SERPE IN SENO/SALUTE

Il virus corre l’arancione non basta si va verso la zona rossa di tutta l’Emilia Romagna

Covid. Zona rossa per Città Metropolitana di Bologna e provincia di Modena: scuole chiuse ma nidi e materne, e barbieri e parrucchieri, fermi dal 6 marzo. Ulteriore stop agli spostamenti e alle attività non essenziali. Arancione scuro per la provincia di Reggio Emilia. Oggi l'ordinanza della Regione. Bonaccini e Donini: "Decisione difficile e sofferta, ma i dati su contagi e ricoveri ci impongono di non aspettare oltre. Resistiamo oggi per ripartire domani e non dover più chiudere"
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Il virus corre l’arancione non basta si va verso la zona rossa di tutta l’Emilia Romagna

Dettagli e ragioni del provvedimento, che interessa tutti i comuni delle tre province, illustrati in videoconferenza stampa. Il quadro epidemiologico e l’andamento della campagna vaccinale

Firmata l’ordinanza con cui la Regione, d’intesa con i sindaci e sulla base dei dati forniti dalle Aziende sanitarie, stabilisce l’ingresso in fascia rossa, a partire dal 4 marzo, e fino al 21 marzo, di tutti i comuni della Città metropolitana di Bologna e della provincia di Modena e la zona arancione scuro per quelli della provincia di Reggio Emilia. 

Il punto sul provvedimentodeciso per fronteggiare la crescente e veloce diffusione dei contagi a causa delle nuove varianti, anche tra i più giovani, e proteggere la rete ospedaliera, è stato fatto questa mattina in videoconferenza stampa dalla sede della Regione, a Bologna, con il presidente Stefano Bonaccini, l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Davide Baruffi, la direttrice generale Cura della Persona, Salute e Welfare, Kyriakoula Petropulacos.

Virus le misure restrittive

Confermate tutte le misure restrittive annunciate per contenere la curva epidemiologica, con un chiarimento resosi necessario dopo l’approvazione ieri del nuovo Dpcm, in vigore dal 6 marzo. L’ordinanza regionale farà partire la sospensione di nidi e materne (sia statali che comunali) dal 6 marzo, così come la chiusura delle attività di servizi alla persona come parrucchieri e barbieri, lo stesso che prevede il nuovo Dpcm per le zone rosse in tutto il Paese. Si tratta infatti di attività che, sempre nelle zone rosse, l’attuale Dpcm, valido fino al 5 marzo, prevedeva dovessero rimanere aperte.

Di fatto, quindi, nei comuni della Città metropolitana di Bologna e in quelli della provincia di Modena, parrucchieri e barbieri saranno chiusi da sabato 6, nidi e materne da lunedì 8 marzo.

Regione e sindaci hanno così ritenuto di dover essere coerenti con la nuova disposizione nazionale.

Se la crescita dei contagi avvenuta negli ultimi quindici giorni non trova una accelerazione nella risposta, rischiamo di esserne travolti”

Il presidente Bonaccini commentando i dati forniti dalle Aziende sanitarie

La variante inglese è diventata maggioritaria sul piano nazionale, Emilia-Romagna compresa, colpisce con una velocità molto superiore e, rispetto a prima, anche giovani e giovanissimi. È assolutamente necessario contrastare e circoscrivere il contagio con misure restrittive e tempestive, in assenza delle quali la curva epidemica continuerebbe a crescere anche in zona arancione.

Nelle due province che con l’ordinanza faremo diventare rosse, l’Rt è già sopra l’1,25, e le strutture ospedaliere, dove peraltro già dalla scorsa estate abbiamo triplicato le terapie intensive e fortemente potenziato i reparti Covid, sono in sofferenza.

D’intesa con i sindaci, che abbiamo incontrato tutti, insieme, e che ringrazio per la grande collaborazione fornita, e sulla base dei dati della nostra sanità regionale, abbiamo deciso di agire subito: tra due giorni- ha aggiunto- arriverà l’analisi della Cabina di regia nazionale, che potrebbe portare l’Emilia-Romagna dal lunedì successivo in zona rossa, ma non potevamo aspettare oltre”.

Il presidente si è poi soffermato sulla decisione di sospendere l’attività scolastica in presenza: “E’ la scelta più difficile.

E’ dura chiedere agli studenti di rinunciare alla presenza in aula e comprendiamo molto bene i grandi disagi per genitori e famiglie. Ma le stesse misure del nuovo Dpcm nazionale e il parere del Cts indicano come sia indispensabile intervenire anche nelle scuole: il nuovo Decreto firmato dal presidente Draghi prevede infatti la sospensione di tutte le attività scolastiche in presenza non solo in zona rossa, ma anche nelle zone arancioni se il numero di contagi supera i 250 su 100.000 abitanti, e comunque là dove la tendenza sia in forte crescita.

Una stretta adottata per la prima volta, quando le intenzioni del presidente Draghi e del ministro Bianchi erano inizialmente quelle di arrivare a una maggiore didattica in presenza, come giustamente dovrebbe essere e come tutti vorremmo. Ma quanto sta accadendo con le nuove varianti impone di fare diversamente. E noi, alla luce dei dati del nostro territorio, più aggiornati rispetto a quelli del Ministero, dobbiamo agire adesso”.

Bonaccini ha poi ribadito la necessità di un aumento delle forniture vaccinali, dopo i mesi di febbraio e marzo trascorsi a ritmo di tagli: “Bene che il Governo abbia messo in cima alle priorità il reperimento di nuovi vaccini. Abbiamo chiesto di fare ogni sforzo possibile per l’aumento delle forniture, perché i vaccini devono essere un bene pubblico: la ricerca è stata portata avanti grazie a risorse pubbliche, adesso le aziende produttrici devono restituire alla comunità.

Di fronte a una pandemia mondiale non c’è brevetto che tenga. In Emilia-Romagna entro aprile supereremo il mezzo milione di persone vaccinate, ma è frustrante sapere che si potrebbero vaccinare tante più persone di quello che stiamo facendo, se solo ci fossero le dosi necessarie. Vogliamo cambiare ritmo, e farlo al più presto. Qui e nel Paese”.

Il lavoro insieme al nuovo Governo procede. Il presidente ha ricordato le richieste fatte dalle Regioni, a partire dal rifinanziamento dei congedi parentali e dei voucher baby sitter, ovunque sia prevista la didattica a distanza e la sospensione dei servizi d’infanzia, anche a seguito di ordinanze regionali, e con effetto retroattivo, a copertura quindi anche di questi giorni: “La risposta- ha sottolineato- sembra essere positiva”.

Poi l’estensione dei ristori economici per le categorie e attività economiche colpite, con la richiesta che vengano agganciati non più ai Codici Ateco ma al fatturato reale, prevedendoli anche in caso di ordinanze regionali, e quindi per categorie prima escluse. Poi, sempre dalle Regioni, la richiesta di lavorare a creare le condizioni per maggiori aperture di attività economiche, luoghi della cultura, sport – rafforzando i protocolli di sicurezza, i controlli e il contingentamento – lì dove il contagio scenda al di sotto delle soglie di rischio, e quindi nelle zone gialle, non certo in quelle arancioni e rosse.

“Sono giorni difficili- ha concluso Bonaccini– in cui l’incubo sembra tornare e non finire. Lo ripeto: è difficile chiedere a studenti, famiglie e alle attività economiche ulteriori restrizioni, sono sacrifici enormi. Ma sento tutta la responsabilità di intervenire, è un dovere morale mettere al primo posto la salute delle persone.

La decisione è difficile e sofferta, e me ne assumo tutta la responsabilità: la politica e le istituzioni hanno il compito di dire la verità e decidere. Vogliamo stringere oggi per non farlo più dopo.

Dobbiamo resistere adesso, certi che queste restrizioni, così come l’aumento delle persone vaccinate e l’arrivo della bella stagione, ci possano fare riaprire, per non chiudere mai più in futuro”.

Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna

Il quadro epidemiologico 

Il quadro illustrato dall’assessore Donini evidenzia come la mutazione genetica del virus, soprattutto la cosiddetta variante inglese, abbia assunto una consistenza molto elevata su tutto il territorio regionale, in particolare nelle tre province interessate dal nuovo provvedimento, traducendosi in una maggiore diffusività e contagiosità.

Negli ultimi 15 giorni in Emilia-Romagna si sono registrati 423 decessi e 24.878 nuovi casi, con l’incidenza (cioè numero di contagi su 100mila abitanti) passata da 255 nella settimana dal 15 al 21 febbraio a 341 in quella successiva, con un forte impatto sui ricoveri, sia nei reparti Covid che nelle terapie intensive. I primi hanno raggiunto il livello di guardia del 40%, mentre le terapie intensive lo hanno addirittura superato (sarebbe del 30%), posizionandosi al 32%

Per le province di Bologna e Modena, in particolare, dal 22 al 28 febbraio i casi su 100mila abitanti sono stati rispettivamente 425 e 377. Situazione ricoveri: I posti letto occupati nei reparti Covid sono passati a Modena da 272 a 358 nell’ultima settimana e a Bologna da 477 a 641; situazione vicinissima al livello di saturazione anche per le terapie intensive Covid in entrambe le reti ospedaliere: a Modena sono 47 i pazienti ricoverati su 52 posti disponibili, e a Bologna 80 su 85.

La situazione è di particolare diffusività anche per ciò che riguarda la popolazione scolastica, con un numero di contagi tra studenti, altro personale e docenti che ha registrato una vera e propria impennata, in particolare a Bologna e a Modena, rispettivamente 957 e 502 casi nelle ultime due settimane.

Scuola che ha visto la Regione attenta: oltre a continuare a testare con i test rapidi gratuiti in farmacia, è stata condotta una forte azione di contact tracing, con 226.978 tamponi molecolari e 65.372 test sierologici effettuati finora in ambito scolastico.

“Dopo tre settimane in zona gialla- ha sottolineato Donini– l’Emilia-Romagna è entrata il 21 febbraio in zona arancione, e ci siamo subito accorti come questa assegnazione non fosse adeguata, vista l’inedita situazione epidemiologica, trainata dal diffondersi della variante inglese. Abbiamo condiviso da subito con Aziende sanitarie, Enti locali e Prefetture la necessità di adottare ulteriori misure per porre un freno alla progressione pandemica, e sono quindi arrivate tutte le successive restrizioni a partire da quelle dell’Imolese”.

La campagna vaccinale

Come hanno sottolineato presidente e assessore, si sta cercando di vaccinare più persone possibili e nei tempi più rapidi possibili, compatibilmente con le dosi disponibili; per marzo ne sono attese complessivamente 513.950.

Ad oggi l’Emilia-Romagna ha ricevuto 559.350 dosi di vaccino e ne ha somministrate 409.940, il 73%. 142.018 sono le persone che hanno già completato il ciclo di immunizzazione, circa il 10% di coloro che lo hanno completato a livello nazionale.

Delle 77mila dosi di AstraZeneca, 50 mila sono state consegnate ai medici di base per la vaccinazione del personale scolastico.  Nel frattempo, le Ausl hanno iniziato a somministrare il vaccino AstraZeneca nei Centri diurni per persone con disabilità e forze dell’ordine. Seguiranno le altre categorie, come popolazione universitaria e persone con patologie lievi. 8.459 le somministrazioni a oggi con AstraZeneca, suddivise tra quelle al personale scolastico, forze dell’ordine e disabili.

Come da indicazioni del Governo e della struttura commissariale, che ritengono fondamentale conservare una quota dei vaccini come riserva per assicurare la seconda dose in caso di ritardo delle forniture, la Regione mantiene una scorta di 72.000 vaccini, circa il 15% di quelli consegnati, vale a dire la quota minima di riserva consigliata dal Governo. Di fatto, quindi, in Emilia-Romagna si stanno facendo tutti i vaccini possibili sulla base delle dosi fornite al momento.

La zona rossa nel Bolognese e Modenese

Le principali restrizioni che verranno introdotte in zona rossa (quindi per l’area metropolitana di Bologna e per la provincia di Modena), in aggiunta a quelle previste in arancione scuro, riguardano la didattica a distanza al 100% per tutte le scuole, dalle elementari e l’Università (nel Bolognese già prevista da ieri) e lo stop alle attività commerciali ad eccezione di quelle essenziali come farmacie, parafarmacie, negozi di vendita di alimentari, edicole e altre specifiche categorie. Sempre per le zone rosse, come stabilisce il nuovo Dpcm del Governo, è prevista la chiusura dei servizi per l’infanzia.

La sospensione dell’attività in presenza per quanto riguarda nidi e materne (sia statali che comunali) decorre dal 6 marzo.Stessa cosa per la chiusura delle attività di servizi alla persona (parrucchieri e barbieri).

La zona arancione scuro nel Reggiano

Per quanto riguarda la zona arancione scuro in cui viene collocata anche la provincia di Reggio Emilia, dopo i comuni della Ausl Romagna a eccezione del distretto di Forlì, e quindi quelli delle province di Rimini, Ravenna e del Cesenate, le limitazioni principali riguardano: lo stop agli spostamenti – se non per motivi di salute, lavoro e comprovate necessità – anche all’interno del proprio comune.

Divieto anche di recarsi da parenti, amici e nelle seconde case; la chiusura delle attività ricreative e una stretta alle attività sportive, oltre alla didattica a distanza per le scuole di ogni ordine e grado e le Università. In presenza servizi educativi 0-3 anni e scuole dell’infanzia. In questa area rimangono invece consentite le attività economiche, comprese quelle di servizio alla persona, permesse nelle zone arancioni del Paese.

Fonte Agenzia d’informazione regionale /EC

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Coronavirus: l’aggiornamento sulla pandemia

L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su quasi 41mila tamponi effettuati, 2.456 nuovi positivi, di cui 1.026 asintomatici. 1.525 i guariti. Vaccinazioni: oltre 417 mila dosi somministrate

Il 94% dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è di 41anni. 40 i decessi. Al personale scolastico, persone disabili e forze dell’ordine somministrate ad oggi oltre 8mila dosi AstraZeneca 

Bologna – Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 267.630 casi di positività, 2.456 in più rispetto a ieri, su un totale di 40.815 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 6%.

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa prima fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, e le persone dagli 85 anni in su; proseguono le prenotazioni per quelle dagli 80 agli 84 anni, iniziate il 1^ marzo.

Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quante sono le seconde dosi somministrate.

I numeri dei vaccini

virus

Alle ore 15 del 3 marzo 2021 sono state somministrate complessivamente 417.260 dosi; sul totale, 143.384 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Delle 77mila dosi di AstraZeneca, 50 mila sono state consegnate ai medici di base per la vaccinazione del personale scolastico. Nel frattempo, le Ausl hanno iniziato a somministrare il vaccino AstraZeneca nei Centri diurni per persone con disabilità e alle forze dell’ordine. Seguiranno le altre categorie, come popolazione universitaria e persone con patologie lievi. 8.459 le somministrazioni a oggi con AstraZeneca, suddivise tra quelle al personale scolastico, forze dell’ordine e disabili.

I dati dei nuovi contagiati

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 1.026 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 494 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 794 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 41 anni.

Sui 1.026 asintomatici500 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing68 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 27 con gli screening sierologici14 tramite i test pre-ricovero. Per 417 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 746 nuovi casi e Reggio Emilia (293); poi Ravenna (268), Rimini(241), Modena (224), Cesena (181), Ferrara (134), Parma (118). Seguono le province di Forlì (115), Imola (72) e Piacenza (64).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 22.646 tamponi molecolari, per un totale di 3.456.816. A questi si aggiungono anche 1.167 test sierologici e 18.169 tamponi rapidi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guaritesono 1.525in più rispetto a ieri e raggiungono quota 210.282.

In totale, dall’inizio dell’epidemia

i decessi in regione sono stati 10.650

casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 46. 698 (+891 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 43.919 (+822), il 94 % del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 40 nuovi decessi: 2 a Parma (due uomini: di 80 e 88 anni);3 nella provincia di Reggio Emilia (una donna di 73 anni e due uomini di 69 e 73 anni); 6 nella provincia di Modena (una donna di 81 e cinque uomini: di 47, 80, 81, 83 e 93 anni); 19 nella provincia di Bologna (8 donne: quattro di 85 anni, una di 90, due di 92 e una di 94 anni; e 11 uomini- uno di 73, uno di 77, uno di 82, due di 83, uno di 86, uno di 89, uno di 92.

Tre nell’imolese: un uomo di 69 anni e due di 89 anni); 2 nel ferrarese (una donna di 86 e un uomo di 81 anni); 3 in provincia di Ravenna (due donne di 73 e 79 anni, e un uomo di 81 anni); 5 in provincia di Forlì-Cesena (due donne di 89 e 92 anni; tre uomini di 76, 77 e 97 anni. Nessun decesso nelle province di Piacenza e Rimini.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 251 (+12 rispetto a ieri), 2.528 quelli negli altri reparti Covid (+57).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 10 a Piacenza (invariato rispetto a ieri), 14 a Parma (+2), 20 a Reggio Emilia (+2), 53 a Modena (+2), 68 a Bologna (+1), 23 a Imola (+3),24 a Ferrara (invariato), 7 a Ravenna (-3), 5 a Forlì (+1), 7 a Cesena (+1) e 20 a Rimini (+3).

Casi di positività

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 20.178 a Piacenza (+64 rispetto a ieri, di cui 28 sintomatici), 18.244 a Parma (+118, di cui 72 sintomatici), 33.964 a Reggio Emilia (+293, di cui 178 sintomatici), 46.559 a Modena (+224, di cui 153 sintomatici), 55.384 a Bologna (+746, di cui 427 sintomatici), 9.497 casi a Imola (+72, di cui 41 sintomatici), 15.411 a Ferrara (+134, di cui 38 sintomatici), 20.386 a Ravenna (+268, di cui 171 sintomatici),10.163 a Forlì (+115, di cui 96 sintomatici), 12.467 a Cesena (+181, di cui 122 sintomatici) e 25.377 a Rimini (+241, di cui 104 sintomatici).

Rispetto a quanto comunicato nei giorni scorsi, sono stati eliminati 40 casi, di cui 39 positivi a test antigenico ma non confermati dal tampone molecolare e 1 perché giudicato non Covid.

Fonte Agenzia d’informazione regionae /Ti.Ga.

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