LENTI A CONTATTO

Siamo davvero pronti per la fase 2? Non ci serve un azzardo in questo momento…

Google+ Pinterest LinkedIn Tumblr

Siamo davvero pronti per la fase 2? Non ci serve azzardo in questo momento, non ci serve incoscienza. Ci serve qualcuno che non commetta gli stessi errori del passato. Lo afferma il dottor Di Ciaula, di Isde Italia in conclusione di una riflessione su YouTube in cui rilancia non poche preoccupazioni sul tema che in questi giorni – proprio in vista della riapertura, seppure graduale – programmata per il 4 maggio alberga nei pensieri e nei timori di tante persone…

Tuttavia.. riecheggia ripetutamente con questa frase che riprende lo stesso dottor Di Ciaula “Non si può tenere il paese agli arresti domiciliari” ma siano davvero pronti per la Fase 2? Si chiede e nel suo ragionamento mette l’accento su due grandi temi: ricominciare per quale sviluppo e ricominciare con quale sanità? Solo passando per questi due terreni, analizzando gli errori e correggendoli si può entrare in una fase 2 che potrà non essere un azzardo, è in sostanza il suo messaggio.

Il dottor Di Ciaula invita a rispondere a semplici domande su quanto è successo prima di prendere la decisione di tornare in campo a tutto tondo e ricominciare con la Fase 2. Le domande vertono in particolare su due segmenti quale sviluppo si pensa di riavviare? Sarà lo stesso che abbiamo avuto fino a prima della pandemia? E l’altro elemento che sottopone alla nostra attenzione è il tema sanità, salute e cura. Riflettiamo, ci dice il medico su un sistema sanitario fortemente depotenziato nel corso degli anni e sul fatto che si è data molto più importanza al tema cura più che alla salute.

Fase 2 – Si pensi a un’altra economia possibile

Non si può ripartire senza chiedersi perché e come tutto questo sia potuto accadere e soprattutto non si può ripartire senza chiedersi che cosa accadrebbe se non rispondiamo adeguatamente a queste domande. Ecco dunque il punto di fondo del suo argomentare che si concentra sul punto iniziale: non si può ripartire senza porsi il problema, senza discutere e mettere sul tavolo un modello produttivo che sia veramente sostenibile.

Quindi attenzione alla fase 2 non si può ricominciare semplicemente pensando che basti uno switch on riaccendendo tutto quello che è stato spento due mesi fa. Farlo nella stessa condizione, con le stesse modalità come se nulla fosse successo. “Non si può ripartire senza un riequilibrio delle risorse e delle ricchezze”

Oggi si moltiplicano gli appelli che dicono fateci lavorare, non si può tenere un paese agli arresti domiciliari questi appelli vuol dire giocare d’azzardo non con la vita di chi li fa ma di tutti noi.

Fase 2 – Prima cominciamo a parlare di salute

Un’altra domanda a cui si deve rispondere prima di ripartire a suo giudizio e una di queste è perché tanti morti? Domanda che investe direttamente la qualità e la profondità del nostro sistema sanitario.

Ci siamo concentrati molto sul concetto della durata della vita facendoci un vanto del fatto che gli italiani era uno dei popoli che viveva più a lungo nel mondo ma non ci si è posti il tema della qualità di questa vita. Che numero di anni è vissuto in buona salute? Un tema di fondo secondo il dottor Di Ciaula e su cui non ci siamo concentrati a sufficienza per renderlo possibile.

E la nostra vulnerabilità dunque è stata messa a dura prova dall’inquinamento dalle azioni negative che noi stessi abbiamo apportato al pianeta che viviamo. Tutto questo ha aumentato la vulnerabilità di chiunque facendoci trovare impreparati ad affrontare la situazione che ha creato la pandemia.

Fase 2 – Il sistema sanitario diventi chiave di lettura per capire la diffusione del contagio

Il virus dunque è arrivato in un habitat estremamente favorevole. Ha trovato un’assistenza sanitaria pubblica completamente depotenziata pochi medici, strutture a volte inadeguate strumentazioni insufficienti, sanità aziendalizzata che si concentrava solo sui profitti. In Italia c’è stato il taglio di 37 miliardi di euro sulla sanità dal 2010 al 2019.

Una situazione che – secondo il medico – ha portato tanti medici alla scelta su chi curare preferendo quelli più giovani a quelli più anziani e con patologie più gravi.

Altro elemento che praticamente è passato in secondo piano il concetto di equità di accesso alle cure una delle colonne portanti della legge fondativa del sistema sanitario e del diritto alla salute che ci siamo dimenticati.

Il punto focale da porre secondo il dottor Di Ciaula è il mantenimento della salute e non la centralità della cura. Non se ne esce se si prosegue nel tollerare un’economia predatoria nei confronti delle risorse e delle persone. Inoltre va detto un forte no alla tirannia di questa economia nei confronti della salute. L’interesse prioritario rispetto a qualunque interesse economico è con tutta evidenza quello della salute. L’economia è solo uno dei fattori determinanti la salute umana non certamente il principale. Lo abbiamo sotto gli occhi che essere potenze economiche e tecnologiche non è servito affatto ad evitare tutto questo.

fase

Quindi un richiamo all’assunzione di responsabilità verso la pandemia prima di entrare nella fase 2. Un’assunzione di responsabilità per le scelte compiute.

Le responsabilità vanno condivise tra il Covid 19 e chi ha alimentato le debolezze di un sistema che si è rivelato facile preda di quel virus cn costi umani ed economici incalcolabili. Molti di quegli stessi responsabili ora protestano per ricominciare ad alimentare quelle debolezze come se nulla fosse accaduto. E non si tratta di porre limiti alla crescita economica, nessuno vuole farlo ma si può fare crescita economica mettendo al centro gli interessi veri delle persone e selezionando scelte di economia sostenibile che siano in grado di per mettere benefici economici e sviluppo per tutti non solo per pochi e a danno di molti.

1 2

Lascia un commento