SERPE IN SENO/SALUTE

Test sierologici e libertà individuali

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Regolamentare l’esecuzione dei test sierologici non ha in alcun modo leso le libertà individuali come mi hanno segnalato alcuni cittadini dopo la decisione della giunta regionale di bloccare il fai da te. E di più: “con questa decisione non si vuole tarpare le ali a nessuno”. Così il commissario ad acta Sergio Venturi a margine della quotidiana conferenza stampa via Facebook in cui ha comunicato l’aggiornamento della diffusione del virus.

Stabilire che il test deve avere determinate caratteristiche di sicurezza e di efficacia – ha ribadito più volte rispondendo alle critiche – rappresenta un’assunzione di responsabilità che siamo orgogliosi di prendere perché il servizio sanitario pubblico deve fare così.

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Foto di CDC su Unsplash

E’ il compito di un servizio sanitario pubblico e universale. Ora il nostro progetto – ha ricordato Venturi – è stato inviato al Ministero della salute e credo che sia anche all’attenzione di molte regioni che lo stanno valutando ed è probabile che qualcuno lo faccia proprio. Infatti succede di solito così, il progetto non è stato fatto dalla politica lo hanno elaborati medici infettivologi, medici di laboratorio. 

Polemica dura interno alla libertà di test che prosegue da qualche giorno.

E non ci sta il commissario per il Covid Venturi che sottolinea la piena legittimità del “sistema sanitario pubblico di assumersi la responsabilità di indicare le strade che maggiormente portano alla tutela della salute dei cittadini e di verificare quello che funziona e quello che invece non funziona”.

Venturi nel suo intervento ha spiegato le ragioni che hanno spunto la giunta regionale a prendere posizione su questo argomento varando la delibera che blocca il fai da te soffermandosi anche sugli obiettivi di salute che sono sottesi alla decisione stessa.

L’esame – ha segnalato – ci presenta un film degli ultimi 15 giorni di immunità del nostro organismo e in questo caso lo rappresentano attraverso i contatti che abbiamo avuto con le persone con il virus.

Per la riapertura delle aziende serve un Piano sicurezza

I test sierologici da soli non sono elementi di totale certezza per l’ammalato – ha ricordato – non lo sono perché dicono che c’è stato un contatto col virus nei 15 giorni prima ma devono essere ripetuti varie volte successivamente.

E quindi attenzione a concentrare sui test sierologici le aspettative in vista anche della riapertura dei luoghi di lavoro. Una prospettiva di cui si parla da qualche giorno. Comunque non ci si può limitare al test sierologico. Non è sufficiente – ha chiarito Venturi – sono necessari veri e propri piani di sicurezza che prevedano la disponibilità dei presidi di protezione personale, il distanziamento anche sui luoghi di lavoro e indicazioni precise al lavoratore su chi rivolgersi in caso di sintomi. Ecco un piano sicurezza che non si riduce al test sierologico.

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