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“Un filo rosso lega la battaglia per Patrick Zaki con la memoria della strage di Bologna del 1980”

Cecilia Scolari, piacentina nel gruppo che ha dato il via alla raccolta di firme per la cittadinanza italiana allo studente egiziano. “La nostra iniziativa è partita da un gruppo di amici del movimento delle sardine. La battaglia per i diritti umani ci riguarda tutti”
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“Un filo rosso lega la battaglia per Patrick Zaki con la memoria della strage di Bologna del 1980”

Tenere viva la memoria aiuta a far sì che i drammi, le violenze, le ingiustizie non accadano più. E’ questo l’obiettivo che sottende l’iniziativa avviata da un gruppo di 6 amici emiliani tra cui anche Cecilia Scolari, piacentina.

Aderenti al movimento delle sardine di cui Bologna è stato il centro e che ora hanno legato con un filo rosso le vite spezzate nella strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 all’incubo egiziano che vede protagonista lo studente dell’Alma Mater di Bologna Patrick Zaki per il quale chiedono che sia concessa la cittadinanza italiana. In questi giorni una nuova mobilitazione – segnala Cecilia – per premere sulle istituzionali italiane.

Last call- Walking for Patrick  si chiama. “Vi parleremo di giustizia e speranza, di una lancetta che batte il ritmo del tempo, ma il tempo scorre e di tempo non ce n’è, di un cammino fatto di migliaia di passi e di quanto anche uno solo di essi possa avere il valore di una vita umana” scrive sulla pagina Facebook. Ma partiamo dall’inizio.

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Per tenere vivo quel filo rosso della memoria da mesi hanno mobilitato l’opinione pubblica sostenendo la causa di Patrick con una petizione lanciata su Change.org che ha raccolto subito migliaia di firme per chiedere la cittadinanza italiana per lo studente egiziano. La mobilitazione ha avuto anche un altro obiettivo: tenere accesi i riflettori sulla strage alla stazione e per questo hanno aperto una pagina facebook “Station to station – 2 agosto” e organizzato flash mob, in numerose stazioni di tutta Italia – tra cui anche quella di Piacenza.

“Un atto simbolico per prendere idealmente “a braccetto” i sogni interrotti di quelle 85 persone e lasciare un messaggio di memoria e speranza insieme”. Lo puntualizza Cecilia Scolari che la scorsa estate è diventata messaggera a Strasburgo per sostenere la causa di Patrick consegnando al presidente del parlamento europeo David Sassoli la petizione sostenuta con oltre 280mila firme dai cittadini italiani e di altri paesi UE – raccolte in pochissimo tempo sulla petizione lanciata a gennaio.

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“Personalmente – racconta Cecilia – mi sento “viva”, parte attiva di qualcosa di più grande; parte si piccina, ma anche grande, come può essere il pezzettino di un puzzle enorme. Abbiamo parlato a Bologna con tanti suoi compagni, con i professori tutti considerano Patrick come uno di noi, un giovane partito dall’Egitto con un bagaglio di sogni e dopo aver vinto una borsa di studio europea ha scelto l’Italia per approfondire i suoi studi. “Anche per questo – segnala Cecilia – l’Europa può fare la sua parte.”

Le tappe per Patrick – L’Italia su questo tema si è mobilitata e le tappe del progetto partito a gennaio con la petizione si sono via via consolidate: il 22 febbraio le prime 160mila firme sono consegnate ai deputati italiani Lia Quartapelle, Filippo Sensi, Riccardo Magi e Andrea De Maria.

Il 14 aprile scorso il Senato ha approvato la mozione poi il 7 luglio è arrivato il sì anche dalla Camera dei deputati. A quel punto le firme erano 270 mila firme e sono state portate di persona dagli organizzatori al parlamento europeo e consegnate al presidente David Sassoli. Dopo l’estate la campagna riprende forza con l’evento “Walking for Patrick” che si conclude in questi giorni a Roma con un flash mob in piazza Santi Apostoli.

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Il flash mob di fronte alla stazione di Piacenza della scorsa estate

“A luglio, quando abbiamo consegnato le firme il presidente Sassoli ci ha ringraziato per questo gesto che ha definito “di un valore molto importante, non solo per significare la nostra vicinanza a Patrick, un ragazzo che sentiamo come uno dei nostri ragazzi, ma perché ha riconsegnato all’Europa una forte carica nella difesa dei valori fondamentali”.

“La nostra esperienza ci insegna che muovere ‘cose grandi’ dal basso è possibile, anzi è fondamentale che anche la società civile, fatta di singole persone (“Station to Station” per ora non è nemmeno un’associazione) si adoperi”. Ne è convinta Cecilia Scolari.

“Siamo consapevoli che la strada non è affatto spianata e liscia: certo, non pensiamo che improvvisamente tutto si possa risolvere con la bacchetta magica. Chiediamo di rompere lo spessore di silenzio che il governo ha fatto scendere sulla vicenda. Chiediamo un atto di coraggio da parte del presidente per la concessione della cittadinanza italiana. Diventando cittadino europeo si aprirebbe la strada a diritti elementari come ad esempio  visite regolari e mediche.

Quale legame unisce la vicenda di Patrick con la strage del 2 agosto alla stazione di Bologna?

“Il 2 Agosto si rinnova e si ripete in ogni parte del mondo dove la barbarie del terrorismo colpisce innocenti per imporre un governo autoritario.

E per Patrick in Egitto è il 2 agosto nel suo significato atroce di soprusi e prevaricazioni compiuti nel carcere dove Patrick Zaki è ingiustamente detenuto. Perché Patrick potremmo essere noi, Patrick potrebbero essere i nostri figli, i nostri cari, i nostri vicini, perché Patrick rappresenta la nostra speranza per un futuro dove la porta della paura si chiuda per sempre.

Abbiamo avuto l’onore di parlare con i parenti delle vittime della strage di Bologna ed è forte in loro e in tutti noi il bisogno di sentire che non ci si è dimenticati delle persone che non hanno potuto più avere una vita dopo quella bomba. Tutto questo aiuta a sentirsi meno soli”.

(Nella foto di copertina Cecilia Scolari consegna a David Sassoli presidente del Parlamento europeo le firme raccolte per sostenere il riconoscimento della cittadinanza italiana a Patrick Zaki)

Antonella Lenti (info@antonellalenti.it)

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