aree edificabili? Ne parliamo con i cittadini”

La fine settimana di Costa Filietto per la giunta comunale di Piacenza poteva rivelarsi come un appuntamento di grande interesse soprattutto per alcune prospettive al centro di scontro e dibattito. L’elenco ufficializzato ha mostrato sì diverse novità che si tradurranno presumibilmente in progetti il prossimo anno. La stessa Katia Tarasconi ha parlato alla stampa di ben 35 cantieri che nei prossimi due anni animeranno le strade della città “cambiandone il volto”.

Le attese che riguardavano le questioni più pesanti non sono state del tutto soddisfatte. Riguardano alcuni importanti nodi da sciogliere che restano in congelatore.

Archiviato il ritiro in Val Trebbia però a sorpresa emerge una novità. Infatti se la prima impressione tratta dai risultati di quella due giorni di full immersion amministrativa aveva lasciato aperta la sensazione che fosse andata in scena un’incompiuta – per non aver affrontato nel merito alcuni nodi cruciali urbanistici su cui l’amministrazione è chiamata a decidere entro la fine dell’anno – parte di quella lacuna sembra apparentemente colmata con la decisione di “mettere in piazza” per discuterne con i cittadini alcuni di quei nodi delicati: le aree edificabili a terziario e commercio, oggetto di esame amministrativo e su cui sono puntati gli occhi di tanti.

Si svilupperanno due confronti pubblici spalmati su due appuntamenti al Sant’Ilario: il primo previsto già per il 7 settembre, giovedì; il secondo per il 13 settembre. Le aree di cui da tempo si parla sono 5 tre insistono su Corso Europa, una alla Veggioletta e una in via Einaudi. 

Al centro del confronto con i cittadini sono solo quattro delle cinque aree oggetto di molte polemiche, che riguardano proposte di accordi operativi per la realizzazione di nuove strutture di commercio e terziario. Si parla di 118mila metri quadrati per tre aree che si trovano nella zona di corso Europa – su cui si ipotizzano nuove strutture per attività commerciali –  e di altri 36mila metri quadrati nella zona della Veggioletta su cui si prevedono nuove strutture per attività terziarie. Un totale quindi di 154mila metri quadrati di superficie.

Durante gli appuntamenti saranno presenti anche tecnici in rappresentanza delle società proponenti gli accordi operativi per quei quattro progetti.

AREE – Mossa a sorpresa della giunta

La decisione della giunta di discutere di quegli argomenti con i cittadini è una mossa a sorpresa che forse mette in evidenza anche una differente visione sull’argomento presente nella coalizione che governa la città. Dopo il ritiro in Val Trebbia si era detto che delle questioni urbanistiche (tra cui certamente anche questa insieme a piazza Cittadella e allo standby di Manifatture tabacchi) si sarebbe parlato in un vertice di coalizione in tempi brevi che certamente avverrà. Ma per le aree già classificate edificabili si è dunque aperto un percorso a parte e pubblico.

Cosa si vuole ottenere con questa iniziativa?

Un dibattito pubblico a poco tempo dalla decisione cruciale (avallare o non avallare) sembra voler tastare il polso ai cittadini che difficilmente vengono consultati per decisioni di questo genere.

Potrebbe voler essere anche un segnale per dire “ancora nulla è deciso” volendo quindi sottolineare che “tutta la partita si gioca in quest’ultimo trimestre del 2023”. Ma potrebbe anche nascere dal fatto che l’amministrazione, in carica da un anno o poco più, voglia smarcarsi di fronte all’opinione pubblica essendo l’ultimo anello di una catena decisionale che ha avuto il suo inizio diversi anni fa. Come dire “siamo noi deputati alla decisione, ma non lo abbiamo voluto”. Ipotesi.

AREE – Il momento cruciale per decidere

Va detto che il Comune (diverse le amministrazioni che ne sono state interessate) da anni porta con sé il problema. Infatti si tratta di aree classificate ancora in tempi in cui l’urbanistica era regolata dai PRG (prima del 2000); reinserite poi nel PSC approvato nella prima decade del Duemila, rimaste non edificate ma edificabili e quindi “dormienti” fino a questo momento, ultimo possibile per l’accoglimento.

Per l’approdo al voto del consiglio comunale le aree in questione devono passare al vaglio della Commissione urbanistica di Area Vasta (CUAV) che sta lavorando per valutare se dare il benestare. In precedenza sulle aree si era avuto l’ok degli uffici urbanistici comunali, dopo di che la stessa amministrazione aveva dato autorizzazione (nel luglio scorso) al deposito secondo le disposizioni della legge regionale n.24 del 2017 che, neanche a dirlo, è conosciuta come “zero consumo di suolo al 2050”. Ora è in corso la fase delle osservazioni da parte dei cittadini della durata di 60 giorni (lo si potrà  fare fino al 17 settembre).

La matassa è parecchio ingarbugliata e solleva alcune considerazioni e interrogativi.

AREE – La coerenza con il concetto di sostenibilità

L’edificabilità di quelle zone risale a tanto tempo fa, solo ora  si chiede il via libera dopo la nuova legge regionale del 2017 che ha posto un limite secondo cui o le aree edificabili previste si portano a compimento oppure non saranno più perpetuate nel nuovo Pug.

Poi c’è da considerare anche un aspetto culturale. Infatti in questi anni, o decenni, in fatto di uso del territorio la sensibilità è molto cambiata. Oggi le amministrazioni in prima linea devono fare i conti con i cambiamenti climatici, con la necessità di una sostenibilità verde dell’uso degli spazi urbani che in passato non costituivano un valore primario, anzi rappresentavano per molti un limite allo sviluppo.

È questa una sfida che interroga da vicino sulle scelte strategiche che verranno compiute proprio in campo urbanistico. Il tasto delle aree edificabili da avallare è pertanto molto delicato. Lo è anche perché s’inserisce in un momento cruciale dal punto di vista urbanistico visto il percorso avviato per la redazione del nuovo Pug, il piano urbanistico generale che si è più volte detto si vorrebbe e dovrebbe connotare come una svolta sostenibile in una città che ha abbondato sufficientemente con l’occupazione di suolo, dalla logistica all’espansione del terziario commerciale.

Emerge quindi tutta la delicatezza dell’argomento che arriva in questo particolare momento. Come si potranno conciliare quattro/cinque nuove aree di espansione di fronte ai propositi e alle dichiarazioni d’intenti di voltare pagina sul piano urbanistico in fase di stesura?

E ancora quanto di tutto quello che è attualmente sul piatto e di cui ancora si discute potrebbe rientrare in quella percentuale del 3% che la legge regionale urbanistica fissa come possibilità di espansione in rapporto all’area del territorio comunale già urbanizzato?

AREE – Urbanistica terreno scivoloso, altre questioni aperte

È evidente che la materia urbanistica di questi tempi si presenta come un terreno scivoloso in cui non tutto fila liscio e qualche mal di pancia potrebbe serpeggiare all’interno di alcune componenti della maggioranza. Si parla di urbanistica, si parla di consumo di suolo e le patate bollenti per la giunta che si presenteranno al tavolo d’autunno sono, oltre al futuro delle aree edificabili già dette, anche altre questioni di rilievo.

Tra queste Piazza Cittadella e il destino di Manifattura tabacchi. Per quest’ultima il passaggio dal Piano  innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (PINQuA) è stato inserito nel PNRR. Un passaggio che comporta quindi un diverso percorso di verifica, rendicontazione e su cui è fissata una scadenza inderogabile per la fine dei lavori: il 2026.

Su questo argomento l’amministrazione comunale ha incaricato uno studio legale con il compito di studiare le procedure necessarie per portare a conclusione l’intervento che riguarda la parte comunale (abitazioni di housing sociale, palestra e scuola) entro i termini dettati dall’Europa.

Se le aree edificabili sono la patata bollente del momento anche la discussione che si è aperta sul parcheggio interrato di piazza Cittadella e la sistemazione della piazza non pone un problema minore. Intorno a questo si è affacciata ora l’idea del presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi per coinvolgere l’architetto Stefano Boeri (padre dei boschi verticali di Milano) per un intervento di riqualificazione della piazza stessa. Un intervento quello di piazza Cittadella – che include anche piazza Casali – arrivato al punto di avvio con un progetto unitario che comprende sia la parte sotterranea del parcheggio sia la parte esterna della piazza e che ha avuto il via libera della Soprintendenza.

Anche questo un interrogativo sul tavolo delle materie urbanistiche e di riqualificazione che riguardano la parte storica della città.

In prospettiva si parlerà anche dell’utilizzo delle ex scuderie di Maria Luigia in fase di cessione al Comune su cui si dovrà redigere il progetto di recupero per utilizzarlo a nuovo mercato in sostituzione di quello di piazza Casali che sarà abbattuto.

AREE – L’impegno verso la sostenibilità

In questo mandato amministrativo guidato da Katia Tarasconi le partite dell’urbanistica non sono cosa di poco conto. Tra questi c’è anche il nuovo Piano urbanistico generale PUG ancora di là da venire e i temi qui accennati – al centro dell’attenzione in questo momento – intersecano fortemente e in concreto i contenuti che al nuovo piano si vorrà imprimere.

Sul Pug sono stati importanti i primi passi tracciati con il percorso partecipato che si è sviluppato sull’itinerario pubblico e partecipato da cittadini e associazioni. L’impostazione  su cui si è detto si vuole inquadrare la città e il suo territorio nella nuova ottica della sostenibilità.

Sarebbe una svolta epocale. In quanto tale è anche molto difficile perché si tratta di ribaltare completamente l’ottica con cui si è trattato il tema urbanistica dagli anni della ricostruzione ad oggi.

In questa fase il punto di riferimento è la nuova legge regionale urbanistica che professa il consumo di suolo zero al 2050 permettendo per, nella gradualità che inserisce, la classificazione del 3% di nuove aree calcolato sull’intero del territorio già urbanizzato. Si tratta di capire quanto pesi questo 3% per il territorio cittadino che vanta il triste primato in termini di consumo di suolo.

AREE
info@antonellalenti.it

Anche questo argomento strada facendo continuerà a rappresentare momento di conflitto.

Nella foto di copertina la cartina della regione Emilia Romagna che indica la densità del consumo di suolo

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