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Piacenza la Spoon River dei negozi il day after in vetrina

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Decisamente un cimitero del commercio… dove? Piacenza, of course

Ho colto al volo questa frase da due turisti a Piacenza forse per visitare il nuovo spazio dedicato all’arte contemporanee dell’ex palazzo Enel aperto il primo febbraio.

E come dar loro torno? Qualche mese fa in via Calzolai ho contato 25 serrande abbassate con altrettanti cartelli speranzosi per vendite o affitti. Ma non è finita. Anche in via XX Settembre e su Corso Vittorio Emanuele il de profundis alza la voce e le chiusure vanno a go go. Che cosa sta succedendo? Una Spoon River per i negozi?

Tra le imminenti chiusure – la annunciano maxi cartelli appesi alle vetrine – anche il magazzino OVS di piazza Cavalli che chiude il 16 febbraio. E non sta molto meglio il piccolo supermercato sotto il livello della strada che è stato Sma e ora Auchan. Sarà forse perché si sta preparando al passaggio di marchio a Conad, ma gli scaffali, giorno dopo giorno, sono sempre più spogli.

A Milano i lavoratori Auchan hanno di recente inscenato manifestazioni di protesta perché dal marchio della margherita sono stati annunciati molti esuberi.

Fanno il paio alcuni spazi commerciali su Corso Vittorio Emanuele che hanno cessato l’attività. Uno sull’angolo di via Verdi nei cui “occhi di vetrina” sono rimaste inquietanti sagome bianche dei manichini a indicare un tempo che fu e ogni giorno osservi un’immagine che rimanda a un day after di più tremendi accadimenti. E’ stata una chiusura improvvisa che risale ad alcuni mesi fa.

Di fatto dopo i saldi estivi la storia è finita. Può darsi che un altro negozio sia stato aperto altrove, ma in quello spazio a Piacenza non c’è più. Poco più in là un altro spazio di vendita di recente – dopo averlo annunciato per mesi con grandi manifesti gialli sulle vetrine – ha definitivamente detto addio alla città dei Cavalli.

Spulciando qua e là altri negozi sicuramente lanciano segnali di sofferenza

E’ una considerazione del tutto superficiale quella che sto facendo dettata dall’osservazione captata per strada.

Ieri c’erano e oggi non ci sono più. De profundis dei negozi

Qualche ragione ci sarà se il de profundis dei negozi con le saracinesche abbassate continua. Non così, sempre a un’osservazione superficiale ben s’intente lontano dal voler essere capace di analisi approfondite, non sembrano essere città vicine.

A cominciare da Parma che naturalmente non fa testo per aver dimostrato di essere avanti anni luce sul piano dello sviluppo urbano della sua cura e della capacità di valorizzazione del suo centro prima di tutto spostando la sosta delle auto dalle strade a capaci parcheggi realizzati per tempo a questo scopo e soprattutto di aver saputo cogliere le opportunità per far coesistere armonicamente il traffico veicolare con l’urgente e umana necessità di far camminare le persone.

Non è forse il movimento fisico un mantra che si ripete a ogni angolo considerato dai medici il segreto per mantenersi in salute?

E allora facciamolo, lasciamo a casa le quattro ruote e facciamoli camminare questi cittadini…

Senza scomodare la capitale del Ducato che si sa si bea già a sufficienza della sua innata supponenza grazie alla quale si sente la grandeur padana, se si attraversa il Po lo scenario non cambia a Cremona. Piccola molto piccola, certo, ma con un potenziale commerciale che – anche se timidamente – esce dallo schema dei marchi di catena.

Ma anche Mantova si distingue e la città dei Gonzaga ora ha anche il primato del numero si alberi per abitante. Qualcosa vorrà dire. Che cosa? Non chiedetelo a me. Io mi limito a osservare. Registrare e segnare. Ad altri il compito di tracciare le indicazioni. Anzi, se ci sono, sarebbe meglio si facessero avanti in fretta.

Per chiudere il de profundis riferisco le parole di un conoscente che stamattina mi segnalava un altro elemento che fa il paio con il precedente “sabato pomeriggio –  mi ha detto -mi sono trovato in centro e ho percorso via XX Settembre e sono rimasto sorpreso…” “Perché” chiedo. E lui “c’era poca gente… evidentemente – ha concluso sorridendo – non ci sono più e vasche di prima…?”

Già le vasche di prima. Che la città abbia perso un filo del suo vecchio appeal? Forse.

info@antonellalenti.it

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