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2021, salute prima di tutto. Costi quel che costi…

Nulla sarà più come prima? Speriamolo. La pandemia come ogni evento drammatico fa riecheggiare sempre la frase fatta buona per tutte le occasioni. Propositi, impegni, fioretti che poi finiscono in una bolla di sapone.
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2021, Salute prima di tutto, costi quel che costi… Quando in gioco c’è il bene di tutti – in questo caso con la pandemia la salute – gli strumenti per sostenerla e difenderla non possono essere affidati a chiunque. La regia non può che essere pubblica.

Affidata a quella struttura che la convivenza civile si è data per stare insieme. Se il pubblico non funziona? Sia impegno di tutti per correggerne le magagne. Ma non è una soluzione intelligente lasciare che tutto vada alla deriva. Gli effetti sarebbero devastanti.

Ed è quello che sta succedendo nella sanità pubblica in alcune zone d’Italia.

Salute prima di tutto – Sacche intollerabili di insufficienza

L’esperienza drammatica che viviamo da mesi lo dovrebbe insegnare. E ci sono due binari in particolare su cui si dovrebbe riportare il convoglio. Su un binario transita la delega regionale alla gestione della sanità; sull’altro binario sfreccia la consistente privatizzazione che è venuta crescendo in questi decenni divenendo in certe zone l’asse portante del sistema.

Parlando della delega regionale sulla sanità sono evidenti le enormi falle parse intollerabili di fronte alla necessità di affrontare con decisione, preparazione e strumenti adeguati la pandemia. Ha messo in rilievo sacche insopportabili di difesa di piccoli poteri decisionali e ha trasformato in taluni casi in farsa quello che si staglia come un dramma costellato di morti.

Fin dall’inizio, nel marzo scorso, una frase è riecheggiata di continuo: nulla sarà più come prima, siamo molto bravi a inventarci ritornelli che aiutano a tenere insieme le folle. Ogni volta che succede un accidente più grave degli altri conosciuti la frase mantra viene rispolverata.

Salute prima di tutto – Nulla sarà più come prima?

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L’ultima volta che quell’impegno (nulla sarà più come prima) è stato in gran spolvero risale al 2008 quando vi fu il crollo finanziario partito dall’America a causa delle speculazioni che hanno scoperchiato una falla grande appunto come il mondo dove si è messo a nudo una realtà cruda.

Il denaro si poteva moltiplicare esponenzialmente solo col denaro e non con il lavoro. Tutti sapevano ma nessuno vedeva. Fino al crollo e allora ecco il ripetersi quasi ossessivo con il crollo venuto dall’America nulla sarà più come prima. E’ stato davvero così? Non lo sappiamo.

Il sentore è che ancora nonostante tutto il denaro si moltiplica solo col denaro. Punto. Il lavoro è ridotto a merce da poco prezzo e ancora ci si stupisce che in tempi di crisi nera (come quella attuale) ci sia chi aumenta il proprio denaro. Non è forse sempre stato così? Con buona pace del proposito “nulla sarà più come prima”

Salute prima di tuttoChe sanità ci meriteremo

Poi è arrivata la pandemia. E quindi ancora giù a dire “Nulla sarà più come prima” e noi che assistiamo alla farsa a compiacerci e a sperarlo che quel prima che abbiamo alle spalle non si ripeta davvero più. E in particolar modo per quel che riguarda la sanità. O meglio la salute.

Un primo grande cambiamento per rendere credibile quel proposito farsetta “nulla sarà più come prima” è iniziare a pensare in termini di salute prima che di sanità. La salute è il bene più prezioso per ciascuno di noi e un popolo in salute (anche anziano, e a maggior ragione se anziano) è una garanzia di benessere collettivo (e di minor spesa a conti fatti se sono i soldi a muovere le scelte è un elemento da considerare). La sanità viene di conseguenza, è una subordinata. Lo strumento per mantenere in salute le persone.

Salute prima di tutto – Le paradossali scaramucce

Ripensando invece a quello che è successo in questi mesi, alle scaramucce nonsense che hanno contrapposto vari poteri in nome della sanità si è di fatto calpestato il diritto alla salute che sia senza mediazioni, senza secondi fini, e soprattutto senza bandierine di parte che francamente sono fuori luogo. Se non fosse un terreno tragico si scivolerebbe nel comico nel riepilogare gli accadimenti che sono ancora vivi nella memoria e che proseguono di giorno in giorno attraverso ridicoli bracci di ferro sul chi e sul cosa si deve.

E naturalmente l’incombenza più onerosa (se questa non porta consenso) spetta sempre all’altro. Con buona pace del diritto alla salute.

Salute prima di tutto – Lo spezzatino della sanità non giova

Un secondo grande cambiamento sarebbe mettere mano alla parcellizzazione della sanità per ricucirne i pezzetti in un unico canovaccio che si muova nella stessa direzione e abbandoni le spinte uguali e contrarie che in questo momento ne determinano lo stallo, la confusione e spesso l’irrazionalità.

Si è già detto ripetutamente in diverse occasioni che il Titolo V (la riforma Bassanini della costituzione varata nel 2001) “nella gestione della sanità fa acqua da tutte le parti”. Fu una riforma spinta verso il federalismo, bandiera issata dalla Lega di allora (quella di Bossi), voluta dal centrosinistra del tempo con l’obiettivo di soddisfare (così sembrava dalla narrazione del periodo) i desiderata di un popolo che non aveva Roma nel cuore. Anzi.

Salute prima di tutto – Il peso dei bilanci della sanità

La sanità (in questo caso è giusto parlare di sanità) aveva al tempo anche grossi problemi di bilancio e di rientri da sforamenti incontrollati. La gestione regionale (non ovunque evidentemente) fece rientrare in parte quel bubbone della spesa complice – va detto anche se a qualcuno non piace parlare di questo argomento – la politica di tagli robusti ai finanziamenti erogati dallo stato.

Così di anno in anno si è andati verso il maquillage dei bilanci comunicati sempre come una necessaria e indispensabile “razionalizzazione” della spesa sanitaria che si sa era zeppa di sprechi. Tempo e denaro sprecato il servizio infermieristico a domicilio? Con l’esperienza dell’oggi sembra di no. Ma allora tutti zitti. In fondo che dire di fronte a un progetto così serio di razionalizzazione… non si corre il rischio di poter passare per quelli che vorrebbero l’irrazionalità al potere? No. Quando mai…

Quando mai. Anzi in certi casi ci si poteva anche sentire in colpa quando come cittadino ammalato seriamente ti veniva applicato il codice d’esenzione al ticket… Segno da parìa che non veniva quantificato nel sostegno alla spesa sanitaria che tra l’altro si andava riducendo giocoforza. L’imperativo era diventato spendere meno e spendere con intelligenza evitando gli sprechi con buona pace del diritto alla salute.

Salute prima di tutto – Privatizzazioni tocca sana

Secondo il principio della sussidiarietà quello che non può fare il pubblico lo faccia il privato. Così è avvenuto anche nella sanità. Anzi questa strada è diventata “La strada maestra per alcune regioni. Prima fra tutte la Lombardia.

Anno dopo anno si sono create così le eccellenze. Ciascuno di noi quando aveva un problema di salute si domandava “Non sarà mica il caso che vada a Milano per essere più sicura…” Ricerca sulle grandi malattie, grandi chirurgie che tengono testa alle migliori del mondo. Ma non tutto si risolve così. Ci sono settori sempre più larghi di popolazione che le malattie se le trascinano per dieci, venti, trent’anni e arrivano alla soglia del 90 che accumulano un bisogno di assistenza a tutto tondo che solo un sistema pubblico può garantire. Non ci sono categorie di buoni e cattivi in questo discorso. Non c’è moralismo è solo pragmatismo.

Anche se sanitaria l’impresa privata è finalizzata al profitto sta in piedi così la ricerca, l’eccellenza delle professionalità… ma certo il servizio infermieristico domiciliare per l’anziano che fa la spola con l’ospedale sarebbe un segmento diseconomico. E così non si fa. La pandemia ha messo a nudo il problema. Ma apparentemente nessuno sembra sottolinearlo con decisione. Anche su questo delicato aspetto della sanità che interseca pesantemente la salute “Nulla sarà più come prima?”

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