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Serve scatto di orgoglio a Piacenza: Tavolo legalità e osservatorio sugli appalti

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Serve scatto di orgoglio a Piacenza: Tavolo legalità e osservatorio sugli appalti

Tavolo della legalità e osservatorio sugli appalti pubblici e privati prima che apra il cantiere dell’ospedale e prima che vengano investiti i soldi europei del Recovery fund. Stretta e costante vigilanza, tasselli indispensabili per contrastare l’infiltrazione mafiosa nell’economia locale. Un forte e motivato appello (illustrato in una conferenza stampa online) arriva dai sindacati CgilCislUil e dall’associazione Libera che insieme hanno redatto un documento con una piattaforma su cui chiamano all’adesione tutte le istituzioni, prefettura, forze dell’ordine e amministrazioni locali oltre alle associazioni impegnate sul campo.

Non si deve por tempo in mezzo. Ne va della salute dell’economia locale perché come hanno sottolineato i segretari dei tre sindacati Gianluca Zilocchi, Michele Vaghini e Francesco Bighi “in questo territorio le organizzazioni mafiose e in specifico ‘ndrangheta hanno mostrato una capacità di penetrazione del tessuto economico molto rilevante”.

SCATTO D’ORGOGLIO – Piacenza ha toccato con mano le infiltrazioni

Per questo – hanno proseguito – è necessario attivare da subito un protocollo di legalità chiamando alla partecipazione prefettura, comuni, provincia, parti sindacali e datoriali e le categorie delle imprese. “Piacenza ha bisogno di uno scatto di orgoglio rispetto a quello che abbiamo visto in questi anni. Qui – ha rimarcato Zilocchi – si è toccato con mano quanto le imprese siano state oggetto di attenzione da queste organizzazioni. Serve un tavolo permanente che sia aperto anche ai soggetti esterni e a persone esperte di questi temi perché l’obiettivo è quello di prevenire le infiltrazioni.”

Ma tra le questioni scottanti si segnala anche la partita legata alla gestione dei beni sequestrati alle organizzazioni criminali. Che fare? “Estendere a tutti i tribunali dell’Emilia Romagna il protocollo del tribunale di Bologna riguardo a questo tema. Ed è indispensabile una regia istituzionale e politica. Attenzione non si dimentichi mai – ha ricordato Zilocchi – che l’infiltrazione mafiosa nelle aziende si ripercuote automaticamente sui lavoratori che subiscono questa situazione, ne azzera i diritti. Inoltre le attività della criminalità organizzata vanno a colpire le attività del sindacato e la sua stessa presenza in azienda.

SCATTO D’ORGOGLIO – Dove c’è criminalità saltano i diritti per i lavoratori

Francesco Bighi (Uil)

“Nelle aziende in cui si infiltra la malavita non c’è solo stravolgimento dei normali rapporti territoriali – ha sottolineato Francesco Bighi della Uil – c’è un problema che investe direttamente i lavoratori che vedono azzerare le loro tutele. Anche per il sindacato diventa tutto più difficile perché questi lavoratori vivono nella paura che un’eventuale atteggiamento, interpretato come posizione sindacale, possa significare pericolo per loro e per i familiari. Sono aziende in cui domina o rischia di dominare la paura. L’invito che facciamo dal prefetto, all’attività di vigilanza sé che si facciano carico di questo problema di questo territorio. Anche alla luce delle attività importanti che prenderanno corpo nella nostra zona”.

SCATTO D’ORGOGLIO – Si faccia presto prima che apra il cantiere dell’ospedale

Michele Vaghini (Cisl)

“Il contrasto alla criminalità organizzata – ha spiegato Michele Vaghini della Cisl – parte anche dal rispetto dell’ambiente. Legalità e rispetto dell’ambiente sono due tematiche non distinte e si incrociano su molti punti”. Tre sono sono gli ambiti individuati dal sindacalista come portatori di maggiore preoccupazione. Al primo punto ha posto l’aumento esponenziale di richieste di finanziamenti da parte dei privati.

“Un terreno favorevole per chi pratica l’usura. L’altro aspetto – ha proseguito – è che in questa regione si sono svolti tre processi importanti con al centro le infiltrazioni di Grande Drago, Aemilia e da ultimo Grimilde che ha interessato l’ex presidente del consiglio comunale di Piacenza. Nella sentenza di condanna di questo ultimo processo si fa capire con chiarezza come ‘ndrangheta sia radicata in questo territorio. Accanto a queste considerazioni ora si aggiunge il terzo elemento portato dalla pandemia che ha toccato tanti lavoratori ma anche le imprese. Una situazione che potrebbe presentarsi in tutta la sua pericolosità facendo correre il rischio di infiltrazioni malavitose nelle aziende stesse”.

SCATTO D’ORGOGLIO – Quali gli obiettivi del Tavolo permanente?

I sindacati e Libera nel documento hanno messo in rilievo in primo luogo “il contrasto all’usura, all’abusivismo, al caporalato, all’evasione fiscale e in particolare contrasto al filone delle attività economiche che girano attorno agli appalti e ai subappalti. E’ su questi temi – hanno rilanciato – che chiediamo impegni specifici”.

Antonella Liotti (Libera)

Antonella Liotti, rappresentante di Libera a Piacenza ha insistito molto sulla partecipazione corale da parte dei cittadini, dei giovani, dei ragazzi per ottenere i risultati e ampliare la sensibilizzazione su questo tema.

SCATTO D’ORGOGLIO – Il 20 e 21 marzo Torniamo a riveder le stelle

I volti delle persone che leggeranno i 1031 nomi delle vittime di mafia. appuntamento sulle pagine social di Libera

“Quello che abbiamo scritto è un documento meditato – ha spiegato Antonella Liotti – e per noi è importantissima l’apertura di un Tavolo istituzionale. Autonomamente come associazione stiamo raccogliendo tutto il materiale possibile per dare vita a un Osservatorio che già rappresenta un punto di riferimento anche per ricerche universitarie sviluppate sul nostro territorio dove è accaduto un fatto gravissimo che ha portato alla condanna dell’ex presidente del consiglio comunale. Un’attività, la nostra, che si è sviluppata anche sui beni confiscati.

Il primo è il capannone di Calendasco arrivato alla comunità dopo un percorso difficilissimo. All’inizio avremmo potuto pensare che la presenza di Libera rappresentasse un affiancamento culturale – ha aggiunto – e invece si è rivelato un lungo e difficoltoso affiancamento legale per arrivare alla restituzione del bene confiscato. Un risultato ottimo perché lo abbiamo svolto insieme.

“A ricordare e riveder le stelle” è la manifestazione nazionale della giornata per ricordare le vittime delle mafie. A Piacenza zona rossa non sarà possibile fare iniziative in presenza (“rinviate a maggio al capannone” ha garantito Liotti) ma sui social sarà visibile un video costruito con il collage di tutte le persone che si sono messe in fila per leggere i nomi di 1031 persone morte per mafia dal 1870 al 2020. Sono stati suddivisi in quattro round con le foto di tutti quelli che hanno prestato la loro voce e il loro volto per leggere i nomi e saranno proposti cadenzati nei seguenti orari sui canali social: 9, 11, 15, 18.

info@antonellalenti.it

scatto

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Il documento completo dei sindacati piacentini.

CRIMINALITA’ ORGANIZZATA, SALVAGUARDARE I DIRITTI E TUTELARE IL LAVORO NEL TERRITORIO DI PIACENZA

Il quadro delle illegalità, nelle sue diverse forme, a partire da quelle che investono il lavoro, nonché della infiltrazione della criminalità organizzata nella economia legale, rappresentano una grave emergenza in tutta la regione.

L’azione di contrasto ai principali fenomeni di illegalità deve vedere protagoniste le istituzioni locali e l’insieme dei soggetti economici e sociali, e l’associazionismo, al fine di attivare concrete misure di prevenzione.

Per queste ragioni e in riferimento al Protocollo d’intesa tra Anci, Upi ER e Cgil-Cisl-Uil ER del 21.01.21 e al Patto per il Lavoro e per il Clima, sottoscritto dalla Regione Emilia-Romagna con l’insieme della Parti sociali nel  dicembre 2020 le scriventi OO.SS. territoriali insieme a Libera e ad Avviso Pubblico intendono indicare con il presente documento la necessità della stipula di un Protocollo nonché della costituzione di un Tavolo della legalità nel territorio di Piacenza,

anche in attuazione della L.R. 18/2016, con una funzione pro-attiva per quanto riguarda la cultura della legalità, con l’intenzione di formalizzare obiettivi e impegni finalizzati ad attivare efficaci misure di contrasto ai tentativi di infiltrazione nell’economia legale da parte della criminalità organizzata, in particolare di quella mafiosa e per il contrasto al lavoro irregolare e al caporalato.

Si propone che facciano parte del Tavolo la Prefettura, gli Enti Locali del territorio di Piacenza (Provincia, Comune capoluogo e Unioni), le Organizzazioni sindacali, le Associazioni d’impresa e l’associazionismo antimafia.

Finalità, ambiti di intervento e funzionamento del Tavolo dovranno essere definiti con specifico regolamento, inclusa la possibilità di avvalersi di esperti in materia di criminalità organizzata, infiltrazioni mafiose sul territorio emiliano-romagnolo e gestioni dei beni/aziende sequestrati/confiscati alle mafie.

Il Tavolo provinciale dovrà altresì dare vita all’Osservatorio locale e centro studi sulla criminalità organizzata, favorendo altresì la promozione di centri per la legalità e la cittadinanza responsabile, con particolare attenzione alla formazione delle nuove generazioni ed alla definizione delle attività di promozione della legalità sviluppabili in collaborazione con le istituzioni scolastiche.

Costituiscono la necessaria premessa le intese e gli strumenti legislativi definiti in questa regione su questa materia:

  • Patto per il Lavoro e per il Clima, sottoscritto dalla Regione Emilia-Romagna con l’insieme della Parti sociali nel  dicembre 2020;
  • Testo Unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili (Legge Regionale n. 18/2016 );
  • Protocollo d’intesa tra ANCI, UPI ER e CGIL-CISL-UIL ER “in materia di legalità, appalti e concessioni”, sottoscritto il 21 gennaio 2021;
  • Intese in materia di appalti definite a livello regionale, riguardanti anche enti o società del territorio di Piacenza;
  • Intese in materia di appalti definite a livello territoriale, con soggetti pubblici e privati, ed in particolare: Protocollo con il Comune di Piacenza sugli appalti pubblici del 27/9/2016; Protocollo TPL del 7/11/2016;  Protocollo con la Provincia sulla logistica del 12/10/2012; Protocolli IKEA del 21/12/2015 e XPO del 18/3/2016; Protocollo Atersir su gara rifiuti del 5/2/2018.

Si dovrà altresì tenere conto delle intese intervenute tra le Istituzioni, a livello regionale, in materia di contrasto alle mafie e lotta alla criminalità organizzata, ed in particolare:

  • L’”intesa per la legalità”, tra la Regione Emilia-Romagna, le Prefetture-Ugt presenti sul territorio della regione Emilia-Romagna ed il Commissario Delegato per la ricostruzione, del 9 marzo 2018;
  • L’”Accordo per la promozione della sicurezza integrata” tra la Regione Emilia-Romagna e la Prefettura di Bologna – capoluogo di regione – del giugno 2019.

Le indagini ed i processi susseguitisi in questa regione, che hanno visto coinvolto il territorio piacentino, sono numerosi ed attestano una presenza delle organizzazioni criminali che copre un lungo arco temporale. In particolare ilprocesso Grande Drago, i processi Aemilia e quello Grimilde ad esso collegato, mettono in evidenza una forte strategia di penetrazione e radicamento da parte della ‘ndrangheta nella provincia di Piacenza. Il quadro che emerge evidenzia dinamiche di coinvolgimento di interi settori economici, con riflessi assai negativi per quanto attiene il lavoro. A questo si aggiunge il tentativo da parte della criminalità organizzata di penetrare le Istituzioni locali e statali.

Pertanto, motivazioni di natura etica, sociale ed economica pongono con forza a tutti gli attori del territorio l’esigenza di elaborare nuove strategie per contrastare ogni rischio di infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia e nella società: il contrasto all’usura, all’abusivismo, al caporalato, all’evasione fiscale e contributiva e ogni altra manifestazione di attività economiche illegali; la qualità del sistema degli appalti e degli affidamenti; lo sviluppo di un mercato del lavoro rispettoso delle persone e dei loro diritti; l’attività rivolta all’anticorruzione nella pubblica amministrazione; una adeguata gestione dei beni sequestrati e confiscati, finalizzata ad una rapida destinazione a fini sociali dei medesimi.

Si propone, quindi, di addivenire anche alla definizione dei seguenti strumenti:

Appalti pubblici e privati

1. Si propone di definire un aggiornamento del protocollo con il Comune di Piacenza sugli appalti pubblici del 27/09/2016, estendendolo a tutti gli Enti del territorio, con particolare attenzione agli aspetti di seguito indicati, prevedendo che le clausole e i diritti condivisi nel protocollo a tutela della legalità, dei diritti dei lavoratori e della qualità del lavoro siano resi esigibili dalle stazioni appaltanti indipendentemente dalle modalità di assegnazione/affidamento dell’appalto:

– istituzione delle centrali uniche di committenza;

– confronto preventivo in relazione agli appalti che, per dimensione quantitativa e/o qualitativa, presentano  carattere di rilevanza economico/sociale per il territorio;

– rafforzamento nei bandi di gara dei requisiti qualitativi e reputazionali (rating di legalità ed elenchi di merito);

– adozione, quale criterio selettivo per la aggiudicazione degli appalti, del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa;

– clausola sociale;

– limiti al ricorso del subappalto;

– applicazione del CCNL in base alla tipologia di servizi prevalente;

– responsabilità solidale;

– salute e sicurezza sul lavoro;

– adozione di un sistema di controlli e vigilanza nelle fasi esecutive degli appalti, con il coinvolgimento attivo delle Organizzazioni Sindacali;

– ecc…

2. Si rende necessario completare l’aggiornamento del protocollo sulla Logistica sottoscritto con la Provincia di Piacenza il 12/10/2012, anche alla luce delle intese successivamente intervenute con importanti imprese locali.

Rafforzamento dei presidi antimafia

– abbassamento delle soglie previste dalla normativa nazionale per quanto attiene le comunicazioni antimafia, tenuto conto di quanto previsto nell’”intesa per la legalità”, tra la Regione Emilia-Romagna e Prefetture-Ugt dell’ Emilia-Romagna del 9 marzo 2018, dall’art.32 della Legge Regionale 18/2016 dell’Emilia Romagna, nonché dalla nuova disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio (L.R. 24/2017);

– funzionamento dell’elenco dei fornitori, esecutori di lavori o prestatori di servizi non soggetti a tentativi di infiltrazioni mafiose (cosiddette “white list”), istituite presso le Prefetture ai sensi della legge 190/2012

– piena attuazione ai controlli antimafia secondo quanto previsto dall’art.32 della Legge Regionale 18/2016 in riferimento all’efficacia dei titoli abitativi

Caporalato / Rete del lavoro di qualità

– definizione di azioni di contrasto ai fenomeni di caporalato in particolare in agricoltura dando piena applicazione alla Legge 199/2016 con la promozione della sezione territoriale della “Rete del lavoro di Qualità” e definendo una Rete di protezione e tutela per le vittime di caporalato con il coinvolgimento delle Istituzioni locali e con particolare attenzione al tema abitativo e all’inserimento sociale attraverso i servizi preposti.

Rafforzamento dei presidi anticorruzione

Sviluppo del ruolo proattivo degli Enti Locali nel contrasto alla corruzione nella Pubblica Amministrazione, con l’obiettivo di dare piena attuazione alla legge 190/2012; impegno alla costituzione di Reti per l’integrità e la trasparenza, quale sede di confronto volontaria alle quali possono partecipare i responsabili della prevenzione della corruzione e i responsabili per la trasparenza degli Enti Locali del territorio di Piacenza e di tutti gli altri Enti da essi controllati.

Sviluppo di un adeguato sistema di relazioni e confronto a livello di singolo Ente o Società partecipata con le Organizzazioni Sindacali sui Piani Anticorruzione, sulla loro gestione e sulla implementazione delle necessarie attività formative.

Monitoraggio periodico da parte del Tavolo provinciale per la Legalità della attività di definizione dei piani anticorruzione e delle modalità di gestione messe in atto nei singoli Enti.


Beni sequestrati e confiscati.

La L.R. 18/2016, in particolare gli articoli 19-20-21 e il nuovo Codice Antimafia hanno definito una nuova importante strumentazione finalizzata ad intervenire sui beni sequestrati e confiscati, con l’obiettivo, tra gli altri, di accelerare la destinazione a fini sociali, anche transitoria, dei beni sottratti alla criminalità organizzata, sin dalla fase del sequestro, e favorire la continuità produttiva ed occupazionale per le aziende sequestrate o confiscate.

L’ANBSC ha emanato linee guida finalizzate alla gestione dei beni confiscati.

Con il Tribunale Distrettuale di Bologna è stato sottoscritto nel settembre 2017, ed è in fase di rinnovo, uno specifico Protocollo riguardante la gestione dei beni sequestrati e confiscati, con l’obiettivo di prevedere analoghe intese successive con i Tribunali provinciali.

E’ pertanto necessario indicare tale importante tema tra le finalità della costituzione del Tavolo provinciale. Favorire, altresì, la sottoscrizione di una specifica intesa con il Tribunale di Piacenza.

CGIL Piacenza, CISL Parma e Piacenza, UIL Emilia, Libera Piacenza

Piacenza, marzo 2021

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