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Coronavirus: 6 domande che mi frullano in testa per un virologo

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Mi frullano in testa per ora solo 6 domande che vorrei porre a un virologo, a un esperto insomma che si sta occupando dell’emergenza coronavirus. Prima di arrivare alle domande è doveroso dare una pennellata cercando di delineare a grandi tratti quello da più o meno una settimana è lo scenario di ogni giorno… la nostra pena quotidiana.

Chiusi i bar, non quelli no, chiuse le pizzerie, no quelle possono restare aperte, chiusi i supermercati, no quelli no, come si fa a far stare in casa la gente senza qualcosa da mangiare e senza che per due settimane non produca neanche un chilo di rifiuto differenziato… ne risentirebbero i prodotti che utilizzano plastica riciclata.

Saltano le proiezioni di film, appuntamenti in cui sono previste molte persone, gli spettacoli teatrali… ieri anche alcune assicurazioni precauzionalmente avevano gli sportelli chiusi al pubblico. Tanti treni sono saltati con buona pace di chi si era procurato il biglietto in anticipo (la dovrà considerarla una sottoscrizione a fondo perduto per le ferrovie?)…

In giro c’è un’atmosfera triste. Non c’è nulla di stimolante. A volte si dice che dal brutto può nascere il bello.

Per ora c’è solo un bel casino, come leggiamo quotidianamente sui giornali grandi e piccoli, quello che leggiamo non è altro che una fotografia esatta di quello che si osserva girando per strada. Pochi coraggiosi senza mascherina in una città che fino a prova del contrario fino alle 16 di martedì non è dichiarata contaminata, ma si si sa è a pochi chilometri dal Lodigiano e allora si accomuna.

Presto, presto il virus corre scorrazza a destra e a manca e in un battibaleno si fa presto a far diventare l’Italia tutta infetta. E già alcuni avanzano questa idea. Attenzione che batti e ribatti  ci si finisce tutti nella cacca.

Le domande che restano inevase

Non sono evase alcune domande che mi sono posta ascoltando tanti saputi in televisione e soprattutto quelli che con la ricetta in tasca si sono sentiti impediti nel portarla a termine perché perché perché perché… boh vattelapesca.

Le domande sono 6 e sono il  frutto di altrettanto profondo desiderio di conoscere la sostanza del problema e non tanto il “colore” del problema che in verità sentiamo raccontare da giorni e ci ha francamente stufato.

Domanda 1 – virologo, i bambini sono immuni?

Si ammalano gli anziani, si ammalano gli adulti giovani. Nessun bambino si è ammalato di corona virus fino a questo momento (e per fortuna) mi piacerebbe conoscere la ragione da uno degli esperti che stanno studiando chini sui vetrini il comportamento del virus in piccoli che hanno un sistema immunitario in via di formazione. E’ forse per questo che non vengono colpiti dalla malattia effetto del corona virus? Ci sono spiegazioni scientifiche?

domanda 2 – virologo, che succede col caldo?

Mi piacerebbe sapere se qualcuno degli esperti che sta studiano il virus ha un’idea di come si potrà comportare con l’aumento delle temperature che l’ansiogeno meteo sotto tante forme prima annuncia poi smentisce e poi riannuncia prospettandoci una primavera prima gelata e poi bruciante. Ecco, il corona virus sparirà con il caldo? Oppure diventerà più robusto e più aggressivo con il caldo?

Domanda 3 – virologo, le influenze sono sempre tanto contagiose?

Si dice che quella determinata dal coronavirus sia una banale influenza come le altre. Quale livello di contagio hanno le banali influenze che consociamo? Alle influenze che di anno in anno si manifestano si contrappone il vaccino in men che non si dica. Che cosa c’è di tanto diverso dagli altri virus dell’influenza. E’ forse il livello di contagio a progressione geometrica?

Domanda 4 – virologo, cosa succede a chi risulta guarito? che strascichi?

Mi piacerebbe sapere dagli esperti qualcosa sui pazienti che sono stati contagiati e sono stati dichiarati guariti. Guariti perché non mostrano più la fase acuta dei primi momenti? Guariti perché non c’è più traccia del virus? Esiste già una casistica in base alla quale si può dire che quel tal intervento piuttosto che un altro ha reso possibile l’uscita dalla fase acuta?

Domanda 5 – virologo, la vita del coronavirus è a tempo?

Questa curiosità discende dalla precedente. In considerazione delle misure restrittive adottate per evitare il contagio viene spontaneo chiedere se la vita del corona virus è a tempo oppure può rigenerarsi da solo e quindi cambiare anche natura ripresentandosi in altre forme…

Domanda 6 – virologo, come sta il paziente uno?

I casi che si sono sviluppati in Italia sembrano a tutt’oggi avere avuto origine in un unico punto geografico. C’è una ipotesi che si sta valutando per spiegare questa situazione? E poi possibile conoscere le condizione del povero paziente uno, un giovane robusto e sportivo di 38 anni? Assorbito dal reparto infettivi non si sa più nulla di lui.

In copertina, Piacenza, Piazza Duomo. La gelateria da un esempio positivo. Io non ho paura dichiara Gilda sulla vetrina. Grazie per questo segnale di vitalità.

vedi anche pagina Fb La città a caccia di esempi

info@antonellalenti.it

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