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Focus sulle donne: è il 25 novembre. Contro la violenza per le pari opportunità come crescita per tutti. Ma per ogni giorno dell’anno

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E’ il 25 novembre si discute e si riflette su un problema che sembra non avere soluzione. La violenza sulle donne è incessante, si ripete, si manifesta in tantissime forme. Violenza è anche la mancanza di riconoscimento del valore femminile nelle vita lavorativa o pubblica. E’ necessario allora in processo culturale – che come tale sarà lungo e profondo – per raggiungere la consapevolezza che gli esseri umani per quanto diversi non stanno in una classifica di migliori e peggiori, una classifica tra chi pesa di più e chi è vissuto come un fastidio di fondo. Tutto l’anno l’impegno di tutti e soprattutto di chi ha in mano gli strumenti per incidere deve operare, lavorare, pensare e agire seguendo questo principio proseguendo finché – ed è la speranza forse più ingenua che manifesto – non ci si porranno più problemi di genere ma anche di etnie, di credi, di appartenenze diverse dalla nostra. Utopia? Bene lo sarà ma che si vive a fare se non ci poniamo degli obiettivi alti? Sarebbe triste trascorrere la propria vita nel pantano del già visto solo perché schiacciati dalle paure e dalla diffidenza verso l’ignoto.

Tre spunti per ragionare sulle donne

Diverse le iniziative istituzionali in questi giorni in cui si discute e si riflette sul tema della violenza alle donne. Di seguito tre momenti diversi che hanno al centro l’attività regionale. Dapprima il potenziamento dei finanziamenti per accrescere l’efficacia della rete di protezione per le donne e i minori. Quindi un approfondimento con i dati elaborati dall’osservatorio regionale sulle violenze e infine una discussione all’interno degli Stati generali dell’Anci sul tema della parità di genere che ha interessato i rappresentanti dei comuni italiani che si sono ritrovati a Bologna.

1- LA RETE DI PROTEZIONE Potenziare la rete di ascolto e la rete di protezione per le vittime di violenza.  E’ l’obiettivo della Regione Emilia-Romagna, con un nuovo bando da 1 milione di euro, per contrastare le discriminazioni e la violenza di genere e favorire una cultura della parità uomo-donna. Un’attenzione particolare sarà data a progetti, iniziative e manifestazioni che si realizzeranno nel 2020 nei comuni montani, generalmente più isolati e meno accessibili per il personale specializzato.

“Continua con determinazione l’azione regionale nella lotta contro la violenza e le discriminazioni di genere – dichiara l’assessora regionale alle pari opportunità, Emma Petitti -. Dopo il recente bando da 470 mila euro per l’apertura di nuovi centri antiviolenza, sportelli e case rifugio, con questo ulteriore finanziamento vogliamo potenziare la nostra rete di protezione, prevenzione e ascolto attraverso il sostegno e la valorizzazione delle attività promosse dagli enti locali e dal mondo dell’associazionismo. Il loro impegno quotidiano nel contrastare il fenomeno della violenza e di vicinanza alle vittime è fondamentale e per questo dobbiamo garantire loro anche le giuste risorse per concretizzare i progetti. Il lavoro di squadra, in sinergia, è la carta per vincere le sfide più difficili. In questi anni abbiamo fatto passi avanti di cui andare fieri, ma vogliamo fare di più.

Con questo bando vogliamo valorizzare in particolare i progetti nelle zone montane per permettere a tutte le donne di avere dei riferimenti vicini e far sì che non si sentano abbandonate nel loro percorso”.

Domande e criteri

La domanda per accedere al bando può essere presentata da Enti locali, in forma singola o associata, da Associazioni di promozione sociale, Organizzazioni di volontariato iscritte e Onlus. Le iniziative devono riguardare la promozione ed il conseguimento delle pari opportunità e il contrasto alle discriminazioni e alla violenza di genere ed essere realizzate nel territorio regionale. In particolare avranno la priorità i progetti dei Comuni dell’area appenninica e dell’area del basso ferrarese per favorire una loro piena integrazione nel circuito regionale. 

Ciascun soggetto può presentare un progetto in qualità di capofila ed essere partner al massimo in un altro progetto. Ciascun soggetto che non sia capofila può essere partner in non più di 2 progetti.

La domanda dovrà essere inviata entro il 06 dicembre 2019 alla Regione Emilia-Romagna mediante posta elettronica certificata (Pec) all’indirizzo di posta certificata segrsvilsoc@postacert.regione.emilia-romagna.it.

Violenza di genere: i dati forniti dall’osservatorio regionale antiviolenza

2- I DATI DELL’OSSERVATORIO REGIONALE. Sono stabili i dati sulle donne che si sono rivolte ai Centri dell’Emilia-Romagna e sono  4.871 nel 2018 è quanto si illustra nel Rapporto dell’Osservatorio regionale . Sempre nello stesso documento si segnala che raddoppiano i casi degli accessi al pronto soccorso ma si rafforza anche la rete delle strutture regionali. Sono 2.454 le nuove accolte nel 2018 e il trend appare stabile nel 2019 secondo le stime dei primi sei mesi. Aumentano i centri per il trattamento di uomini violenti. L’assessora Petitti: “Sono stati raggiunti traguardi importanti, e queste cifre confermano la fiducia sempre maggiore delle donne nel ricorrere alle strutture regionali”.

Circa 11 milioni destinati a contrastare il fenomeno dal 2016 a oggi: 21 i Centri e 40 le Case rifugio. Tra le potenziali vittime che si sono rivolte agli ospedali, l’8,2% dimesse con diagnosi di maltrattamenti Bologna – Aumentano nel 2018 le donne accolte nei Centri antiviolenza e il trend del 2019 appare stabile. Sono stati 4.871 i contatti con le strutture di aiuto dell’Emilia-Romagna, anche tramite semplice e-mail o telefonata, di donne che chiedono sostegno per una violenza ricevuta, 3.486 le donne che seguono un percorso, di cui 2.454 nuove accolte (il 70%). Il 92% delle violenze subite dalle donne è stato di tipo psicologico (64,2%), fisico (40,5%), sessuale (15,4%) e vengono principalmente effettuate dal partner o ex partner (82%).

Una tendenza che non si discosta da questa linea anche nelle stime del 2019, con circa 1.750 donne in percorso nei primi sei mesi dell’anno, di cui circa 1.250 nuove accolte. Si rafforza al contempo la rete di accoglienza, con 21 Centri antiviolenza, 40 Case rifugio (un centro e casa rifugio in più rispetto al 2017) e 2 in corso di apertura nel 2019. A inizio legislatura, nel 2014, erano 14 i Centri antiviolenza e 22 le Case rifugio.

“La violenza non è un fatto privato, ma una sfida da vincere insieme” E la Regione si è impegnata moltissimo in questa legislatura per promuovere una cultura contro la violenza di genere e per supportare e accogliere chi ne abbia avuto necessità. Stiamo compiendo uno sforzo importante per avere in tutto il territorio regionale strutture che possano dare rifugio alle donne che hanno bisogno di allontanarsi dalla famiglia, perché il più delle volte è proprio tra le mura di casa che si svolge la violenza. Il rapporto dell’Osservatorio conferma la fiducia sempre maggiore delle donne che abbiano subito violenza nel ricorrere alle strutture regionali, e anche degli uomini, che vedono crescere i centri a loro dedicati. La Regione ha molto investito anche in prevenzione, finanziando progetti di sensibilizzazione e educazione che solo nel 2018 hanno coinvolto circa 13.400 studenti, 900 insegnanti, circa 1900 operatori (sociali, sanitari, forze dell’ordine, giornalisti, ecc.) e 1500 donne vittime di violenza o a rischio di subirla”.

Emma Petitti, Assessora regionale alle Pari opportunità.

Aumentano anche i centri per il trattamento di uomini autori di violenza, passati da 10 a 15 nell’ultimo anno, con una copertura su tutto il territorio regionale. Sono i principali dati dal 2017 al 2018 tratti dal secondo rapporto dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere, che evidenziano la gravità del fenomeno ma anche il potenziamento della rete regionale di accoglienza. Dal 2016 al 2018 sono stati destinati a questo ambito circa 11 milioni di euro, che comprendono 5,7 milioni di fondi statali, 4 milioni dalla Regione, attraverso il bando Pari opportunità per la prevenzione e 1 milione per il bando donne e lavoro. Dei 5,7 milioni investiti nel settore da fondi ministeriali, di questi la Regione ne ha destinati 3,2 per il mantenimento delle strutture esistenti,1,1 per l’incremento di nuove strutture e 1,2 milioni per l’innovazione (formazione operatori, sistema informativo, ecc.).

Pari opportunità. La parità di genere al centro degli Stati generali Anci a Bologna

3- GLI STATI GENERALI ANCI “La parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale, ma la condizione necessaria per un mondo prospero, sostenibile e in pace. Il pieno riconoscimento del ruolo delle donne nella società, nelle istituzioni, nel mondo del lavoro costituisce il parametro per misurare la maturità di una democrazia e la qualità del grado di sviluppo, sociale ed economico, di un Paese”. Così l’assessora regionale alle Pari opportunità, Emma Petitti, intervenuta alla terza edizione degli Stati generali delle amministratrici, che si è svolta a Bologna nella Cappella Farnese di Palazzo d’Accursio. Un momento di confronto promosso da Anci Nazionale, che ha visto anche la partecipazione della ministra alle Pari opportunità, Elena Bonetti, per la firma di un nuovo protocollo d’intesa con Anci per promuovere e diffondere azioni di contrasto alla violenza contro donne e minori nei comuni italiani.

Petitti: “Dobbiamo continuare a investire su questi temi per cambiare rotta e contrastare i pregiudizi”

L’assessora regionale insieme alla ministra alle Pari opportunità Elena Bonetti per promuovere e diffondere azioni di contrasto alla violenza contro donne e minori

“Purtroppo, nella quotidianità gran parte del potenziale femminile rimane ancora incompiuto a causa delle ampie disuguaglianze tra donne e uomini sia in Italia che in Europa. Molto c’è da fare anche nel nostro Paese”, ha aggiunto l’assessora Petitti

Infatti, le ricerche condotte dall’Eige (l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere) citato nell’incontro, stimano che gli eventuali miglioramenti nell’ambito dell’uguaglianza di genere nell’Ue potrebbero generare fino a 10,5 milioni di posti di lavoro in più entro il 2050.

“Il problema della partecipazione delle donne all’economia – ha aggiunto l’assessora– è sia una questione etica e di giustizia sociale che di efficienza economica complessiva di un sistema. Dobbiamo fare investimenti continuativi sulla parità per cambiare rotta e contrastare i tanti pregiudizi ancora oggi sedimentati nella nostra mentalità. Questa è un grande sfida che riguarda tutti noi, non solo le donne. È l’intero Paese che deve progredire in modo sistemico e armonico, ed è quindi molto importante la giornata promossa oggi dall’Anci nazionale per condividere le priorità dei temi ritenuti strategici, partendo dalle buone pratiche dei Comuni, per individuare i bisogni e le politiche locali, regionali e nazionali, le azioni e gli ambiti d’intervento su cui concentrare coerentemente gli sforzi. Investire sulle politiche pubbliche, welfare, sanità e formazione è fondamentale ed è anche grazie a questo che oggi l’Emilia-Romagna è ai vertici nazionali per occupazione femminile, con una percentuale del 63,7%”.

Per l’assessore regionale Petitti i risultati raggiunti in Emilia-Romagna, sono “il punto di arrivo delle nostre politiche. Cito in tal senso alcuni strumenti, come la ‘Legge quadro per la parità e contro la discriminazione di genere’, il Patto per il lavoro, la promozione e valorizzazione della responsabilità sociale d’impresa, i bandi per la promozione delle pari opportunità e il contrasto alla violenza contro le donne, il Piano regionale contro la violenza di genere, il Bilancio di genere della Regione, le politiche per la conciliazione di tempi di vita e lavoro, l’introduzione dello smart working. Favorire l’ingresso delle donne nel mercato del lavoro e percorsi di carriera paritari sarà anche in futuro al centro della nostra agenda per cambiare lo stato delle cose e costruire una società più equa. Una sfida da vincere insieme”.

Fonte agenzia stampa della Regione Emilia Romagna

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